La Calabria del commissario Perri – Carmencita De Leo recensisce il poliziesco “La Misura dell’orizzonte” di Ennio Masneri
La Calabria parla dalla Lombardia nelle pagine de La Misura dell’orizzonte di Ennio Masneri, romanzo poliziesco edito da Golem di Torino, in cui si affaccia per la prima volta la figura del commissario di Polizia Corrado Perri; ma, prima di rivestire il ruolo di “commissario”, per l’autore il protagonista Perri è l’uomo il quale opera sulla costa ionica e vive quotidianamente i problemi legati alla mafia e alle attività della gente, lecite e illecite. Intorno a lui gira un campionario di persone che include la normalità ma non esclude i delinquenti, i galantuomini, i violenti.
Il romanzo inizia con l’eterno cammino dell’uomo alla ricerca di sé e dell’altro: un delitto feroce viene commesso e il protagonista Perri si mette, come un qualsiasi anti eroe, alla ricerca dell’assassino incontrando l’umanità della costa ionica calabrese che vive di espedienti, sa tutto di quello che succede come il vento che passa nei fori da ponte delle case di una volta, ma si barrica dietro le finestre, nel silenzio delle notti fatali, con un’omertà assoluta, che è come un abito scuro e impenetrabile cucito addosso.
Come in ogni giallo che si rispetti, l’assassino si scopre alla fine, ma il procedimento del romanzo è teso e avvincente, fatto di eventi tragici e allegri e soprattutto di incontri e scontri con l’umanità calabrese, tant’è che, oltre all’azione, l’aspetto umano risulta prevalente sugli altri; l’approfondimento psicologico supera le descrizioni paesaggistiche e il romanzo si sviluppa rincorrendo i moti dell’animo, le pulsioni interne ed esterne sostenute da un linguaggio chiaro, infarcito di forme dialettali insostituibili con l’italiano corrente, perché proprie di una cultura, di una civiltà millenaria che è rimasta chiusa in uno scrigno tutto da scoprire.
Una volta si provava vergogna della vita dentro tuguri e grotte, dell’uso di un linguaggio cupo e antico, talora misterioso che, per quanto colorito ed espressivo, ricorreva alle metafore più umili se non volgari non facilmente comprensibili e diverse da paese a paese; oggi si assiste al ritorno del dialetto, talora simpatico talaltra, come quello calabrese, proprio di territori lasciati a se stessi, in balìa del potere mafioso e spesso il dialetto isola e si nasconde nelle pieghe di una vita quotidiana turbolenta e oscura.
Si percepisce chiaramente l’afflato sentimentale e ideologico dell’autore verso la terra calabra, vista da lontano: il desiderio di riscatto; la fine dell’imperversare della tempesta e nel contempo il sogno del ritorno; la contemplazione dell’ambiente arso e selvaggio: c’è chi canta il mare scuro che anche di notte non si ferma mai; Masneri non è da meno, ma il suo mare è un mare intensamente azzurro, mosso da tante correnti e partecipe alle cose della terraferma; affianca le opere degli uomini che sostenta di pesci abbondanti, ma assiste muto ai loro conflitti e misfatti, ai discorsi fugaci, alle avventure.
Le fonti d’ispirazione sono molte e qua e là anche accomunate dal mare, dal “mistero” del mare; citarle lo fa già l’autore e si tratta non solo di scrittori e di fonti d’ispirazione, ma di interpreti della natura, del mondo, dell’uomo, perché al fondo del romanzo c’è lo sforzo ermeneutico, l’intento di introizzare il mondo e le cose, in particolare del chiuso mondo calabrese, di cercare la luce, la chiarezza nei vicoli stretti e bui, che sono le vie della coscienza. All’interno del romanzo Masneri si addentra nell’interno dei sensi attraverso un programma ambizioso che oggi converge sul giallo, ma già si snodava nell’assaggio di moduli letterari diversi, come l’ossessione della violenza tipica del genere noir, Il silenzio del niente, La Vita Felice, 2021 e la favola, L’ombra del ciliegio, Edizioni Il Ciliegio, 2022.
Il romanzo termina con il raggiungimento non dell’utopia né della composizione dell’equilibrio sconvolto, ma si risolve nella pace di una confessione, nella giustizia che non è solo punizione, ma rientra nella logica della conciliazione, di una misericordia cristiana spesso dimenticata.