IL BULLISMO NON SI ARRENDE MAI
1.
di Roberto Fiordi 23/01/2016
Un’altra vittima di bullismo fra i giovani si lancia nel vuoto dalla finestra del secondo piano di camera sua, dopo aver lasciato scritto due lettere: una ai genitori per scusarsi del gesto e l’altra ai compagni di scuola chiedendo loro se dopo quel gesto fossero contenti.
Un incidente accaduto a una ragazzina dodicenne di seconda media, a Pordenone, il 18 gennaio scorso. Era una settimana che non andava a scuola a causa di un’infiammazione alle vie respiratorie e quando la madre è entrata nella sua cameretta per somministrarle la cura di aerosol la stanza era vuota, ma la finestra era aperta.
L’atroce sospetto si è materializzato quando si è affacciata alla finestra e ha trovato la figlia riversa per terra nel cortile sottostante, con un uomo che le stava prestando soccorso.
Fortunatamente lo scopo della dodicenne non è andato a buon fine, se così ci è permesso dire, in quanto l’impatto con la tapparella dell’appartamento di sotto ha rallentato il volo.
Ricoverata d’urgenza con prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva di Pordenone, i medici le hanno diagnosticato numerose fratture. Il sospetto che le fratture possano aver leso l’area spinale della ragazzina ha fatto sì che fosse richiesto immediatamente il trasferimento all’ospedale di Udine.
Il bullismo è una serie di manifestazioni violente di natura tanto psichica che fisica nei confronti di soggetti più deboli, e sono fenomeni che riguardano in particolar modo gli ambienti scolastici. Anche in altri ambienti si sviluppa assumendo nomi diversi come: nonnismo in ambito militare e mobbing in quello lavorativo.
Da un quindicennio a questa parte circa, c’è un’altra forma di bullismo che rientra sotto il nome di Cyberbullismo, detto anche cyberbullying, e riguarda una sorta di bullismo in web o in chat e che occupa una fascia elevata: si parla del 34%. Si tratta di far circolare in rete foto imbarazzanti o frasi disonoranti che possono costituire danni psicologici a chi li subisce.
Oggi non siamo in grado di quantificare il fenomeno del bullismo, però di dire che è in crescita questo sì. Sono i dati dell’Istat a rivelarlo, affermando che almeno un giovane su due, nell’ultimo anno, 2015, ne è rimasto vittima. Il bullismo incide molto sui giovani dagli 11-12 anni ai 17 e si manifesta attraverso insulti, sprezzanti soprannomi, prese di giro sui difetti che possano avere, arrivando addirittura a vere e proprie aggressioni. Il fenomeno ha due sviluppi: quello maschile e quello femminile. Il primo riguarda una forma di bullismo diretto, come appunto riportato sopra, che può andare a nuocere altri maschi o anche femmine, mentre il secondo è indiretto e le vittime prese di mira sono principalmente coetanee femmine. Questa forma di bullismo si sviluppa attraverso la diffusione di notizie false nei loro confronti, o episodi che le possano mettere continuamente in imbarazzo, o anche attraverso il cyberbullying.
Il bullismo riguarda nella fattispecie i giovani e sarebbe opportuno, pertanto, che le vittime facessero presente la situazione alla famiglia, prima di giungere a fare un gesto estremo, perché questo non vuol dire debolezza, anzi, vuol dire responsabilità e amore verso sé stessi. Da soli non si risolvono le situazioni e pertanto sarebbe utile da parte loro parlarne con un adulto che possa comprenderli e aiutarli in maniera disciplinata, altrimenti il rischio potrebbe essere quello di ottenere un risultato al contrario.
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Immagine fonte Google