Cittadinanza onoraria simbolica permanente ai bambini saharawi ospiti sul territorio
Ieri è arrivato il gruppo di bambini saharawi ospiti del Comune e del Gruppo trekking La storia Camminata. Saranno diecifamiglie montemurlesi ad accogliere i piccoli ambasciatori di pace. Dopo la deliberazione del consiglio comunale, la cerimonia ufficiale per il conferimento della cittadinanza onoraria si svolgerà domenica 21 luglio ore 21 in sala Banti
Fino a quando non verrà riconosciuto il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi, esule nell’inospitale deserto del Sahara algerino fino dal 1975, il Comune di Montemurlo concederà la cittadinanza onoraria simbolica permanente ai bambini saharawi che ogni anno sono ospiti sul territorio.
La decisione è stata presa dal consiglio comunale di Montemurlo durante la seduta del 10 luglio scorso, per esprimere in modo concreto la propria solidarietà verso la lotta pacifica di un popolo che da oltre quarant’anni chiede il riconoscimento dello Stato saharawi e il rispetto dei diritti umani dei saharawi che vivono nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco nel 1974. La cerimonia ufficiale per concessione della cittadinanza onoraria simbolica ai bambini saharawi si svolgerà domenica 21 luglio alle ore 21 al teatro della Sala Banti e sarà il sindaco Simone Calamai a conferire ai bambini il riconoscimento.
Un documento che è stato approvato a pochi giorni dall’arrivo del gruppo dei dieci piccoli ambasciatori di pace saharawi, che ieri, domenica 14 luglio, sono giunti a Montemurlo, non solo per trascorrere una vacanza lontani dalle temperature torride deserto (in questo periodo arrivano a oltre 50 gradi), ma anche per continuare a tenere alta l’attenzione internazionale sulla vicenda del loro popolo. Oggi a Casa La Fonte ad Albiano i piccoli saharawi, dieci bambini dell’età di dieci anni e la loro accompagnatrice, hanno incontrato i loro coetanei montemurlesi che da stasera li ospiteranno in famiglia e condivideranno con loro il momento del riposo notturno.
« Montemurlo è un Comune che accoglie. – sottolinea Alberto Fanti, l’assessore alle politiche sociali che oggi ha incontrato i bambini saharawi ad Albiano – Grazie alla preziosa collaborazione del gruppo trekking La storia Camminata e delle famiglie montemurlesi riusciamo a far vivere un periodo di serenità a questi bambini, che vengono mandati dalle loro famiglie in Europa a svolgere una vera e propria missione di pace. Bambini che sono testimoni dei diritti umani negati e della dignitosa povertà in cui vivono i rifugiati nelle tendopoli algerine. Allo stesso tempo l’incontro con una realtà così dura e lontana offre un prezioso insegnamento di solidarietà ai nostri bambini, che condivideranno con il gruppo saharawi giochi e momenti di vita quotidiana».
L‘accoglienza dei bambini saharawi è il frutto del rapporto d’amicizia ultra decennale tra Montemurlo e la comunità saharawi:dal marzo del 1995, infatti, il Comune sotto la Rocca è gemellato con il Comune saharawi di Bir Lehlu.
I bambini saharawi rimarranno a Montemurlo una settimana, dopo di che si sposteranno a Calenzano, Lucca e quindi trascorreranno un periodo al mare a Rosignano Solvay. Durante questi giorni i piccoli vivranno momenti di gioco in piscina e continueranno a sorridere con i bambini del centro estivo comunale, con i quali mercoledì visiteranno la fattoria didattica della Villa Del Bello a Vaiano; i giochi e l’animazione saranno curati da due giovani volontari montemurlesi, Alessandra Corti e Giovanni Nincheri. Un soggiorno che sarà molto importante anche per effettuare uno screening sanitario accurato, impossibile da praticare nei campi profughi. A questo proposito la giunta del Comune di Montemurlo ha deliberato un contributo di 1500 euro che va a finanziare, insieme agli altri Comuni della provincia, la convenzione per l’accoglienza dei piccoli saharawi sul territorio (compartecipazione alle spese di viaggio, alle cure sanitarie ecc…).
Il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, avrebbe dovuto, secondo le deliberazioni della Corte Internazionale dell’AIA e delle numerose risoluzioni dell’ONU, esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione fin dal 1975, ma nello stesso anno il territorio, in occasione della cosiddetta “Marcia Verde”, fu invaso ed occupato dal Marocco. A seguito di tale invasione, parte della popolazione nativa fu costretta a fuggire, sotto i bombardamenti dell’aviazione marocchina, verso l’Algeria dove vive da allora in campi di rifugiati nell’inospitale deserto algerino nei pressi di Tindouf, in condizioni al limite della sopravvivenza. Da allora si sono ripetuti nel tempo episodi di violenza e persecuzione nei confronti di cittadini saharawi residenti nelle zone occupate.