Il Cgfs forma 76 educatori sportivi e presenta un innovativo modello d’insegnamento
Tre giornate d’alta formazione, 76 educatori pratesi coinvolti e la creazione di un nuovo modello di valutazione delle competenze acquisite nello sport dai bambini dai 5 agli 11 anni. Sono i numeri dell’attività di formazione promossa dal Centro Giovanile di Formazione Sportiva nel corso del passato weekend (percorso che rientra nel progetto ‘Prato dove lo sport è cultura’). Tre giorni che hanno visto specializzarsi sia educatori che hanno già collaborato col Cgfs, che giovani che vogliono avvicinarsi all’insegnamento della pratica sportiva da una nuova prospettiva.
A condurre lezioni e workshop sono stati i docenti del comitato scientifico del Cgfs, Salvatore Conte, Francesca Vitali, Andrea Ceciliani, Valter Durigon e Gennaro Testa, oltre al direttore generale Mirko Bassi, alla responsabile del dipartimento Multisport Daniela Pecchioli e al responsabile del dipartimento Discipline Acquatiche Andrea Natali. I corsi si sono tenuti al ‘Nuovo Sottotono’ di Carmignano e nella nuova sede di via Fabbroni del Centro Giovanile.
La prima giornata si è rivolta, in presenza, a un gruppo di 27 operatori del settore nuoto che per la prima volta partecipavano a una formazione su tematiche ampie e non indirizzata all’insegnamento tecnico del gesto natatorio. Si sono così approfondite le metodologie inclusive in ambiente acquatico, il linguaggio e la comunicazione coinvolgente, e le interazioni da sviluppare con i genitori degli atleti in un ambiente complesso come quello delle piscine. “Un percorso per diventare educatori a 360° e non più solo istruttori di un gesto tecnico – spiega Salvatore Conte, direttore del comitato scientifico del Cgfs -. Oltre a specializzarsi nella tecnica gli educatori, oggi più che mai, devono fare più attenzione anche all’aspetto psicologico dei bambini. Per questo abbiamo presentato lezioni che coniugavano aspetti teorici con quelli pratici”.
La seconda giornata di corsi è stata rivolta a 28 giovani operatori della città: alcuni avevano già collaborato in estate col Cgfs, altri provenivano da società, associazioni e percorsi sportivi esterni al Centro Giovanile. Qui si è parlato anche di clima motivazionale, della necessità di variare la pratica così da non rendere monotono e ripetitivo il gesto atletico. “L’apprendimento non deve essere ripetitivo – aggiunge Conte -. E’ necessario insegnare in modo coinvolgente e variato ai bambini. A lezione ho visto giovani educatori vogliosi di imparare e di specializzarsi. Da tempo portiamo avanti la didattica per competenze: spieghiamo agli istruttori che al bambino non insegniamo solo quali sono i gesti e le abilità, ma pure il sapere essere autonomo, cooperare e sviluppare interazioni interpersonali. Il giovane atleta non impara solo il gesto tecnico, ma anche a sapersi relazionare e ad ascoltare. E’ un apprendimento totale, completo”.
Infine, nell’ultima giornata, la formazione specializzata di un gruppo di lavoro avanzato. Ventuno educatori che hanno lavorato sulle competenze e sulla loro valutazione. Arrivando tra l’altro a produrre un innovativo modello su come anche nello sport si possano andare a valutare direttamente le competenze. Una matrice omogenea applicabile dai 5 agli undici anni: la fascia d’età di sviluppo del Multisport. “Un lavoro molto particolare, difficile, complicato, innovativo – conclude Conte -. Ci lavoriamo da un anno con confronti, riunioni e workshop. Ora siamo arrivati a una nuova matrice di raccolta dati, informazioni e di valutazione”.
La ‘buona pratica’ del Cgfs è stata presentata nei giorni scorsi anche al festival dello sport e della cultura di Montebelluna, come esperienza nazionale di rilievo. “Un motivo di grande soddisfazione per tutto il Centro Giovanile – conclude il presidente del Cgfs Gabriele Grifasi -. Cercheremo di fare rete assieme alle associazioni simili alla nostra di tutta Italia per portare avanti un’idea di sport diversa: non solo insegnamento della disciplina ma anche un modello di formazione, sviluppo e crescita dei ragazzi”.