Continua il progetto con i risultati della ricerca di JOINTLY: l’efficacia degli interventi aziendali contro la violenza di genere e la percezione del fenomeno fra uomini e under 40

Dopo il successo del primo evento Fare cultura contro la violenza di genere, tenutosi a Milano lo scorso 27 settembre, prosegue il progetto Pari. Insieme contro la violenza di genere con l’ingresso di due nuove aziende: Italgas, la Network Tech Company, leader nei settori gas, idrico, efficienza energetica e IT, primo operatore in Europa, con una forte presenza in Italia e in Grecia, e Saipem, leader globale nell’ingegneria e nella costruzione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture, sia offshore che onshore.

Con queste nuove adesioni, il numero delle organizzazioni coinvolte sale a undici: AstraZeneca e Alexion, ATM, Fastweb, Generali Italia, Gruppo Feltrinelli, Italgas, Kering Foundation, Prysmian, Saipem, Snam, Trenord. Un’importante rete di realtà diverse, con il coordinamento di Feltrinelli Education, unite dall’obiettivo comune di sviluppare un nuovo modello che affronti la violenza di genere nel mondo del lavoro. Le aziende, in quanto attori sociali ed economici, hanno un ruolo fondamentale nel promuovere cambiamenti culturali e sociali, grazie alle politiche che adottano e ai modelli che propongono, con un impatto positivo sulla società nel suo complesso.

Dopo l’evento di fine settembre che ha coinvolto figure di spicco del panorama culturale italiano per analizzare la portata del problema attraverso le scienze sociali, l’arte, il diritto e la psicologia, il progetto è continuato con la ricerca realizzata da JOINTLY, prima B Corp® italiana specializzata in soluzioni di welfare e corporate wellbeing, focalizzata sulla violenza di genere e sui modelli di intervento delle aziende: la prima indagine che ha esplorato in modo specifico le azioni che le aziende mettono in campo per contrastare la violenza di genere.

Gli uomini sottovalutano le micro-aggressioni

In particolare, è emersa la diversa percezione della violenza di genere tra uomini e donne. La ricerca ha infatti rilevato che, all’interno dell’ambiente lavorativo, mentre le donne riconoscono più facilmente le micro-aggressioni (battute sessiste, sminuire una persona, sessismo benevolo) e altre forme di violenza sottile, gli uomini tendono a sottovalutarle, e questo avviene indipendentemente dall’età. La differenza di percezione è meno marcata quando si tratta di condannare in linea teorica la gravità di tali comportamenti. Sebbene aziende ed esperti suggeriscono che i giovani siano più sensibili a questi temi, questa sensibilità non emerge chiaramente dalla ricerca.

Sottovalutare le micro-aggressioni non è una questione generazionale

Se da un lato si parla spesso di una maggiore consapevolezza negli uomini delle generazioni più giovani, inferiori ai 40 anni, i dati indicano che questi ultimi, pur riconoscendo il problema, sembrano non considerare rilevanti o non riconoscere comportamenti come il controllo coercitivo e le micro-aggressioni. Inoltre, nonostante i giovani in generale siano più consapevoli del problema, si trovano spesso esposti a nuove forme di violenza, soprattutto nel mondo digitale, con fenomeni come il cyberbullismo, il revenge porn e le molestie online.

Le aziende possono fare di più

I risultati hanno dimostrato che mancano ancora alle aziende strumenti efficaci per contrastare la violenza di genere: le politiche aziendali spesso sono solo di tipo normativo (come policy o regolamenti) o informativo, con campagne di sensibilizzazione rivolte a tutta la popolazione aziendale, senza distinzioni di genere o ruolo. A mancare è un approccio sistematico che preveda canali dedicati e personale adeguatamente formato per gestire i casi di violenza e molestie di genere

Un ulteriore elemento emerso dalla ricerca riguarda un disallineamento tra le azioni che i dipendenti ritengono necessarie e quelle effettivamente adottate dalle aziende. Le risposte dei partecipanti indicano che le azioni prioritarie da mettere in campo dovrebbero essere: policy aziendali e regolamenti (55%), seguite da incontri informativi sulla violenza (50%) e progetti educativi nelle scuole (45%). Inoltre, i risultati sottolineano che manchi un canale interno specifico e competente per la segnalazione di situazioni di violenza. Tuttavia, dalle interviste alle aziende è emerso che proprio policy aziendali e incontri di sensibilizzazione sono le azioni più adottate per il contrasto alla violenza di genere. Questo risultato, quindi, suggerisce che le aziende debbano potenziare le azioni che già mettono in campo, adottando approcci più mirati e concreti

