Maso Notarianni di Mediterranea – Saving Humans incontra gli studenti del liceo “Umberto Brunelleschi”
Insieme a lui don Marco Natali, parroco della chiesa di San Bartolomeo e componente di Libera Prato. L’iniziativa è promossa dall’assessorato alle pari opportunità del Comune di Montemurlo per celebrare la giornata mondiale dei diritti umani
Il 10 dicembre in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani e il Comune di Montemurlo ha promosso, proprio in questa mattina così significativa, un incontro tra gli studenti del liceo “Umberto Brunelleschi” di Oste e Maso Notarianni, giornalista, tra i fondatori di Mediterranea-Saving Humans, l’organizzazione non governativa nata in Italia nell’ottobre 2018 con l’intento di soccorrere migranti nel Mar Mediterraneo lungo la rotta libica. Notarianni ha raccontato ai ragazzi, riuniti nella palestra della scuola, il suo lavoro in mare, il salvataggio di tante vite umane, molte volte stipate su gommoni di appena 5 metri, neppure visibili ai radar. Racconta con orrore di quanto accade nei centri di detenzione libici, dove sono imprigionati migliaia di migranti, sottoposti a violenze, torture, stupri pur di ottenere dai loro familiari i soldi necessari per affrontare la traversata verso le coste italiane. Notarianni ha poi criticato duramente il finanziamento italiano alla Guardia Costiera libica per il pattugliamento dei confini, poiché molte di queste persone sono le stesse che gestiscono i centri di detenzione, dove si consumano le atroci violenze.
« Mi sento fortunato a fare quello che ho fatto e che sto facendo – dice Notarianni- perché cosa potremo raccontare ai nostri figli, quando ci chiederanno “dove eravate quando si consumava questo sterminio solo a pochi chilometri da voi?” Salvare vite in mare significa salvare un po’ della nostra umanità. Attraverso momenti d’incontro con i giovani come questo di stamattina si può sperare che la dichiarazione dei diritti dell’uomo non rimanga solo un pezzo di carta, ma che sia condivisa e che garantisca diritti a tutti». All’incontro erano presenti anche il comandante della polizia municipale, Gioni Biagioni, la preside del liceo Brunelleschi, Maria Grazia Ciambellotti, il presidente di Arci Prato, Enrico Cavaciocchi e l’assessore alle pari opportunità del Comune di Montemurlo, Valentina Vespi che ha detto:« L’incontro di stamattina vuol essere un’opportunità per parlare con i giovani, il futuro del nostro Paese, di accoglienza e diritti umani. Speriamo che le testimonianze di Notarianni e di Don Marco Natali possano suscitare riflessioni positive negli studenti. Il Comune di Montemurlo da anni è impegnato in progetti di inclusione per migranti e proprio recentemente è partita un’esperienza di “volontariato sociale” che vede protagoniste le donne straniere residenti sul territorio. Piccoli ma importanti passi sulla strada dell’accoglienza e dei diritti». Don Marco Natali, parroco della chiesa di San Bartolomeo a Prato, vicedirettore dell’ufficio pastorale, sociale e lavoro e componente di Libera Prato, ha raccontato agli studenti la sua storia di prete lavoratore, il suo impegno di accoglienza con i migranti, un impegno che non si limita a fornire loro un piatto caldo ma di dare loro quei gesti che li fanno sentire umani, come un abbraccio:« Perché ciascuna persona porta in sé l’immagine di Dio e del mondo. – e quindi don Marco invita i ragazzi – A non avere paura, a non fare paura e a non abbandonare nessuno nella paura, l’unico modo per restituire a noi stessi un briciolo di umanità». Don Marco ha concluso citando il pensiero di Antonio Gramsci “Odio gli indifferenti” ed ha invitato i ragazzi ad essere dei sognatori per costruire un mondo migliore.
E questa sera, 10 dicembre, tra i seicento sindaci italiani attesi a Milano alla marcia per Liliana Segre ci sarà anche il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai. «Ho ritenuto importante partecipare per esprimere la solidarietà della comunità montemurlese alla senatrice Segre, dopo le indegne minacce che ha subito. – dice il sindaco Calamai – Inoltre la mia presenza è un modo per ribadire il valore della memoria contro ogni forma di negazionismo. Esserci significa di no all’indifferenza e all’odio».