Marco Tullio Barboni tra i premiati di Spaghetti Western Pietrastornina
La strada verso il West ha portato a Pietrastornina! Grande successo, infatti, per la scorsa serata di sabato 7 settembre, nell’ambito della rassegna “Spaghetti Western Pietrastornina” dedicata al duo storico Bud Spencer e Terence Hill. Ospiti attesissimi dell’appuntamento lo sceneggiatore e scrittore Marco Tullio Barboni, figlio dell’indimenticabile regista E.B. Clucher (al secolo, Enzo Barboni), e Giuseppe Pedersoli, figlio del mitico Bud.
Centinaia i visitatori che hanno animato il villaggio predisposto per rievocare l’atmosfera cinematografica western, rendendo concreta un’intuizione degli organizzatori. La presenza dei protagonisti, nonché’ la disponibilità dei figuranti e degli artisti che si sono esibiti, hanno reso la serata di sabato un momento unico.
Si è trattato di un viaggio filmico-narrativo che è andato dall’indimenticabile “Lo chiamavano Trinità” a “Non c’è due senza quattro”, passando per “I due superpiedi quasi piatti”.
Sia a Marco Tullio Barboni che a Giuseppe Pedersoli è andato il riconoscimento “Guglia d’argento” della terza edizione di “Spaghetti Western Pietrastornina”, consegnato loro dal sindaco di Pietrastornina, Amato Rizzo, e dal presidente dell’associazione organizzatrice, Fulvio Urciuolo.
L’appuntamento è perfettamente riuscito poiché frutto di un insieme di competenze e di responsabilità, di professionalità e di idee, di incontri e di fatica. Indispensabile al riguardo è stato il ruolo e l’interessamento del gruppo “Camposecco Far West”, che ha collaborato a più riprese, in maniera infaticabile, per rendere indimenticabile l’iniziativa.
Quando la passione condivisa diventa collante di storie e realtà differenti: sono questi i miracoli del Cinema. Adesso, la strada verso il West è segnata.
La serata di sabato 7 settembre è iniziata con balli e canzoni a tema western per accompagnare tutto il percorso del talk pubblico con Marco Tullio/figlio che ha ricordato Enzo Barboni/padre, alla presenza di Giuseppe Pedersoli, che ha invece ricordato non solo la forza e la sagacia del padre di Marco Tullio, ma ha fatto rivivere ricordi del suo genitore, Carlo Pedersoli/Bud Spencer.
Non sono mancati nemmeno collegamenti videotelefonici in diretta, Ben tre durante l’intera serata. Uno con l’attrice Elena Pedemonte, dal Messico dove vive (nel 1970 suo era il il ruolo di Giuditta in “Lo chiamavano Trinità”), super felicissima di aver fatto parte della reunion; poi, con il cantante Annibale Giannarelli, che si è collegato per l’occasione dalla Germania (Giannarelli raggiunse la notorietà internazionale grazie all’interpretazione del brano “Trinity” di Franco Micalizzi, eseguito assieme ad Alessandro Alessandroni chiamato per il celebre fischio, tema principale di “Lo chiamavano Trinità”); infine, con un sempre vivace Andy Luotto, che – dopo i trascorsi da attore (da molti anni è uno chef rinomato) – si è collegato dalla cucina de “Il Salotto di Rapallo”, dove svolge il suo ruolo di Executive) ed ha salutato gli storici amici con emozione, dedicando al pubblico la ricetta dell’ormai confermata pasta alla Camposecco Far West (spaghetti al pomodoro, piatto preferito dalla coppia Spencer-Hill e dello stesso Andy) ed intervenendo alla serata in qualità di dialogue coach del celebre film.
Marco Tullio ha consegnato dal palco con generosità una immagine pubblica e privata di suo padre, unanimamente riconosciuto come uno dei più grandi innovatori del genere western, con il contributo personale fornito alla realtà dei “fagioli western”. “Lo chiamavano Trinità” rappresenta infatti nella sua unicità, un’innovazione degli spaghetti western. Un sottogenere parodistico entrato nell’immaginario collettivo come una realtà cinematografica di pari livello.
I film di Enzo Barboni rappresentano il ponte – anche il capolinea – del genere western. Niente sangue; ironico; adatto alle famiglie: un film guardato con dubbio, perché non ci sono morti. Un ribaltamento assoluto del cliché’ fino a quel momento vigente.
Frequentatore di set fin da bambino, Marco Tullio è stato lui stesso regista e sceneggiatore, ed ha proseguito la carriera familiare con caparbietà e notevole talento. Negli ultimi anni è diventato un apprezzato e pluripremiato scrittore, i cui libri hanno riscosso ampi consensi di pubblico e critica. Nel 2025 è atteso il suo prossimo libro, il primo fuori dalla narrazione completamente dialogica, che è il suo stile da scrittore per come il pubblico e la critica lo conoscono ad oggi.
Giuseppe Pedersoli, invece, è sceneggiatore, produttore cinematografico e produttore televisivo. Vive tra l’Italia e l’estero.