RENZI A PRATO RILANCIA IL REFERENDUM: «ABBIAMO DUE MESI DI TEMPO»
Prato – Il primo ministro Matteo Renzi oggi a Prato per visitare il cantiere del rinnovato Museo Pecci «una delle sfide culturali più importanti della Toscana», e per partecipare all’iniziativa del Partito Democratico a sostegno del Sì al referendum costituzionale al Teatro Metastasio.
Presenti in sala, tra la numerosa platea, il Ministro della Difesa Pinotti, il Sottosegretario Giacomelli, l’euro deputata Bonafè, il Presidente della Regione Rossi, il Presidente del Consiglio Regionale Giani, consiglieri regionali Bugetti e Ciolini, il sindaco di Firenze Nardella, i sindaci della Piana, i rappresentanti politici locali, sul palco, al suo fianco, il segretario del partito cittadino Gabriele Bosi, e il Sindaco di Prato Matteo Biffoni.
Il discorso del Premier inizia con il ricordo, a distanza di un mese, delle vittime del devastante terremoto del centro Italia con un pensiero commosso ai morti di Amatrice, di Accumuli e di Arcuata del Tronto e un plauso a tutti quegli uomini e donne che «con indosso una divisa, hanno dimostrato umanità e competenza: grazie a loro 238 persone sono state strappate alla morte, collaborando insieme ai volontari, con le associazioni e al terzo settore».
«È stato bello vedere i bambini di Amatrice tornare a scuola, anche se provvisoria, ma non basta,perché si deve ricostruire Amatrice proprio nel luogo in cui è stata distrutta e non new town».
«Dobbiamo prenderci un impegno:in Italia,tre terremoti in sette anni, quello dell’Aquila, dell’Emilia e di Amatrice, ci chiedono uno sforzo comune, perché è dura piangere il giorno dopo, e da padre ho fatto una proposta a tutti i parlamentari, mettendo da parte le differenze ideologiche, perché l’interesse dei nostri figli, deve coinvolgerci per tutelare il nostro Paese; ecco il perché del progetto di Casa Italia, progetto che ha coinvolto Renzo Piano e Azzone per mettere in campo un cambio di testa per fare prevenzione, e tutelare soprattutto il futuro dei nostri figli».
E sulla poca flessibilità europea che antepone parametri economici che non tengono conto della realtà italiana, impedendo ai sindaci italiani, anche dopo i fatti di Amatrice, di mettere a norma gli istituti scolastici, Matteo Renzi: «Se qualcuno pensa che io faccio una legge di stabilità perché prima viene la legge di stabilità e poi i figli, io dico , vengono prima i figli e poi la legge di stabilità, perché è finita l’era degli egoismi in Europa; l’Italia ha da sempre mostrato impegno e valore e non vuole accordi alla meno, e non potrà mai accettare che questa Europa, diventi un luogo triste e arido, noi vogliamo un’Europa vera, che non è quella che abbiamo visto fino ad oggi. E lo dico a Prato, perché ho pensato a questa città, quando su una precisa decisione da prendere, in materia economica, ho detto nelle sedi europee, che io venivo da una città che negli anni novanta era stata sostanzialmente sacrificata a causa delle mancanze di regole nel comparto tessile, che invece andava difeso e tutelato, e che quella mancanza di regole, si doveva anche all’Europa.
Prato sta ora ripartendo grazie ai pratesi e al suo Sindaco, ma non può l’Europa avere una visione di medio periodo», e se qualcuno pensa che l’Italia non rispetti le regole, il Premier afferma che- «non è vero perché noi le regole le rispettiamo, anche quando noi non le condividiamo, ma diciamo anche che le regole le devono rispettare tutti, anche quei Paesi come la Germania che ha un surplus commerciale di quasi 90 miliardi di euro che se fossero stati investiti avrebbero potuto dare una mano allo sviluppo europeo e che invece sono stati tenuti fermi. È finita l’era degli egoismi in Europa, e se pensano di intimorire me hanno sbagliato persona, se pensano di intimorire l’Italia, non sanno che cos’è l’Italia».
Circa la sua visita alle Nazioni Unite «quello che più di tutto mi ha colpito dell’Assemblea dell’Onu» -ha ricordato -«sono stati gli occhi di una ragazza si chiama Nadia ha 18 anni rapita da Daesh che ha subito ogni tipo di violenza, e come lei troppe donne e ragazze che hanno subito forme di violenze indicibili. Ho incontrato questa ragazza e ho notato però quando si va all’estero l’Italia è l’immagine del lavoro nella cooperazione internazionale per i diritti delle donne, è investimento nei diritti delle persone: tutto il mondo ci guarda vedendoci come a un’oasi di diritti e di uguaglianza, di possibilità e opportunità per chi costretto a vivere grandi tragedie».
Circa il no alle Olimpiadi deciso dal Sindaco di Roma Virginia Raggi, Renzi ha affermato che se non si fanno le Olimpiadi per timore della corruzione vuol dire che si è incapaci di cacciare i corrotti, «perché non si fermano le grandi opere, si fermano i ladri».
In chiusura sul referendum e invitando tutti i presenti a fare una campagna elettorale chiara e a tappeto, («abbiamo due mesi tempo», ha detto, il che fa supporre che Palazzo Chigi sarebbe orientato a votare il 4 dicembre prossimo), ha risposto circa il testo del quesito referendario, alla polemica lanciata da Brunetta di Forza Italia, che l’ha definita ingannevole «Brunetta non ha presente la differenza tra inganno e legge».
Se vincesse il no, così il Premier Matteo Renzi, «torniamo a chi vuole il potere di veto piuttosto che di voto, a chi vuole un’altra bicamerale magari con Brunetta e Grillo, perché l’alternativa al ‘Si è quella dei Salvini e di Grillo, non la rivoluzione proletaria».