25 aprile a Prato: “Ripartiamo dallo sguardo dei nostri anziani”
Prato – Sarà in Italia un 25 aprile diverso rispetto a quello degli anni passati a causa delle restrizioni per il contrasto al Coronavirus. Limitazioni che per una erronea interpretazione di una circolare del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, che riservava le manifestazioni ufficiali per la Liberazione ai soli prefetti e questori, aveva allarmato l’ANPI.
Ma chiarita la cosa, sabato prossimo parteciperanno alla Festa della Liberazione le associazioni partigiane e combattenti, quale testimonianza della loro importanza nella difesa della memoria democratica del Paese.
A Prato la Presidente Provinciale dell’ANPI Angela Riviello, ha ricordato con commozione i 25 aprile scorsi quando ella si preparava alla manifestazione controllando che il suo fazzoletto rosso fosse ben visibile, “perché lo dovevano vedere tutti”.
E poi la corsa in piazza Duomo, per abbracciare il partigiano Fiorello; Vittorio con la bandiera consegnatale da Ofelia, infine Giorgino e il Mari insieme ai compagni con le bandiere e lo striscione con la scritta grande I PARTIGIANI. “Uno striscione – dice la Riviello -che par che sorrida e porta in piazza il senso vero della festa”.
Una celebrazione che anche quest’anno vedrà sabato mattina il sindaco Matteo Biffoni, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani Anpi, l’Associazione Nazionale Ex Deportati Aned e l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci deporre delle corone d’alloro alla lapide commemorativa in piazza del Comune e al monumento ai Caduti in piazza Santa Maria delle Carceri. Inoltre come tutti gli anni lo stesso omaggio sarà reso ai monumenti e ai cippi commemorativi sparsi in tutto il territorio dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti.
Quest’anno – dice Angela Riviello – le piazze saranno vuote, anche se le emozioni saranno ancora più grandi. E spiega che “un nemico invisibile ci ha narcotizzati e storditi, ci ha portato via e abbiamo dovuto salutare affetti, amici e compagni; vorrei salutarli uno ad uno, per tutti ricordo Angelo Grazzini e Paolo Cecconi“.
“Tutte le nostre fragilità sono venute allo scoperto – prosegue – ci siamo dovuti fermare tutti; tutto è stato paralizzato; dobbiamo cercare comunque di non sprecare questo tempo, lo dobbiamo utilizzare per riflettere e ripensarci con onestà e con umiltà, soprattutto teniamo bene in mente cosa vuol dire per ognuno di noi limitare gli atti, le azioni, i movimenti, apprezzeremo meglio la bellezza del respiro lungo della Libertà. Riavvolgiamo il nastro, ripartiamo dalla memoria, ripartiamo dallo sguardo dei nostri anziani, rimbocchiamoci le maniche, la Ricostruzione Continua, la sfida è quella di completare la costruzione di un mondo più bello, di un mondo umano e non è utopia”.
“Questo è ancora il tempo della “Resistenza” è il tempo in cui in nome dei valori costituzionali dobbiamo far sentire la nostra voce ferma e chiara in difesa delle persone più deboli e fragili. Nessuno dovrà essere lasciato indietro: dobbiamo difendere i più deboli: anziani, bambini, giovani precari, lavoratori che stanno perdendo il lavoro, immigranti e clandestini. La nostra resistenza e il nostro rinascere comincia da qui. La generazione dei partigiani, delle donne e degli uomini che si sono salvati dalle bombe della guerra e hanno ricostruito il nostro paese, oggi sta pagando il prezzo più alto; sta a noi, con rispetto e amore continuare a dare voce a quella generazione e mantenere viva la memoria, tocca a noi ora tradurre in realtà il progetto democratico nato con la Resistenza”.
E in conclusione la Presidente dell’ANPI ha invitato tutti sabato 25 aprile alle ore 15.00 ad unirsi come se l’Italia fosse un’unica grande piazza, esponendo dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare Bella ciao.
Un invito accolto e condiviso anche da Aurora Castellani, presidente del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato che ha sottolineato: “Quest’anno, con lo stesso senso di responsabilità e amore per la comunità che ci ha fatto andare in corteo anno dopo anno, resteremo a casa: un (piccolo) sacrificio personale per il bene comune; ecco cosa vuole dire Resistenza, mettere da parte l’io per il noi. Non facciamo di meno stando a casa per il 25 aprile, facciamo il doppio. Cantando comunque, insieme a squarciagola, Bella Ciao, dal balcone”.
fonte Stamp Toscana