Prato, per il tribunale del Riesame il “lupo mannaro” resta ai domiciliari
Prato – Lupo mannaro, diavolo e detentore di poteri soprannaturali era come si presentava ai suoi adepti lo studente più che ventenne a capo di una setta, che per diverso tempo era stato capace di manovrare la mente a giovani ragazzi, fra i quali – all’epoca dei fatti – anche minorenni, per indurli a fare sesso con lui.
La sentenza di primo grado emessa lo scorso giugno prevedeva per l’imputato gli arresti domiciliari e il tribunale del Riesame di Firenze ne ha dato la convalidato, respingendo la richiesta di revoca presentata dai legali del giovane, Sigfrido Feynes e Nicola Badiani, come riporta la cronaca dei quotidiani La Nazione e Prato Notizie.
Secondo il parere dei giudici, l’imputato sarebbe un soggetto inaffidabile e con una grande propensione a delinquere – sono notizie documentate nei quotidiani sopra citati – privo di adeguato autocontrollo e di senso morale. È quanto possiamo leggere nelle motivazioni. “Le condotte – sostengono ancora i giudici – sono indice di disprezzo e dell’insensibilità dimostrate dall’imputato per la dignità umana, con un approfittamento della situazione di sofferenza psicologica e delle difficoltà esistenziali di giovanissimi soggetti, anche minorenni“.
Le accuse che sono state mosse nei confronti dell’indagato si riferirebbero alla sua propensa capacità di manovrare la mente delle sue vittime e sulla base di questo abbia potuto approfittarsi per diverso tempo di loro con atti sessuali in una narrativa sempre più crescente di malcapitati.
Sono state molte le denunce presentate alla polizia da parte dei genitori delle vittime, la quale ha indagato sui fatti ed ha ricostruito la vicenda. A chiedere l’arresto era stata la Direzione distrettuale antimafia di Firenze che ha competenza per questo tipo di reato.