A MONTEMURLO CELEBRATO IL 25 APRILE NEL RICORDO DEI LUOGHI DELLA MEMORIA DELLA RESISTENZA
Il sindaco Mauro Lorenzini, nel discorso celebrativo in piazza della Libertà, ha reso omaggio a quei montemurlesi che, a rischio della propria vita, contribuirono alla lotta di liberazione
Il Comune di Montemurlo ha celebrato ieri mattina la festa del 25 aprile, 73esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Nel proprio discorso, tenuto davanti a numerosi cittadini e alle autorità, il sindaco Mauro Lorenzini, ha sottolineato che «più il tempo passa e più c’è bisogno di ricordare, di conoscere e di non dare nulla per scontato, soprattutto negli ultimi tempi che si è tornati a parlare con una certa disinvoltura e indulgenza del fascismo». E quindi ha citato le parole di Norberto Bobbio che ricorda il 25 aprile 1945 come un giorno “memorabile”: «Quel giorno, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà»
Alla cerimonia ufficiale hanno preso parte i carabinieri della Tenenza di Montemurlo, i Vigili del Fuoco, l’Anpi, i rappresentanti delle associazioni d’arma locali (Alpini Montemurlo, Carabinieri in congedo), le associazioni di volontariato ( Vab, Gruppo Storico, Filarmonica “G. Verdi”) e numerosi cittadini.
Il sindaco Lorenzini nel discorso celebrativo ha poi voluto ricordare i luoghi della memoria della Resistenza a Montemurlo e i protagonisti, ai più sconosciuti, della lotta di liberazione. Innanzitutto l’omaggio di Lorenzini è andato a quattro vittime innocenti della guerra: Renato Nieri di 17 anni, Giuseppe e Paolo Nieri, fratelli di 8 e 5 anni e Giuseppe Signori di 7 anni. Quattro bambini che il 5 luglio 1945 persero la vita per lo scoppio di una bomba a mano rimasta inesplosa sull’argine del torrente Agna dove stavano giocando. Lorenzini ha quindi ricordato la Fattoria di Javello, che durante gli anni della guerra di Resistenza, fu un riparo sicuro per partigiani in fuga. Un altro luogo della memoria è Albiano che, tra il 1943 e il 1944, fu scelto dai ricercati anti-fascisti come rifugio. Tra loro c’era anche Armando Bardazzi, in fuga dal carcere di Firenze, che poi salì ai Faggi di Javello, dove diventò comandante della formazione partigiana “Bogardo Buricchi”. Albiano inoltre fu punto di raccordo tra i partigiani, che avevano base ai Faggi di Javello e il Comitato di Liberazione Nazionale con sede a Prato nel convento di San Niccolò. Tra i giovani che tenevano i contatti tra Albiano e il Comitato di Liberazione di Prato Lorenzini ha sottolineato l’impegno di Sergio Mari. Il sindaco ha poi ricordato Marcello Martini – dal 2015 cittadino onorario di Montemurlo – nel giugno del 1944 era sfollato con la famiglia a Montemurlo e fu proprio qui che le SS tedesche insieme a fascisti italiani lo arrestarono per ritorsione verso il padre, Mario, membro del Comitato toscano di Liberazione. Sono stati ricordati anche Gino Gelli e Erasmo Meoni, arrestati all’ indomani degli scioperi del 7 marzo 1944 a Prato e deportati nei campi di concentramento in Germania e tutti coloro che, a rischio della propria vita, offrirono sostegno e protezione ai partigiani e ai soldati alleati. La lotta per un mondo di pace, giustizia e libertà è oggi quanto mai attuale.« Ricordare significa dar voce a coloro che morirono per lasciarci in eredità la democrazia. Ricordare significa continuare a sostenere tutti coloro che nel mondo continuano a lottare per una società libera ed equa», ha conclusoLorenzini.