Marco Elba: alterare i confini del cliché
Marco Elba debutta con “Frammenti”, un EP che mescola sonorità pop, trap e hip hop, rivelandosi un buon manovratore, sicuro e sfacciato dentro l’intricato corredo di atmosfere decisamente diverse alla prima apparenza. In sei tracce, il cantautore savonese racconta storie, emozioni e visioni, componendo un mosaico sonoro che spazia dal ritmo estivo alle profondità più intime.
Certamente pecca prima di tutto nella potenza delle liriche, come diceva qualcuno: siamo sempre dentro trame assai adolescenziali, “Hit invernale” ne è una bandiera efficace e probabilmente non sarebbe neanche corretto attenderci o pretendere da questo scenario musicale una chissà quale ricerca lirica. Siamo nel grande consumo di massa ed è giusto che la parola sia scorrevole e pronta per l’uso. Attinge inevitabilmente al mainstream, le scelte melodiche e di arrangiamento della open track “Buenos Aires” sono decisamente funzionanti, quel sapore latino, quel tango che si lascia annusare in sottofondo, apre l’ascolto con provocazione e glamour. E poi “Rub’ al-Khali” e “Batman” spingono sull’immaginario a tratti anche psichedelico: il primo con metafore d’amore che evocano il deserto, il secondo con una riflessione sul peso delle maschere sociali. Ed è qui che il cantautore savonese sforna soluzioni sonore interessanti, decisamente più scollate dalle vene autoritarie del suono di tutti. “Frammenti” è una prima prova, un EP che guarda oltre i confini del genere, quanto meno ci prova e spesso ci riesce, anche se stiamo calpestando territori altamente inflazionati, difficili da rivoluzionare proprio perché hanno nel cliché la vera ragione di esistere. Dunque encomio a chi come Marco Elba sa condire con altro una storia già ascoltata.