Distretto pratese: entro venerdì le linee guida per ripartire
Prato – È iniziato martedì 14 aprile alle ore 16 via Web il primo di una serie di incontri per fissare delle linee guida per riaprire in sicurezza le imprese, secondo le proprie competenze e peculiarità di settore, purché si metta al primo posto la salute dei cittadini.
E’ questo in sintesi quanto emerso dal tavolo di lavoro che si è svolto tra il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore allo Sviluppo economico Benedetta Squittieri e le parti sociali. Vi hanno partecipato i sindacati Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Camera di Commercio e Palazzo delle Professioni con i Consulenti del lavoro.
Tutti hanno concordato sulla preoccupazione delle conseguenze che una chiusura prolungata delle imprese ha sul tessuto economico pratese, così come della necessità di riaprire tutelando la salute di lavoratori e imprenditori. “Dobbiamo trovare una modalità operativa concreta perché le imprese possano aprire in sicurezza e lo facciamo partendo da questo confronto di oggi per poi lavorare sin da domattina nello stilare linee guida che tengano conto delle diverse peculiarità delle aziende del nostro territorio sia per comparto sia per dimensioni – ha sottolineato il sindaco Biffoni -. Ho chiesto quindi alle parti sociali di lavorare da subito a una messa a punto di queste linee guida, così da poterle portare all’attenzione sia della Regione sia del Governo tramite la prefettura.
Linee guida che saranno condivise anche con i parlamentari del territorio e i rappresentanti regionali che convocherò già per venerdì mattina, e per poterle condividere con tutti i rappresentanti istituzionali. Dobbiamo tenere conto delle diverse specificità e delle diverse esigenze tra le grandi imprese, più strutturate, e le piccole aziende artigiane per le quali magari potrebbe essere trovata una forma di sostegno di fronte ai costi inevitabili per mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro. Adesso dobbiamo lavorare sin da domattina e arrivare a una bozza di protocollo in pochi giorni”.
Alle parole del Sindaco Biffoni fanno eco quelle di Francesco Marini della “Marini Industrie” e Vicepresidente Confidustria Toscana Nord. “L’incontro è sicuramente un passo avanti rispetto al passato, ma ora bisogna che si scriva al più presto un documento condiviso da tutti. Da domattina.
Il nostro distretto industriale è fatto da tante piccole e medie aziende e l’apertura in deroga prevista dal Dpcm del 10 aprile consente solo il riavvio dello scarso 10% delle imprese che sono quelle riconvertite alla produzione di mascherine o aziende tecniche. Ed invece è praticamente fermo il 90% del tessile.
Qui c’è bisogno di far ripartire l’intera filiera pratese cominciando dal settore moda. Se esso non riparte in tempi brevi, sarà la fine del distretto tessile che è uno dei più importanti d’Europa e saranno inevitabili le ricadute in negativo sul territorio. Perché non si tratta di far guadagnare l’imprenditore (del suo guadagno non si parlerà che di qui a due anni, se va bene!), ma di dar ossigeno all’economia locale non facendo perdere posti di lavoro,pagare gli stipendi,e le tasse.
Noi di Confindustria Toscana Nord abbiamo già scritto insieme a Cna e Confartigianato a Rossi, a Patuanelli e a Conte evidenziando numeri alla mano le perdite stratosferiche del settore che si aggirano sui 20 milioni di euro al giorno, nonché di moltissimi posti di lavoro. E ora ci accingiamo a mettere mano con tutta la nostra buona volontà ad un nuovo protocollo perché Prato diventi il modello industriale da cui ripartire.
Ma ci vuole anche la volontà politica che finora è stata tiepida e che non deve fermarsi sui tempi. Non possiamo più aspettare anche perché la pandemia che si è diffusa in Europa non ha fermato la produzione manifatturiera in Francia, in Spagna che pure registra numeri altissimi di malati, in Germania; la Cina è ripartita, la Corea non ha mai smesso di produrre come il Giappone.
Dunque a rimetterci saremmo soltanto noi che non possiamo esportare e perdiamo commesse e clienti che si rivolgeranno ad altri Paesi. Rischiamo di gettare al vento produzioni tessili che nessuno vorrà più comprare perché il nostro export è stagionale. Non sappiamo come andrà a finire se il governo metterà mano a un decreto particolare per il distretto pratese o se alla fine passerà il concetto di salvare il settore moda. Probabile allora una riapertura il 20 aprile purché, come ci hanno chiesto e noi assicurato, virtuosi e in sicurezza.”
fonte Stamp Toscana