Elezioni, il Consorzio Spurghisti Associati incontra i candidati sindaco Funaro e Schmidt. “Imprescindibile dotare Firenze di un impianto di trattamento dei liquami”
Il presidente del Csa Massimo Durgoni ha lanciato l’allarme paralisi del settore: “Con la chiusura di San Donnino rischiamo di non potere più effettuare il servizio spurgo in abitazioni, ospedali, uffici pubblici e aziende”
Dotare la provincia di Firenze di un impianto di trattamento dei liquami. E’ la richiesta che il Consorzio Spurghisti Associati, realtà che raggruppa una cinquantina di aziende del settore degli spurgo fra Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Valdelsa e Valdarno, ha avanzato a due candidati sindaco a Firenze alle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. Il presidente del Csa, Massimo Durgoni, ha infatti incontrato separatamente Eike Schmidt, appoggiato dal centrodestra, e Sara Funaro, Partito Democratico, per sollevare tutte le preoccupazioni del settore spurgo sulla mancanza di impianti sul territorio fiorentino. “Negli ultimi decenni siamo passati dall’avere tre impianti dedicati al trattamento dei liquami a nemmeno uno – spiega Durgoni -. L’ultima chiusura è stata quella dell’impianto di San Donnino, che di fatto ha lasciato scoperto il territorio, costringendo tutto il settore spurgo ad appoggiarsi a Baciacavallo e al Calice a Prato. Impianti che però sono insufficienti a coprire tutta la richiesta di vuotature delle fosse biologiche, costringendo così gli spurgo a rivolgersi a impianti fuori regione o nella parte sud/costiera della Toscana”.
La diretta conseguenza è l’aumento delle tariffe per l’effettuazione dei servizi verso privati, uffici, aziende ed edifici pubblici, a danno quindi della comunità. La voce trasporto infatti grava pesantemente sui costi per il servizio spurgo. “Ai candidati sindaco chiediamo lungimiranza per il futuro ma anche operatività immediata per il presente – aggiunge Durgoni -. E’ vero che in prospettiva futura c’è la realizzazione dell’impianto di San Colombano, ma è altrettanto vero che serviranno nella migliore delle ipotesi almeno due anni per vederlo operativo. E nel frattempo cosa si fa? Quando al Calice a Prato chiudono l’impianto per l’ordinaria manutenzione, dove va il settore degli spurgo a conferire i liquami? Possibile essere costretti a recarsi solo ed esclusivamente fuori regione?”.
Ai candidati Funaro e Schmidt il presidente del Csa Durgoni ha ribadito la disponibilità del Consorzio nel programmare la riapertura dell’impianto di San Donnino. “Noi siamo disposti a investirci, rinnovarlo e gestirlo – conclude Durgoni -. Non si può rimandare ogni discorso al futuro, le risposte servono a breve termine. E non può essere nemmeno solo una questione di equilibrio economico, perché qui siamo di fronte a un servizio indispensabile per la collettività. In questi mesi abbiamo portato avanti interlocuzioni con i Comumi, con Publiacqua e con la Regione Toscana: a tutti chiediamo di aiutarci a sbloccare questa situazione. Ad agosto, ad esempio, rischiamo di non potere effettuare i servizi di spurgo nelle abitazioni private, negli uffici pubblici, negli ospedali e negli hotel viste le manutenzioni ordinarie programmate nei pochi impianti funzionanti. Che immagine dà ai turisti in questo modo la città di Firenze e tutta la sua provincia?”.