Eros e Thanatos in “Avrei voluto portarti sulla luna, ma ho trovato posto solo al lago” della scrittrice Anita
Classe 1988, genovese, un’anima dolce e sensibile che si è affidata alla scrittura per riuscire ad affrontare paure e fragilità. Potremmo riassumere così Anita, nome di fantasia che le ha permesso di liberarsi dalla convinzione di essere sbagliata, riconquistando sé stessa.
“Avrei voluto portarti sulla luna, ma ho trovato posto solo al lago” segna il suo esordio letterario, una storia dalla grande carica emotiva in cui il lettore, come se fosse preso per mano dalla protagonista, compie al suo fianco un viaggio in un amore drammaticamente meraviglioso.
Anita, come definiresti la tua creatura letteraria, la tua figlia di carta?
Sì, una meravigliosa e fantastica figlia di carta che mi sta regalando solo soddisfazioni, che mi ha messo davanti a ostacoli che pensavo insuperabili, dimostrando a me stessa di poterli affrontare, regalandomi autostima e deliziandomi con un po’ di orgoglio nei confronti di me stessa.
Qual è il pregio e quale il difetto che trovi nelle tue pagine?
Pregio e difetto penso siano racchiusi nella stessa motivazione.
Il pregio del libro è stata la voglia di urlare per far ascoltare la mia voce, per farmi conoscere sotto altri aspetti, portando così il lettore a empatizzare con l’opera senza difficoltà, potendosi confrontare in questo modo direttamente con i miei sentimenti. Il difetto è stato dettato dall’inesperienza e dall’essere stata travolta dalla mia emotività, fattori che mi hanno portata a trascurare un po’ la parte strutturale del testo.
Se oggi Anita riscrivesse la storia, cambierebbe qualcosa in nome di quella rinascita che ha provato?
Assolutamente sì, la cosa che attualmente mi dispiace è non avere avuto il coraggio di dare alla mia opera il vero nome, nascondendomi dietro a sciocche paure e insicurezze, sono molto orgogliosa del lavoro fatto, quindi avrei dovuto dargli più importanza valorizzandomi.
Il titolo Avrei voluto portarti sulla luna, ma ho trovato posto solo al lago lascia presagire la volontà di fare qualcosa ma senza esserci riusciti, accontentandosi di una occasione di ripiego. Trovi anche nel tuo vissuto qualche scelta o forzatura analoghe?
Al momento mi ritengo fortunata, la mia vita sta prendendo una direzione inaspettata, ma decisamente molto interessante, sto crescendo come essere umano, prendo giorno dopo giorno consapevolezza di chi sono, un cambiamento che mi sta portando grandissime soddisfazioni, mi auguro di poter continuare così.
Un’ultima curiosità: sei una persona che si definisce “dalla lacrima facile”, ma anche con un sorriso solare e dolcissimo. Qual è l’ultimo libro che ti ha fatta sorridere/ridere? E l’ultimo che ti ha fatta commuovere/piangere?
I libri che mi hanno commosso sono moltissimi, il primo che mi viene in mente è “Amore” di Inoue Yasushi, per quanto riguarda il sorridere li posso contare sulle dita di una mano e ne avanzerebbero, sicuramente quello dell’autore Giuseppe Culicchia “Essere Nanni Moretti”.