La procura svincola la Mafia Cinese. Respinto un altro ricorso
In Italia non ci stupiamo più di certe cose, non ci stupiamo più che anche il secondo ricorso presentato in Cassazione della procura antimafia di Firenze sull’inchiesta Chinatruck (meglio conosciuta con il nome di “mafia cinese”) sia stato giudicato inammissibile.
I giudici in precedenza avevano già rigettato il primo ricorso dove compariva anche quello che, in termini cinematografici, è stato definito dal giudice per le indagini preliminari di Firenze, Alessandro Moneti, il “Capo dei Capi”. Si tratta di Zhang Niazong, un cinese di 57 anni, ritenuto a capo di un’organizzazione criminale formata da 54 persone. Ed è stato lui stesso, il cinese, a ritenersi tale in una dichiarazione riportata su Il Tirreno di Prato il 18 gennaio scorso dove avrebbe asserito: «Sono io il capo della mafia. Prima non sapevo come fare gli affari, ora sono cambiato e faccio gli affari».
L’organizzazione fu sgominata a gennaio scorso grazie alle indagini della squadra mobile di Prato, e fu disposta la misura cautelare in carcere a 32 persone su 33 (tutti cinesi) ritenute appartenenti ad associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata a una serie di reati; ma il mese successivo tale ordinanza è stata cancellata.
Ma ecco arrivare ora anche l’ennesimo colpo di spugna al ricorso contro la decisione dei giudici del Riesame presentata dal pm dell’antimafia, Eligio Paolini. Il pm dell’antimafia si è visto dunque respingere un secondo Riesame per valutare le posizioni degli arrestati; e colui che viene definito anche “l’uomo nero”, ovvero Zhang Niazong, che secondo il giudice Moneti si tratta della persona che comandava all’interno della comunità e che gestiva un impero che spaziava dalla gestione dei trasporti su gomma delle merci cinesi che da Prato andavano in Europa, a traffici illeciti come i locali notturni, lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione e l’usura, spettano solo gli arresti domiciliari con la sola accusa di usura.
Non resta che attendere dalla direzione distrettuale antimafia le mosse che vorrà intraprendere, se la richiesta di rinvio a giudizio o strade diverse.