Gli strumenti delle aziende contro la violenza di genere

Tra gli spunti di riflessione che la ricerca offre emerge, innanzitutto, la necessità di creare canali di segnalazione sicuri per la denuncia, per esempio inserendo la figura della “Consigliera di Fiducia”, in grado di offrire un supporto riservato e competente per chi subisce violenza. Inoltre, i programmi di sensibilizzazione e formazione dovrebbero essere mirati e differenziati in base al genere, alla generazione e al ruolo professionale dei partecipanti, con particolare attenzione ai manager, che devono essere formati per riconoscere e prevenire la violenza di genere tra i dipendenti.

È essenziale, poi, raccogliere dati strutturati sull’incidenza e la percezione del fenomeno, per sviluppare politiche aziendali specifiche sulla violenza di genere – da non confondere con la parità di genere e la DE&I – e monitorarne l’efficacia degli interventi. Le aziende possono anche offrire supporti pratici alle vittime di violenza, come permessi speciali, cambi di turno o accesso a servizi psicologici, per aiutare le persone a superare il trauma e reintegrarsi nel contesto lavorativo. Infine, è cruciale coinvolgere le nuove generazioni, utilizzando i canali digitali per sensibilizzare i giovani sui rischi della violenza, in particolare quella online, e sull’importanza di costruire relazioni sane e rispettose.

La ricerca di JOINTLY all’interno del progetto Pari. Insieme contro la violenza di genere

La ricerca è stata strutturata in due fasi: la prima, da luglio a settembre 2024, ha avuto un’impostazione qualitativa, con l’obiettivo di raccogliere dati, informazioni e testimonianze sul fenomeno della violenza di genere. In questa fase sono state condotte 8 interviste ad esperti del settore, per comprendere meglio le radici culturali e sociali del problema e le dinamiche relazionali alla base della violenza. Sono stati interpellati: Lara Benetti, avvocata penalista, mediatrice familiare, counselor, coordinatore familiare, curatore speciale del minore, consigliera di fiducia, formatrice e docente; Luca Capone, partner dello studio legale Freshfield e partner tecnico del progetto; Silvia Fornari, prof.ssa ordinaria Sociologia Generale, Università di Perugia, docente di Sociologia della violenza di genere; Costanza Hermanin, policy analyst, public affairs specialist, EU and anti discrimination Expert, founder and president EquALL; Alessandra Kustermann, direttore Ginecologia e Ostetricia dell’U.O.C. di Pronto Soccorso ed Accettazione Ostetrico – Ginecologico, Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD) e Consultorio Familiare della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico; Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione); Luca Milani, prof. ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Cattolica di Milano, docente di Psicologia della violenza di genere; Claudia Strasserra, chief reputation officer e impact manager di Bureau Veritas Italia. In parallelo, sono stati intervistati 11 rappresentanti delle aziende del network Pari, per esplorare le iniziative e le politiche aziendali già adottate per prevenire e contrastare la violenza di genere.

La seconda fase della ricerca, svoltasi nei mesi di settembre e ottobre 2024, ha coinvolto un sondaggio quantitativo tramite survey online, divulgato all’interno delle aziende del network e sui principali canali social, con un totale di 1.244 risposte. Questo ha permesso di raccogliere dati più ampi e di analizzare la percezione del fenomeno e le azioni concrete adottate dalle aziende per affrontarlo.

I prossimi step del progetto: i tavoli di lavoro e il manifesto

La ricerca fornisce una panoramica sul fenomeno della violenza di genere e su quello che le aziende già fanno come punto di partenza per aprire la discussione su alcuni temi chiave, che saranno affrontati nei tavoli di lavoro del progetto Pari. Insieme contro la violenza di genere. Questi tavoli, a cui parteciperanno i rappresentanti delle aziende del network, avranno il compito di definire linee guida e priorità per contrastare la violenza di genere nei contesti lavorativi. Il processo culminerà con la stesura di un manifesto che testimoni l’impegno delle aziende e orienti le future azioni concrete, dentro e fuori dal network. 

Se attuate in modo strutturato e continuo, queste azioni possono contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri, inclusivi e consapevoli nel contrasto alla violenza di genere e nel cambiamento culturale profondo che comporta