CACCIATO SINDACO DI LICATA PER AVER ABBATTUTO L’ABUSIVISMO EDILIZIO. È DOVEROSO CHE LA MAGISTRATURA INDAGHI

di Roberto Fiordi

Molto strana la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco in carica di Licata, “colpevole” di aver voluto far crollare l’illegalità edilizia che può odorare di mafia. E la situazione di quel comune agrigentino è quella del Pese intero. 

 

Agrigento – Dopo che il sindaco Angelo Cambiano, Lista Civica, aveva tentato di demolire l’irregolarità edilizia nel comune di Licata (Ag), con la ristrutturazione di un piano urbanistico che avrebbe previsto la demolizione degli edifici costruiti entro 150 metri dal litorale, come da normativa, su di lui, sulla giunta e sugli stessi consiglieri comunali, si è abbattuta l’Apocalisse.

Ieri, a tarda sera, il Consiglio comunale di Licata ha votato e ha accolto, con 21 voti favorevoli, la mozione di sfiducia nei confronti dell’ingegnere Cambiano. Assieme ai 16 che hanno firmato il documento, si sono aggiunti la presidente del Consiglio, Carmelinda Callea, i tre consiglieri di “Area Rinnovamento“, Giuseppe Federico, Debora Cammilleri e Gianni Morello, e infine anche Angelo Iacona della lista “Riprendiamo il cammino“.

Dalla parte di Cambiano, eletto sindaco nel 2015 a seguito di un ballottaggio, ci sono stati i suoi fedelissimi colleghi  Chiara Ferraro, Giuseppe Scozzari e Baldo Augusto,  consiglieri di “Licata futura”, altri tre del “Patto per Licata“, Elio D’Orsi, Tiziana Zirafi e Francesco Carità. E inoltre si sono aggiunti altri due consiglieri appartenenti al Partito democratico, quali Vincenzo Sica e Tiziana Sciria.

Il destino del 36enne sindaco è un po’ la sorte di Ulisse, che il divino Poeta descrisse nel girone dei consiglieri fraudolenti (XXVI canto dell’inferno), dove Ulisse si trovò a scontare l’eterna pena, assieme al compagno Diomede, avvolto nelle fiamme per aver ordito l’inganno del Cavallo di Troia e aver costretto Achille a partecipare alla guerra.

La metafora ci potrebbe stare in quanto, se l’ex sindaco di Licata non avesse mosso le acque niente sarebbe accaduto; dal momento, però, che ha tentato di portare almeno un po’ di regolarità laddove la storia e la cronaca ci portano a pensare che non ci sia mai stata, o comunque sia stata sempre molto limitata, non sarebbe potuto succedere diversamente.

La conferma è data pure dal fatto che l’ingegnere in passato ha subìto minacce e intimidazioni per le sue azioni anti abusive, c’è quindi da ammirare la sua caparbietà e il suo coraggio a continuare nella sua impresa senza piegare la testa.

È impossibile pensare di sconfiggere la malavita organizzata nel nostro Paese quando soltanto in un piccolo comune di 38.007 abitanti la giustizia trova difficoltà a regnare. Sarà comunque Angelo Cambiano stesso a fare ricorso, a quanto ha detto, ma dovrebbe esse lo Stato a prendere dovuti provvedimenti d’iniziativa propria.