Madonna della melagrana di Botticelli

È proprio di oggi la notizia che un tondo conservato a Londra e fino ad oggi ritenuto un’imitazione della Madonna della Melagrana, dipinta da Sandro Botticelli nel 1487 ed esposta agli Uffizi di Firenze, è in realtà, autentico. O, per lo meno, opera della bottega fiorentina del grande maestro del Rinascimento. 
La nuova valutazione è arrivata dopo un restauro preceduto da una analisi dei pigmenti e da esami sugli strati a raggi X e infrarossi. Esami che, nella maggior parte dei casi, finiscono per sottrarre la patente di autenticità a molte opere ma che in questo caso hanno portato alla decisione opposta.
Il team di studiosi ha ripulito la tela da una vernice giallastra e da uno strato di sporcizia rivelando un altro disegno e alcune modifiche nella composizione, elementi inusuali per essere un’imitazione. Benchè più piccolo dell’originale custodito agli Uffizi, il dipinto di Londra è molto dettagliato e il restauro ha riportato alla luce anche una foglia d’oro nell’alone di Maria e le ali degli angeli così gli studiosi  hanno finito per certificarla come opera autentica del pittore italiano. 
Analizziamo l’opera
Questo dipinto venne commissionato nel 1487 dalla magistratura fiorentina dei Massai di Camera i quali volevano decorare la Sala delle Udienze che si trovava all’interno di Palazzo Vecchio.
Nella composizione i protagonisti sono vari: al centro la Vergine Maria che tiene tra le braccia il Bambino che a sua volta occupa la parte inferiore del dipinto. 
Intorno ai protagonisti si trovano gli angeli divisi in due gruppi da tre per un totale di sei. 
Essi hanno tutti lo sguardo diretto in punti diversi.
Gli angeli più esterni appoggiano su due festoni di rose bianche e rosse che alludono rispettivamente alla purezza di Maria e al sangue della Passione di Cristo. Portano con loro dei gigli bianchi che rappresentano la verginità di Maria. 
Gli angeli sono impegnati in diverse attività: c’è quello che spia il libro di un altro angelo; chi sussurra all’orecchio di un altro o chi rivolge lo sguardo verso lo spettatore coinvolgendolo all’interno della scena e convogliando l’attenzione verso i protagonisti della rappresentazione. 
Il significato della melagrana è controverso: c’è una scuola di pensiero che vuole rappresentarlo come simbolo di fertilità e ricchezza nel quale i grani rossi significherebbero il futuro sacrificio di Gesù per la salvezza dell’uomo. I chicchi della melagrana sono tutti vicini tra loro, simboleggiando la forte unità della Chiesa. Questa è stata fino a poco tempo fa l’interpretazione più accreditata.
Una nuova ipotesi si è però affacciata in questi anni e la si deve agli studi di un noto studioso della medicina nell’arte il Dottor Davide Lazzeri.
Secondo lo studio pubblicato su Interactive Cardiovascular and Thoracic Surgery dal gruppo del Dr Lazzeri, nel frutto tenuto in mano da Gesù, Botticelli avrebbe rappresentato l’anatomia perfetta di un cuore. 
Queste sorprendenti analogie con l’anatomia cardiaca e anche la posizione del frutto tenuto di fronte al lato sinistro del petto sovrastante la posizione del cuore, rendono probabile l’ipotesi avanzata dagli studiosi. 
Perchè l’artista avrebbe celato questi dettagli anatomici nelle sue opere?
Lo studio chiarisce che in quel periodo gli artisti spesso assistevano a lezioni di anatomia alla ricerca di una rappresentazione più realistica e scultorea del corpo umano. 
Non solo Botticelli avrebbe frequentato delle lezioni di anatomia a Bologna, ma sicuramente conosceva l’ampia collezione dei disegni anatomici di Leonardo. 
La melagrana è una raffigurazione fortemente simbolica e può dunque racchiudere vari significati soprattutto nelle opere religiose cristiane. 
Secondo lo studio dell’equipe del Dottor Lazzeri essa rappresenterebbe l’insieme della sofferenza e della resurrezione di Gesù e i suoi semini rossi il sangue da lui versato per salvare l’umanità.
Botticelli, del resto, non è l’unico artista che ha nascosto parti anatomiche nelle sue opere. 
A partire da Michelangelo, gli artisti si sono sbizzarriti anche con rebus, autoritratti e altre geniali trovate che sono state scoperte dopo anni, se non secoli. 
E dopo cinque secoli l’arte continua ancora a sorprenderci….