CON ORGOGLIO DA SCAMPIA: l’ultima fatica letterara di Giuseppe Storti
Margherita De Rosa
Con orgoglio, da Scampia, è l’ultimo libro scritto dall’avvocato Giuseppe Storti, amante della storia locale e ricercatore attento di quelle che sono state le peculiarità delle città di Casoria; si tratta di un breve ma coinvolgente testo che riassume in sé diversi aspetti: denuncia, ribellione, rivendicazione del diritto a cambiar vita da parte di chi è nato sotto una stella non proprio splendida, insomma, l’opera costituisce un vero e proprio appello alla necessità di un sovvertimento di quella che appare ormai una realtà alla quale molti si rassegano gioco-forza, ma che tale non dev’essere; il testo non è da ritenersi certamente utopico, poiché quel che lo scrittore narra è, sia pur difficile in contesti qual è quello di Scampia, comunque realizzabile: nel degrado di questo noto quartiere, infatti, brilla un barlume di onestà in Marco, protagonista del romanzo, barista tuttofare, costretto a lavorare a nero per “tirare a campare” e non finire nelle grinfie della malavita. L’onestà, Marco l’ha ricevuta in eredità dai genitori e mai si è lasciato irretire dalla lusinga di una vita facile, di un’esistenza agiata, essendo pienamente consapevole che il prezzo da pagare era troppo alto e avrebbe comportato il sacrificio di quel nobile valore, difeso per anni con le unghie e con i denti, appunto, qual è, e sempre rimarrà, l’onestà. Marco è un ragazzo solo, forse rassegnato ma non completamente sfiduciato: egli, in fondo, spera che un raggio di luce possa brillare anche per lui… ma è difficile; il suo datore di lavoro è sempre più esigente, tuttavia egli si adatta ad ogni mansione ed emerge anche in quella periferia così disagiata. Un giorno, grazie al dono di un PC, regalatogli da Antonio, un vicino anch’egli “onesto”, che per Marco e per la sua famiglia aveva avuto sempre una profonda stima, il giovane “fa irruzione” in un mondo nuovo: il mondo fuori da Scampia, La prima richiesta d’amicizia gli viene da Gennariello, che, purtroppo, fa parte del “Sistema”, ma che a Marco è legato da un sentimento di autentica amicizia. Poi gli arriva la richiesta di Mara, interessata al suo profilo; diversa da lui sotto il profilo sociale ma aperta mentalmente nel vero senso della parola.
Lei lo aiuterà a migliorare il suo status, Marco diventerà un normale lavoratore, non più a nero: nascerà il grande amore da cui si genererà il desiderio di riscattare Scampia, attraverso un’azione di volontariato a vantaggio dei derelitti. Tutto sembra procede al meglio ma la ruota poi girerà al contrario: il povero Gennariello, dopo aver deciso, su insistenza dell’amico di sempre, di cambiar vita, morirà vittima di un agguato e lo stesso Marco finirà su una sedia a rotelle per un colpo di pistola sparatogli alla schiena: dunque, tutto finito? No, la tenacia, la forza, il credere fermamente in determinati valori non consentirà ai due giovani, ora sposi e genitori, di demordere dal progetto di riscattare Scampia. Beh, svelare tutto non ha senso, è sensato invece invitare alla lettura di quest’opera pregna di realismo e speranza, nella quale l’autore, attraverso uno stile sobrio e scorrevole, ha saputo affrontare incisivamente argomenti scottanti con naturalezza ed efficacia, lanciando un messaggio positivo, che tutti dovremmo fare nostro: l’onestà vince, basta essere uniti, non indietreggiare e ricordare, evangelicamente parlando, che il male non prevarrà e se ciò avvenisse sarebbe conseguenza esclusiva della nostra connivenza, ma il dottor Storti ci trasmette proprio questo insegnamento; credere fermamente nell’onestà e nella giustizia è l’unica arma per il riscatto di Scampia e delle tante periferie in cui l’unica legge sembra essere quella dell’anti-Stato, ma, a ben guardare, tanta brava gente anela a quel raggio di sole che Marco ha trovato, pur pagando un prezzo molto alto; questo raggio di sole noi auspichiamo possa risplendere per tutti in un giorno in cui scomparirà ogni paura e si potrà dire ad voce alta: sono orgoglioso delle mie origini, di Scampia, dei Quartieri Spagnoli, della Sanità, così come delle borgate romane e di ogni luogo dove oggi, purtroppo, dominano le tenebre piuttosto che la luce. Grazie al dottor Storti per il messaggio di speranza, di incoraggiamento a guardare ad un domani di onestà e giustizia, che ci auguriamo non sia lontano, in virtù dell’impegno concreto di ciascuno di noi.