AUDI GIALLA DATA ALLE FIAMME
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di Roberto Fiordi 30/01/2016
La Supercar, Audi gialla, ha cessato di correre nelle campagne del Trevigiano dopo che i malviventi in possesso gli hanno dato fuoco. E L’ipotesi più accreditata che li abbia spinti a farlo è quella che si siano sentiti braccati. La Supercar aveva seminato terrore in tutto il Nord-Est italiano con miraboliche manovre tipiche di un pilota esperto, sfrecciando come un proiettile lungo strade e autostrade e arrivando addirittura a compiere inversioni di marcia in piena notte, e a forte velocità, sul Passante di Mestre e a percorrere l’autostrada contromano per ben cinque chilometri, per sfuggire ai posti di blocco e agli inseguitori, costando la vita a una donna morta in un incidente. Scene tipiche da film poliziesco. Si trattava di un”Audi RS4 di colore giallo, riportante targa svizzera, che era stata sottratta a un russo lo scorso 26 dicembre in un parcheggio dell’aeroporto di Malpensa. Un’automobile sportiva, dalle eccellenti prestazioni, che monta un motore Lamborghini, capace di raggiungere i 100 chilometri orari in soli 4,7 secondi e che i criminali avevano utilizzato per compiere rapine. All’Asaps, l’Associazione Amici Della Polizia Stradale, si sono chiesti se si fosse trattato di una sfida alle forze dell’ordine, oppure una sorta d’iniziazione alla guida di qualche giovane delinquente qui in Italia, dal momento che è stato ipotizzato che i tre malviventi a bordo siano di provenienza albanese.
Il 16 gennaio scorso era stato il giorno che aveva segnato l’entrata in scena dell’auto nel ruolo principale essendo l’unico indizio nelle mani delle forze dell’ordine. I malviventi quel giorno avevano tentato un furto in un appartamento ad Albano Terme, ma sorpresi sono stati costretti a fuggire. C’è stato l’immediato intervento della polizia da dove ne è scaturito anche uno scontro a fuoco. I banditi ne hanno avuto la meglio e sono riusciti a non farsi prendere. Nei giorni successivi i furti si sono susseguiti, e gli spostamenti dell’auto avvenivano soltanto fra un furto e l’altro e i pattugliamenti di polizia non sono stati in grado di fermare la banda. La polizia aveva messo a disposizione anche due Lamborghini, per equiparare la velocità dell’Audi che arriva a sfiorare i 300 chilometri orari, e per la cattura di questi malviventi erano stati disposti anche agenti in borghese sparsi nei luoghi dove i banditi si sarebbero potuti fermare per fare rifornimento. Ma a nulla è servito, neppure gli elicotteri che si sono alzati in volo.
Secondo indiscrezioni, i banditi ogni volta che si sentivano braccati o inseguiti dalla polizia nascondevano la loro vettura in un garage in attesa che si calmassero un po’ le acque e le forze dell’ordine hanno ipotizzato che una base dei banditi fosse stata in Veneto, tra le province di Vicenza e Treviso. La supposizione era scaturita sulla base di avvistamenti dell’Audi gialla poi fuggita in corrispondenza di imbocchi stradali in attinenza di queste due città.
Adesso, però, che l’Audi è stata data alle fiamme, la polizia non ha più un importante punto di riferimento su cui appoggiarsi, e inoltre i malviventi sono liberi di rubare un’altra macchina e mettere a segno altri colpi.
Tuttavia i malviventi hanno compiuto un passo falso. Anche se hanno incendiato l’Audi, cercando di far scomparire tracce d’ogni genere, nel bagagliaio dell’ormai carcassa è stato rinvenuto un un piede di porco, e qui potrebbero esserci impronte digitali.
Ma complicare la situazione della polizia ci si mette proprio la legge italiana, e difatti, al momento, i malviventi avrebbero solo pochi capi d’accusa pendenti sulla testa. Le condanne che potrebbero piovere addosso ai criminali sono, per adesso, quelle di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, furto d’auto, ricettazione e tentato furto. Quella dell’omicidio stradale non sarebbe facile dimostrare che alla< guida ci fosse stato qualcuno di loro.
- Immagine fonte google