C’È ARIA DI DIVORZIO FRA TRUMP E UNA UE PRIVA DI MEMORIA E DI ATTUALITÀ
Fanno molto discutere le decisioni prese dal neo eletto presidente statunitense, Donald Trump, sulla costruzione di muri, virtuali e reali, in merito alla sospensione del programma di accoglienza del rifugiato. Ed è persino l’Europa a prendere di petto tali decisioni, ma è proprio la stessa che forse dovrebbe iniziare ad aprire di più gli occhi a riguardo.
Le scelte fatte in campagna elettorale dal neo Presidente degli U.S.A. a distanza di pochissimi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, hanno già iniziato a decollare. Scelte assolutamente coraggiose che hanno messo il Paese nel caos. Dall’inaspettata vittoria elettorale di Trump alle elezioni presidenziali tenute l’8 novembre del 2016 c’è stato un susseguirsi di manifestazioni anti-Trump, che sono partite proprio dalle star statunitensi dello spettacolo, della musica e dello sport.
Proteste che hanno coinvolto migliaia di cittadini nei 50 Stati Americani con striscioni e cartelli con su scritto: «NOT MY PRESIDENT», frasi che purtroppo fanno rimangiare le parole della povera Oriana Fallaci scritte su “La rabbia e l’orgoglio“. La nostra connazionale, nel proprio libro, aveva scritto esplicite frasi che danno un fortissimo senso di unità al Paese: Bill Clinton stesso che esorta i cittadini, dopo l’11 settembre 2001, ad avere fiducia e a stringersi tutti attorno al loro presidente Bush.
Oggi però gli statunitensi sono divisi sulla scelta del nuovo membro della Casa Bianca e le proteste anti-Trump americane si sono spinte persino nel Vecchio Continente. Ci sono stati capi di Stato e di governo europei che hanno preso di petto la situazione, a partire da Francois Hollande e Angela Merkel.
La Francia e la Germania hanno costituito un fronte comune contro i temi affrontati dal nuovo inquilino della Casa Bianca e le decisioni da lui prese a riguardo di una politica più nazionalista e più protezionista con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza dei suoi abitanti e le sue industrie.
Hollande e Merkel hanno gridato “fermezza” da parte dell’Europa nei riguardi degli Stati Uniti, ma forse hanno già dimenticato le sciagure capitate pure in casa loro grazie all’accoglienza del migrante e soprattutto la debolezza di un Continente che esiste solo nella carta.
È il Messaggero.it che riporta le frasi del Presidente della Repubblica francese a riguardo: «Quando ci sono dichiarazioni che vengono dal Presidente degli Stati Uniti sull’Europa e quando parla del modello della Brexit per altri Paesi, penso che dobbiamo rispondergli». Sono le forti dichiarazioni di Hollande fatte con rigore nei confronti di Trump, esortando l’Europa a «dialogare con fermezza» col Nuovo Continente .
Insomma, sembra esserci in corso un vero e proprio divorziofra i 2 Stati. Ma non è colpa del magnate della Casa Bianca se l’Europa non è stata in grado di arginare i propri confini e permettere a terroristi provenienti dall’Est di entrare e compiere attentati. Sarebbe opportuno che Hollande e Merkel domandassero ai familiari delle vittime degli attentati avvenuti nel rispettivo Paese cosa ne pensano delle decisioni di Trump.
Un fronte di dialogo in Europa, Trump sembra possa trovarlo col Primo Ministro italiano, Paolo Gentiloni, che fa capire che l’Italia, pur restando nei suoi valori, è disponibile a collaborare con gli Stati Uniti senza mette le barricate alle porte. Ai microfoni di Raitre ha commentato giustamente: «[…]… io visito spesso alcuni cimiteri che sono a Nettuno e Anzio in cui si vedono le migliaia di tombe di ragazzi americani o inglesi che hanno perso la vita per liberare l’Italia, non lo dimenticheremo mai». Ha poi aggiunto: «Non sarà Trump a modificare queste cose, abbiamo lavorato con Kennedy e Nixon, Bush e Obama e lavoreremo con Trump». Ha poi concluso sottolineando: «Ma abbiamo valori nei quali ci riconosciamo, per noi il protezionismo non è una soluzione. Gli immigrati devono certamente rispettare le regole ma devono essere anche accolti non solo essere respinti».
“Gli immigrati devono certamente rispettare le regole…” Dopo l’esperienza italiana e quella europea è doveroso che Gentiloni spieghi a tutti chi sarà che farà rispettare le regole agli immigrati. Forse le nostre istituzioni? Le nostre autorità?
Non è detto che Donald Trump sia un buon presidente, ma potrebbe darsi anche di sì. È necessario che possa lavorare. Potrebbe essere una persona che potrebbe portare un cambiamento a tutto il Pianeta. Un modello che pure il “battello a vapore“, che si chiama Europa, potrebbe prendere come esempio su certe cose.