Il Comune di Montemurlo contro il rapporto Ispra: mai consumato così tanto suolo
Secondo i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale risulterebbe che Montemurlo avrebbe consumato tra il 2019 e il 2020 11,12 ettari di suolo naturale. Il sindaco Simone Calamai:«Nel calcolo delle superfici è stata calcolata erroneamente la realizzazione della cassa d’espansione del Pontetorto e i lavori per la realizzazione del parco del centro cittadino dove sono stati fatti solo movimenti di terra e non nuove costruzioni»
Il Comune di Montemurlo contesta i dati rilevati dal rapporto Ispra 2021 (l‘Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul consumo di suolo in Italia, dal quale risulterebbe che Montemurlo avrebbe consumato, tra il 2019 e il 2020, 11,12 ettari di suolo naturale.
L’argomento è stato tratto nel corso dell’ultimo consiglio comunale in risposta ad una mozione presentata dall’opposizione. « Dalle verifiche che abbiamo effettuato con i nostri uffici, siamo giunti alla conclusione che si tratta di un’errata interpretazione di Ispra dei dati rilevati dalle foto satellitari, che hanno considerato come suolo consumato le aree interessate dai lavori della nuova cassa di espansione a nord della Pontetorto, un terreno lungo via Scarpettini e l’area del nuovo centro cittadino (Pg1), dove sono stati effettuati solo dei movimenti di terra», spiega il sindaco Simone Calamai.
L’Ispra utilizza, infatti, una metodologia di ricerca che usa la fotointerpretazione di dettaglio delle immagini satellitari e delle ortofoto aeree. Dalla verifica effettuata dagli uffici comunali risulta che le aree individuate nella mappa Ispra si riferiscono ad aree di completamento edilizio, che hanno attuato previsioni presenti già nella strumentazione urbanistica del 1996 (via Barzano, via Pertini, via Mazzini), nel regolamento urbanistico del 2010 (gli insediamenti industriali di via Palermo), l’area intorno alla fabbrica della Pontetorto e un terreno lungo via Scarpettini, all’altezza del nuovo parcheggio, che erroneamente sono state individuate come nuovo consumo di suolo.
Inoltre, l’area intorno alla Pontetorto, interessata dal movimento di terra per la realizzazione della nuova cassa di espansione, riguarda un’ area assai meno ampia rispetto a quella individuata da Ispra, corrispondente a circa 75.700 metri quadri. La superficie effettivamente interessata dall’intervento, infatti, risulta essere 18.700 metri quadrati, quindi ben 57mila metri quadri in meno (pari a circa 5,7 ettari) rispetto a quella che è stata conteggiata come nuovo consumo di suolo. Nel conteggio rientra poi l’area su via Scarpettini, dietro al nuovo parcheggio, che misura circa 5600 mq (pari a 0,5 ettari), mentre l’area interessata dai lavori per la realizzazione del progetto PIU, corrisponde a 2,2 ettari.
«Se si sottraggono pertanto tali quantità da quelle individuate dal Rapporto Ispra, per Montemurlo si ottiene un valore di circa 2,7 ettari, che risulta molto al di sotto della quantità individuata da Ispra per Montemurlo di oltre 11 ettari», continua il sindaco Calamai– Le scelte urbaniste attuate dal Comune negli ultimi anni hanno sempre privilegiato la strada del risparmio del consumo del suolo, della perequazione e del riutilizzo delle aree dismesse. Gli interventi che hanno interessato il nostro territorio nel 2019-2020, riguardano per la maggior parte aree di completamento edilizio, già urbanizzate, che hanno inciso ben poco sul nuovo consumo di suolo, per il calcolo del quale si considera solitamente le aree che dal rurale passano all’ urbano».
Rimane il fatto che problema del consumo di suolo in Italia rappresenta senza dubbio una fenomeno importante, che va attentamente monitorato e contenuto, se si considera che nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato 56,7 km quadrati del territorio nazionale, corrispondenti in media a più di 15 ettari al giorno. Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti. Una crescita delle superfici artificiali che solo in parte è compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km quadrati, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato.