MASSIMO BOLDI E CRISTIAN DE SICA UN DIVORZIO DA RICUCIRE
di Roberto Fiordi
Sono sincere le frasi scritte in una lettera aperta dal comico italiano Massimo Boldi, quando chiede all’ex amico e collega, Cristian De Sica, di tornare a recitare assieme, sicuro di ottenere un successo di pubblico notevole.
È chiara la volontà da parte del comico milanese di abbattere quelle barricate che si sono venute a creare nel tempo fra i due e di tornare a collaborare assieme e a formare di nuovo quella coppia che per oltre un quarto di secolo, con i loro “cinepanettone” e non solo, hanno fatto morire dal ridere migliaia di persone, aggiudicandosi il plauso di una delle più divertenti coppie del cinema italiano.
Sono chiare le parole scritte da Massimo Boldi a Cristian De Sica, in cui confessa che gli manca quell’amicizia che li ha visti per 28 anni continuamente assieme nel mondo del cinema comico italiano, come lupi affamati di successo. Alle commuoventi frasi di affetto da parte di Boldi sul quasi “ex fratello” De Sica, si amalgamano però le dure critiche nei confronti del comico romano stesso e di chi ritiene che sia la causa maggiore del loro distacco, Silvia Verdone, la moglie di De Sica.
Infastidito, infatti, Massimo Boldi punta il dito su chi secondo lui ha contribuito a costruire un muro fra i 2 comici, e accusa l’ex collega di essersi lasciato manipolare in tutte le scelte da sua moglie e menager, Silvia Verdone, sorella di Carlo, rivelando al mondo intero una debolezza di Cristian, forse tenuta nascosta.
Si tratta di una lettera riportata oggi integralmente dal settimanale Chi, in cui il comico milanese spiega le ragioni del suo improvviso abbandono del cinema. Scrive Boldi di essersi trovato in un momento di seria difficoltà per l’avvenuta perdita di sua moglie Marisa, avvenuta nel 2004. E rafforza il tiro rinfacciando alla coppia di non essersi nemmeno presentata al funerale della moglie, nonostante che anche Marisa e Silvia fossero state amiche.
Spiega Boldi che in quelle situazioni drammatiche e di fragilità emotiva una pacca d’incoraggiamento sulle spalle dell’amico gli è venuta a mancare. Non si tira indietro nel confessare che non può assolutamente accettare che un’amicizia che li ha visti fianco a fianco per tutto quel tempo di successi e amicizia possa ora ridursi a semplici messaggini. ” No, non lo accetto”, scrive.
“Caro Christian, ti scrivo perché sono addolorato o forse semplicemente dispiaciuto. Mi spiace vedere questo tuo lato debole che il pubblico, il tuo pubblico, il nostro pubblico, non conosce. La tua debolezza ha un nome: Silvia, tua moglie. Lei, la tua agente, che decide, che programma la tua vita da sempre, anzi, da quando hai iniziato ad avere successo, da quando abbiamo iniziato ad avere successo con Aurelio De Laurentiis, 28 anni fa[…]“.
È in questo modo che inizia la lettera del comico lombardo, rivelando nelle sue parole non soltanto un amaro dispiacere, ma pure più che un velo di rabbia. E prosegue sulla stessa linea girando ancora di più il coltello nella piaga: “So che prima di ogni trasmissione della quale sei ospite, tua moglie dice: «Niente domande su Boldi». Perché? Sono il diavolo? Che cosa avrei fatto? Di che colpa mi devo autocondannare?”.
La commuovente lettera di Boldi si conclude con un accorato appello all’ex collega e amico: “In giro“, scrive, “giovani e non mi chiedono: «Quando tornate insieme?». Una domanda che fanno anche a te, lo so. E so che noi potremmo essere ancora un successo travolgente e non, come dici tu, “due vecchi che hanno già dato”. Chissà queste parole da dove provengono. Non sono tue, amico mio (…) Sono religioso e credo che il buon Dio mi abbia fatto avvicinare a te, abbia creato la nostra coppia sia professionale sia fuori dallo schermo per regalare risate alla gente, per allontanare i problemi in quelle due ore in cui veniva a vederci. Andare contro Dio, il volere di Dio che ci ha uniti… boh, dimmi tu, o ditemi voi, lo vedo come un peccato“.
E, lui stesso, dopo non avere avuto peli sulla lingua – o meglio, sulla penna – nei riguardi della moglie del comico romano, si rivolge proprio a lei in finale con parole d’affetto, utilizzando, forse non per caso, la stessa apertura di discorso che aveva usato prima per l’amico: “Cara Silvia, sappi una cosa, mi manchi anche tu. Mi mancano i tuoi consigli sempre diretti e determinati. Mi manca parlare con te di Marisa, mi mancano i nostri ricordi“.