“Caro-energia”, il sindaco Calamai scrive al presidente Mario Draghi: « Così il distretto rischia di chiudere»
Il sindaco Calamai rappresenta al capo del Governo la sofferenza della filiera tessile (soprattutto tintorie, rifinizioni e finissaggi). Costi, nel caso del gas, anche quintuplicati rispetto al 2021: «Vanno trovate soluzioni immediate. Non si tratta di “stringere la cinghia”, ma veder chiudere definitivamente imprese che ogni anno fanno milioni di fatturato e che danno occupazione a migliaia di persone»
Il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai, ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, per rappresentare le difficoltà del distretto manifatturiero di Montemurlo che, dopo i due difficili anni della pandemia, ora si deve confrontare con gli insostenibili rincari energetici.
Una lettera aperta che – come scrive Calamai: «vuole dar voce al grido di dolore delle nostre aziende paradossalmente costrette a breve, nonostante gli ingenti ordinativi, a rimanere ferme, perché ormai impossibilitate a far fronte ai rincari delle bollette di gas ed energia elettrica».
A risentire in maniera pesante di questa situazione sono soprattutto le aziende “energivore” come tintorie, rifinizioni e finissaggi, tasselli fondamentali per la sopravvivenza della filiera tessile stessa. «A fronte di questi rincari, molti imprenditori mi dicono che hanno intenzione di chiudere la loro attività e cessare la produzione con un danno enorme, non solo per l’esistenza stessa delle aziende, ma con una ricaduta drammatica su tutta la filiera del tessile-manifatturiero. Se non interveniamo subito rischiamo di mettere in ginocchio un intero comparto e la sua presenza sui mercati internazionali». Il sindaco Calamai esorta dunque Draghi: «ad agire con ancora più incisività per trovare soluzioni immediate che consentano alle nostre aziende di continuare a lavorare. Qui non si tratta di “stringere la cinghia”, ma di rischiare di far chiudere definitivamente imprese che ogni anno fanno milioni di fatturato e che danno occupazione a migliaia di persone». La tenuta sociale e occupazionale è un fattore che preoccupa molto il sindaco di Montemurlo che nel suo distretto produttivo vanta oltre 3500 aziende d’eccellenza, tra le quali i grandi nomi del tessile che rappresentano sui mercati internazionali il “Made in Italy” del settore moda: «Chiudere significherebbe disperdere competenze imprenditoriali e capacità professionali, costruite e tramandate di generazione in generazione, senza contare il conseguente rischio sociale derivante dalla la perdita occupazionale». Un vero e proprio grido di dolore e preoccupazione:« Lavoriamo a delle soluzioni immediate e condivise che possano consentire alle imprese del manifatturiero di andare avanti e di non chiudere: ne va del futuro di tutti noi».