Festa patronale della Croce, si ritorna alla normalità. La preghiera per la pace e il ricordo di Luana per dire “basta alle morti sul lavoro”
Il sindaco Simone Calamai, insieme alla giunta comunale, ha preso parte alla processione che è partita dalla pieve di San Decollato alla Rocca, guidata dal vicario della Diocesi di Pistoia don Cristiano D’Angelo
La festa patronale della Croce di Montemurlo ha ritrovato oggi la presenza di tanti fedeli e cittadini. Finalmente il silenzio, la solitudine e la tristezza degli ultimi due anni di pandemia, che avevano imposto limitazioni alla partecipazione, hanno lasciato spazio alla normalità. Il suono della musica della Filarmonica “Giuseppe Verdi” ha aperto la processione, partita alle ore 16 dalla Pieve di San Giovanni Decollato alla Rocca. Non fosse stato per le mascherine, che ancora in molti indossano, sarebbe sembrata una festa pre-pandemia. I montemurlesi, dopo due anni di lontananza e distanziamento imposti dal virus, che avevano spinto la parrocchia e l’amministrazione comunale a trasmettere in diretta tv le celebrazioni religiose della festa patronale, si sono riversati nelle strade percorse dalla processione e hanno ritrovato la gioia di vivere insieme questa festa, capace da secoli di unire tutta la comunità. Il vicario della Diocesi di Pistoia, don Cristiano D’Angelo ha guidato la celebrazione religiosa, affiancato da don Gianni Gasperini, da don Jarek della parrocchia di Fornacelle e da don Gildas della chiesa di Bagnolo. Una ricorrenza che quest’anno assume un valore particolare, come ha sottolineato il sindaco Simone Calamai:«In questo giorno di festa le riflessioni della comunità montemurlese sono rivolte alle sofferenze della popolazione ucraina e chiediamo con forza che quanto prima possa ritornare la pace. Inoltre, i nostri pensieri sono rivolti a Luana D’Orazio e alla sua famiglia. Oggi, infatti, ricorre un anno dalla scomparsa della giovane mamma, morta in un’azienda di Oste e diventata simbolo delle morti sul lavoro. Una tragedia che ha segnato la nostra comunità. Il nostro impegno, nel costante ricordo di Luana, è per un lavoro davvero giusto, fatto di diritti e sicurezza». La festa della Croce è molto radicata nella comunità montemurlese, un simbolo, capace di unire non solo i credenti:« È una grande gioia, dopo due anni di sospensione poter celebrare la festa della Croce. – ha sottolineato il vicario della Diocesi di Pistoia, don Cristiano D’Angelo – Dobbiamo tenere accesa l’idea che la pace si può e si deve costruire. L’apostolo San Paolo, meditando sul mistero della morte di Gesù in Croce, che celebriamo oggi, dice una frase illuminante “uccidendo dentro di sé il nemico”. Meditare sulla Croce significa meditare su quel luogo, nel cuore degli uomini dove si forma “l’idea del nemico”. Fintanto che non si distrugge questa idea ci saranno sempre guerre e divisioni. Lavorare su questo significa formare donne e uomini di pace». La Santa Croce di Montemurlo, prima di arrivare alla chiesa del Sacro Cuore, dove rimarrà fino a domenica 8 maggio, ha compiuto il tradizionale lungo percorso attraverso il cuore della vecchia Montemurlo, toccando antichi tabernacoli, come quello di Fornacelle e del “campo santo” sulla via Montalese, luogo del miracoloso ritrovamento. La tradizione vuole infatti che la Croce nel 1326 fosse stata trafugata dalla chiesa della Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna. I ladri, in fuga verso Pistoia, dice la storia, che l’avessero nascosta nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che i malviventi lo cercavano di guadare. Da quel momento i montemurlesi hanno sempre avuto una profonda devozione per la Croce, ricorrendo a lei e portandola in processione in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie.