Boccuto: oltre questo cielo che non deve cadere mai
Sono anche io convinto che in fondo dietro un certo tipo di comunicazione mediatica esiste un modo di impoverire certezze e alimentare paure. In fondo ha ragione quindi Marco Boccuto che per il suo esordio sceglie un titolo manifesto: “Il cielo non cade mai”. Primo disco per il cantautore brianzolo che si firma solo Boccuto, primo lavoro davvero interessante e denso di personalità, di canzoni pulite, ben prodotte, dove il pop d’autore è il vero centro senza mai affrontare con coraggio chissà quale fuori pista trasgressiva. È la narrazione, la parola, la lirica cantata con ferma sicurezza e intonazione.
Un titolo evocativo. Cosa intendo di preciso? Come a dire: ci stanno ficcando in testa concetti volutamente negativi?
Sono convinto di sì. La paura tiene le persone incollate alla televisione e le porta arrabbiate nei seggi elettorali, per il potere è un circolo virtuoso. E poi c’è la gente che vuole lamentarsi piuttosto che rimboccarsi le maniche, lo so perché ero così anche io in passato. Ora scelgo solo una mentalità colorata e per questo il mio disco si chiama IL CIELO NON CADE MAI
E questo ha un che di “controllo di massa” non trovi? Su questi presupposti mi sarei atteso un dico decisamente diverso… già kombat e meno poetico… non trovi?
Ognuno trova le sue parole e le sue note. Se riscrivessi il disco oggi cambierei qualcosa però lo trovo molto coerente con il mio percorso di crescita artistica. Vedremo nei prossimi dischi se ci sarà un fil rouge
In tal senso, parlando di produzione, ho trovato molto “futuro distopico” dentro il suono di chitarre elettriche e nello specifico penso all’ultimo brano…
La canzone “ci penserò due volte” è fuori dal tempo e dalle mode, appartiene al passato e al futuro; le chitarre sono un arredo decoroso
La pandemia… quanto ha “scritto” questo disco?
La pandemia è entrata violentemente nelle mie canzoni, dalla convivenza stretta de “LO SCONTRO PERFETTO” a “COME FAREMO?”. Un periodaccio che mi ha regalato due canzoni che amo tantissimo
E quanto conta l’abbandono per te?
L’abbandono è traumatico, nella canzone “DIMENTICATI DEL MONDO” viene fuori l’urto della perdita di un suocero e la voglia di proteggere una persona da questa ingiustizia che la vita offre. Poi c’è l’abbandono amicale o amoroso. Si parla molto di sapere stare nella solitudine ma sono fesserie, bisogna saper gestire il proprio tempo con persone aderenti e cose belle da fare