Processione della Croce, la tradizione si ripete. Un tiepido sole primaverile ha “benedetto” la festa patronale

La processione, iniziata sotto una pioggia battente, ha potuto proseguire come da programma. La Croce, solitamente conservata alla Pieve di San Giovanni Decollato, rimarrà fino a domenica 5 maggio alla chiesa del Sacro Cuore

Un piccolo miracolo la Croce di Montemurlo l’ha fatto anche oggi. La tradizionale processione per la festa patronale della Santa Croce ha preso il via alle ore 16, come da tradizione, dalla pieve di San Giovanni Decollato sono una fitta pioggia, tanto che il prezioso crocifisso è stato riparato con un telo per preservarlo dalle intemperie. Dopo poche centinaia di metri, però, il cielo si è rischiarato e un sole primaverile ha “benedetto” la processione che è scesa dalla Rocca ed è proseguita per le vie di Montemurlo. Tante le persone che, nonostante il maltempo, durante il percorso si sono unite al corteo o che hanno seguito la processione sui bordi della strada o dalle finestre delle abitazioni. Ad aprire la processione erano presenti i musicisti della Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Montemurlo. Il parroco del Sacro Cuore di Montemurlo e vicario della Diocesi di Pistoia, don Patrizio Fabbri ha guidato la celebrazione religiosa, affiancato da don Gianni, da don Jarek della parrocchia di Fornacelle e da don Gildas della chiesa di Bagnolo. La Santa Croce di Montemurlo, prima di arrivare alla chiesa del Sacro Cuore, dove rimarrà fino a domenica 5 maggio, ha compiuto un lungo percorso attraverso il cuore della vecchiMontemurlo, toccando antichi tabernacoli, come quello di Fornacelle e del “campo santo” sulla via Montalese, luogo del miracoloso ritrovamento. La tradizione vuole infatti che la Croce nel 1326 fosse stata trafugata dalla chiesa della Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna. I ladri, in fuga verso Pistoia, dice la storia, che l’avessero nascosta nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che i malviventi lo cercavano di guadare. Da quel momento i montemurlesi hanno sempre avuto una profonda devozione per la Croce, ricorrendo a lei e portandola in processione in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie. Alle celebrazioni come ogni anno ha preso parte il gonfalone del Comune di Montemurloaccompagnato dal vice – sindaco, dall’assessore alle politiche sociali e dal capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia. Erano inoltre presenti il comandante della Polizia Municipale di Montemurlo, Gioni Biagioni e il comandante della Tenenza dei carabinieri di Montemurlo Rocco Quintino Preite.Una festa profondamente radicata nella comunità montemurlese, molto amata non solo dai credenti, ma da tutti i cittadini, come simbolo di identità e storia locale.

La Festa della Croce non finisce con le celebrazioni di oggi ma prosegue domenica 5 maggioDalla mattina nel borgo della Rocca si potranno stand enogastronomici e un mercatino di prodotti locali. Alle ore 9 da piazza Castello alla Rocca partirà una passeggiata fino al Albiano a cura dell’associazione Passione natura Bi-obbiettivi. Per info e prenotazioni 3471933742. Alle 10,30, invece, Luca Bonini, anima della Camminotte, darà vita ad una passeggiata con gli amici a quattro zampe. Nel pomeriggio visita ai giardini della Rocca e animazioni varie. Alle ore 20,30 dalla chiesa del Sacro Cuore ripartirà la processione che riporterà la Croce nella sua casa alla Pieve di San Giovanni. Inoltre, da non perdere, fino al prossimo 19 maggio nell’oratorio della Compagnia del Corpus Domini della Pieve di San Giovanni Decollato (piazza Castello) sarà possibile ammirare la piccola croce astile in bronzo e rame dorato – alta appena 34 centimetri- risalente al 1150 dell’antica chiesa di Albiano. La croce, conservata nel museo Diocesano di Pistoia, è stata riportata a Montemurlo dopo quarant’anni di assenza, cioè da quando fu rimossa dalla chiesa di Albiano, sulla collina montemurlese, oramai in stato d’abbandono. Un’occasione unica per rivedere sul territorio, oltre alla Croce astile di Jacopo D’Ognabene del 1300, un altro capolavoro di arte orafa, simbolo identitario del territorio.