Montemurlo, cerimonia per il 4 novembre: l’appello alla pace del sindaco Calamai

Il sindaco ha ricordato la memoria della Prima guerra mondiale e i sacrifici compiuti “stimolo oggi per la ricerca della pace, della giustizia e libertà”

«Ogni guerra è la sconfitta dell’umanità. Di fronte al pericolo di autodistruggerci dobbiamo tutti impegnarci per la pace nel mondo, per il dialogo tra i popoli contro ogni forma di sopraffazione ed egoismo di parte». Con queste parole il sindaco Simone Calamai stamattina, 4 novembre, in piazza della Libertà a Montemurlo, ha celebrato il 4 novembre Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze armate. Nonostante il giorno feriale, sono stati tanti i cittadini e le associazioni montemurlesi presenti. Il sindaco ha rivolto nel suo discorso “un pensiero commosso alle donne e agli uomini, che hanno sacrificato la propria vita, in passato come oggi, per la nostra Patria” e quindi ha detto: «I sacrifici compiuti dai nostri soldati, dalla popolazione civile durante gli anni della Prima Guerra mondiale sono oggi per tutti noi uno stimolo nella ricerca di pace, giustizia e libertà. Sono un monito contro ogni forma di violenza, perché, come ricorda Papa Francesco, “la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza”. Celebrare oggi il 4 novembre, Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze armate, significa rievocare la Storia del nostro Paese e farne memoria per costruire un futuro di pace». Il sindaco, inoltre, nel ricordare il Milite Ignoto, ha voluto volgere un pensiero a tutte le vittime dei conflitti, a coloro dati per dispersi, che non hanno neppure il diritto ad una tomba, come il brigadiere Metello Mazzei, morto nel 1944 in un campo di concentramento nazista in Germania, a soli 23 anni, e ritrovato e riportato a Montemurlo grazie all’attento lavoro di ricerca, condotto da Gianluca Messineo, presidente dell’associazione carabinieri di Montemurlo. Infine, il sindaco ha ringraziato tutte le forze dell’ordine per il lavoro quotidiano svolto a servizio della sicurezza della comunità.