Tariffe spurgo, il Csa decide di calmierare gli aumenti “Rinunciamo ai profitti per aiutare famiglie e imprese”
Doppio vertice per gli spurghisti con i sindaci Nardella e Biffoni, e con gli amministratori di condominio
Rincaro medio del 15% per i servizi di spurgo effettuati a privati, imprese e condomini dei territori di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo e Siena. E’ la decisione comunicata dal Consorzio Spurghisti associati durante il vertice tenuto a Palazzo dell’Industria a Prato al quale hanno partecipato gli esponenti istituzionali dei Comuni di Prato e Firenze, i gestori degli impianti di smaltimento e depurazione dei fanghi e i rappresentanti delle sigle provinciali e regionali degli amministratori di condominio.
Dopo il ticket energetico di 4 euro a tonnellata sancito da Gida per gli impianti del Calice e di Baciacavallo a Prato, e il rincaro medio di 7 euro a tonnellata imposto da Publiacqua per l’impianto di San Donnino (unica struttura di riferimento per l’area fiorentina), gli spurghisti associati nel Csa avrebbero dovuto rincarare i propri servizi del 25/30% per mantenere inalterati i propri margini di guadagno. Alla luce della crisi che sta colpendo imprese e famiglie, e considerato che già lo scorso novembre era stato applicato un aumento del 10% ai prezzi derivante dall’aumento dei costi di smaltimento dei liquami, il Csa ha optato per un rincaro dei servizi di spurgo calmierato al 15%. Come ulteriore segnale di vicinanza alle famiglie e alle imprese il Consorzio Spurghisti Associati ha deciso di fare entrare in vigore dal 1° ottobre 2022 le nuove tariffe, mentre per assolvere agli impegni contrattuali in vigore, di variare le tariffe per gli appalti condominiali dal 1° gennaio 2023.
“Di fatto per qualche mese andiamo ad azzerare i nostri margini di guadagno – spiega Massimo Durgoni, vicepresidente del Csa -. Con questa decisione però riusciamo a sostenere i costi maggiorati di smaltimento dei liquami e a continuare a garantire il posto di lavoro agli oltre 600 dipendenti che ruotano intorno alle nostre aziende associate”.
Al vertice sull’emergenza liquami hanno partecipato il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, il presidente di Gida Alessandro Brogi, Letizia Perini in rappresentanza del Comune di Firenze, oltre ai vertici degli spurghisti e degli amministratori di condominio. Dal sindaco Biffoni è arrivato un appello all’unità per superare il momento difficile, mentre il presidente Brogi ha ribadito la volontà di Gida di andare avanti nel servizio di smaltimento e depurazione dei fanghi e di stare al fianco del Csa. Perini invece ha raccolto le richieste in ambito fiorentino da parte di spurghisti e amministratori di condominio. Ha declinato l’invito alla partecipazione Publiacqua.
“E’ un’assenza pesante quella di Publiacqua, che fa seguito ad anni di mancato dialogo con gli amministratori di condominio per tutti i problemi legati al servizio idrico – commenta Roberto Asaro (presidente di Anaci Prato – Pistoia) in rappresentanza degli amministratori di condominio -. Gli spurghisti avrebbero voluto rassicurazioni sul prosieguo del servizio a San Donnino e noi amministratori avremmo voluto certezze sulla ripartenza di un dialogo che a oggi è totalmente assente. Purtroppo vista l’assenza di Publiacqua tutto questo non è stato possibile”.
In seguito del vertice a Palazzo dell’Industria, c’è stato un ulteriore incontro sempre a Prato fra il vicepresidente Durgoni, il sindaco Biffoni e il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella. Quest’ultimo ha spiegato di avere ben presente il problema dello smaltimento e della depurazione dei liquami in provincia di Firenze e ha assicurato un incontro a stretto giro per affrontare l’emergenza spurgo e per parlare del futuro dell’impianto di San Donnino.