Da lunedì 19 ottobre nel presidio distrettuale di Montemurlo arriva l’infermiere di famiglia Un team di 6 infermieri per le cure a casa dei cittadini
Da lunedì 19 ottobre nel presidio distrettuale di Montemurlo arriva l’infermiere di famiglia a disposizione degli oltre 19.000 abitanti del Comune.
Il modello dell’infermiere di famiglia, che è già stato attivato nei presidi distrettuali di Poggio e Carmignano, Vernio e Vaiano, dal 19 ottobre prenderà il via anche a Montemurlo ed entro la fine dell’anno entrerà in funzione su tutto il territorio pratese. A Montemurlo sarà presente un team di sei infermieri di famiglia, nel rapporto di uno per 3.200 abitanti.
Il servizio infermieristico territoriale sarà garantito tutti i giorni dalle ore 7 alle 19, dal lunedì alla domenica, compreso i festivi. Ogni infermiere avrà poi un numero di cellulare al quale le famiglie potranno far riferimento per le varie necessità di cura e di assistenza durante la giornata. Un modo anche per evitare accessi impropri al pronto soccorso, ma trovare subito una figura di riferimento alla quale rivolgersi per trovare soluzioni alle necessità assistenziali dell’utente e dare così sollievo a tutta la famiglia.
Quello dell’infermiere di famiglia infatti è un modello assistenziale che prevede la presa in carico della singola famiglia e dell’intera comunità che insiste in un’area territoriale.
«L’infermiere di famiglia rappresenta un importante servizio per avvicinare i servizi sanitari ai cittadini attraverso il potenziamento dell’assistenza territoriale. – sottolinea il sindaco di Montemurlo Simone Calamai – Inoltre gli infermieri rappresenteranno dei veri punti di riferimento per le famiglie che talvolta, nel dover gestire l’assistenza ai propri congiunti, si trovano disorientate. Un riferimento dunque dal un punto di vista sanitario e relazionale, ma anche un supporto per la gestione delle pratiche amministrative per la richiesta, ad esempio, dei vari ausili per il malato o altri servizi accessori».
L’infermiere di famiglia infatti è un riferimento per le famiglie e garantisce una presa in carico personalizzata assicurando la continuità assistenziale ed una risposta pro-attiva e di prossimità: al domicilio e nel territorio dove il bisogno assistenziale si presenta. L’infermiere lavora in collaborazione con il medico di medicina generale e gli altri professionisti del percorso assistenziale in modo da fornire le risposte più appropriate ai bisogni di salute, assicurare la gestione delle malattie croniche e delle disabilità ed i processi di cura e assistenza dopo le dimissioni dall’ospedale.
«La partenza del progetto infermiere di famiglia sul territorio del Comune di Montemurlo è un ulteriore tassello nell’implementazione della rete dei servizi territoriali della zona pratese e in questo periodo di emergenza sanitaria abbiamo verificato come sia parte essenziale del sistema sanitario. – ha detto Lorena Paganelli, direttore zona distretto e Società della Salute Area pratese -Il progetto è parte integrante di un modello di sanità territoriale che vede al centro la persona e la sua famiglia con attorno i vari servizi sociali e sanitari che si integrano fra loro, con un ruolo fondamentale del medico di medicina generale, che lavorano insieme per far si che la persona possa essere curata e assistita il più’ possibile al proprio domicilio ed evitare così accessi ospedalieri impropri, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria Covid».
L’infermiere di famiglia ha anche il compito di orientare il cittadino e la famiglia verso gli accessi più appropriati ai servizi ed ai percorsi di salute, è un punto di riferimento che si aggiunge a quello fondamentale rappresentato dal medico di medicina generale.
«L’infermiere di famiglia rappresenta una figura di riferimento per tutto il nucleo familiare, non solo per la persona che necessita di assistenza. – spiega Sonia Simonetti, posizione organizzativa infermieristica – L’infermiere infatti prende in esame la situazione di tutta la famiglia dell’assistito e può richiedere l’integrazione dei servizi sociali o richiedere la consulenza di esperti in varie discipline, in una presa in carico più amplia, che tuteli anche la qualità della vita del nucleo familiare»
Anche durante il periodo della pandemia della scorsa primavera, questa figura professionale non si è mai fermata e ha assicurato risposte a tutti gli assistiti, senza interruzione, garantendo accessi giornalieri che hanno evitato in molti casi l’ospedalizzazione.
Per la continuità assistenziale nel fine settimana saranno attivati dei briefing nella sede del distretto di Montemurlo, durante i quali gli infermieri di famiglia condivideranno le problematiche dei singoli utenti con i colleghi in servizio nel giorno festivo, in modo che siano garantite le migliori modalità organizzative ed assistenziali in sicurezza. A queste riunioni parteciperanno anche i medici delle cure palliative, in presenza e/o anche a distanza attraverso video-chiamate, pertanto gli infermieri di famiglia garantiranno una risposta anche ai pazienti oncologici o con problemi legati al fine vita.
Anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Montemurlo, Alberto Fanti mette in evidenza il valore del servizio dell’infermiere di famiglia per la comunità montemurlese:«Con l’infermiere di famiglia la sanità territoriale entra davvero nelle case dei cittadini. Un sostegno a 360 gradi, non solo per il paziente, ma di tutta la famiglia, che spesso si trova in difficoltà a gestire la fase dell’assistenza del malato dopo le dimissioni dall’ospedale. Un servizio fondamentale che consente di occuparsi della salute della comunità in maniera puntuale e con una visione complessiva, un presidio ancora più importante in questa fase di pandemia ».
L’infermiere di famiglia è inoltre in stretto contatto con il medico della salute mentale che è presente nel distretto due mattine a settimana, e con l’infermiere della salute mentale di riferimento per la zona di Montemurlo; l’integrazione di questi professionisti permette all’equipe assistenziale di garantire una migliore valutazione del disagio psichiatrico ed una precoce presa in carico del singolo utente. « Nel nostro lavoro guardiamo al malato non come paziente ma come persona inserita in un contesto familiare e sociale- conclude Caterina Tezza, coordinamento infermieristico del distretto Usl di Montemurlo- Per questo cerchiamo, non solo di offrire assistenza, ma anche di sviluppare la parte emotiva e di sensibilizzazione delle persone che abbiamo in carico».