“Mio eroe”, a Villa Giamari Giuliana Musso porta in scena la voce dolorosa delle madri contro la guerra
L’appuntamento è per giovedì 27 luglio ore 21,30. Lo spettacolo è ispirato alla biografia di alcuni dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione Isaf. Le voci narranti sono quelle delle madri che ricostruiscono altari di memorie ma pongono anche interrogativi sulla logica della guerra e l’origine della violenza
Nell’ambito della rassegna culturale “Montemurlo Estate”, giovedì 27 luglio ore 21,30 nel parco di Villa Giamari (piazza Don Milani, 1) il Comune e Cesvot propongono lo spettacolo teatrale “Mio eroe”, ispirato alla biografia di alcuni dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione Isaf (2001- 2014). La voce è quella delle loro madri, portata in scena da Giuliana Musso.
Le madri testimoniano con devozione la vita dei figli che non ci sono più, ne ridisegnano il carattere, il comportamento, gli ideali. Costruiscono un altare di memorie personali che trabocca di un naturale amore per la vita. Cercano parole e gesti per dare un senso al loro inconsolabile lutto ma anche all’esperienza della morte in guerra, in tempo di pace.
Nell’alveo di questi racconti intimi, a tratti lievi a tratti drammatici, prende però forza e si fa spazio un discorso etico e politico. In Mio Eroe, la voce stigmatizzata della madre dolorosa, esce dagli stereotipi, e si pone interrogativi puntuali sulla logica della guerra, sull’origine della violenza come sistema di soluzione dei conflitti, sul mito dell’eroe e sulla sacralità della vita umana. «Uno spettacolo profondo e commovente. Un inno alla pace contro l’orrore della guerra e della violenza», sottolinea l’assessore alla cultura, Giuseppe Forastiero.
Il dolore delle madri può superare la retorica militaristica che ci impedisce di ragionare sulla guerra quando siamo difronte al feretro coperto dal tricolore e affonda con la forza dei sentimenti in una più autentica ricerca di verità. In queste testimonianze femminili il tema della pace e il tema della maternità risuonano per quello che ancora sono: pubblicamente venerati e segretamente dileggiati.
Solo alla fine del monologo sarà forse visibile, come una filigrana in controluce, che la voce delle madri piangenti è la voce della razionalità umana.
L’ingresso è libero e gratuito ma è gradita la prenotazione telefono 338 4933908 (anche messaggi WhatsApp) o scrivere una mail a promo.cultura@comune.