LO IUS SOLI È TUTTA E SOLO POLITICA

di Robarto Fiordi

L’argomento Ius soli senza ombra di dubbio è un argomento molto difficile da affrontare, tuttavia lo ius soli (diritto del suolo) è un’espressione giuridica che pare possa avere un aspetto più politico che umanitario. Tanto più politico che umanitario per il semplice fatto di leggere nelle cronache quotidiane che c’è stata la minaccia di fare lo sciopero della fame da parte di parlamentari a favore di questa riforma quando ci sarebbero molte altre cose di cui occuparsi.

Gli aderenti alla proposta di sciopero della fame, che avrebbe avuto inizio il 5 ottobre scorso, pare – e non a caso – siano tutti politici appartenenti al medesimo raggruppamento. Si appellano a fare lo sciopero della fame per concedere la cittadinanza italiana a bambini nati in Italia da genitori stranieri, senza tener conto di altri problemai che affliggono il nostro Paese. Ci sono molte famiglie, per esempio, che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, la povertà, poi il problema della sicurezza, quello delle banche. E tanti altri problemi ancora…

Dietro alla tanto sospirata riforma non si rendono, forse, nemmeno conto dei pericoli che possono incombere. Le frasi pronunciate da un immigrato a una trasmissione televisiva dovrebbero farci riflettere. Questi ha palesemente commentato che ciò che spaventa gIi italiani è l’eventuale passaggio culturale un domani che venisse riconosciuta la cittadinanza, e non si è risparmiato a dire che si creerebbe un nuovo peso politico che porterebbe alla scomparsa di partiti estremisti.

Di quale peso politico sta parlando?

La risposta potrebbe essere quella che anche qui in Italia venga a crearsi un movimento di “Fratellanza Musulmana” e che emerga nel panorama politico italiano un partito islamico moderato che arrivi con il tempo a chiedere, se non addirittura a imporre, le regole coraniche secondo la religione islamica, e questa cosa ce la stanno dicendo anche i numeri, visto l’aumento esponenziale dei suoi adepti dovuto al fattore immigrazione.

A tutti gli effetti il giovane immigrato, di fronte agli schermi, ha portato allo scoperto gli scopi veri e propri  che essi vorrebbero raggiungere e che una parte della nostra politica sta loro concedendo.

Un imam stesso, a quanto pare, ha detto eplicitamente: «Con la vostra democrazia», riferendosi a quella italiana ovviamente, «vi conquisteremo e con le vostre regole vi governeremo».

Sono frasi da prendere seriamente in considerazione perché, qualora venisse concessa la cittadinanza italiana a un bambino nato in Italia da padre e madre immigrati non regolari, sarebbe scontato che per diritto la cittadinanza toccherebbe pure ai genitori.

Genitori che per lo Stato risulterebbero disoccupati, genitori senza il becco di un quattrino, genitori senza fissa dimora e con un neonato a carico. Di fronte a tale situazione scatterebbe in automatico la richiesta, e quasi l’immediata concessione per diritto, di una casa popolare. Un diritto che loro sanno di avere e che conoscono molto bene. E l’italiano, che ha fino ad allora pagato le proprie imposte, e che si trova quasi nelle medesime situazioni dell’immograto, in graduatoria si vede passare avanti da lui.

Così facendo cosa ne sarà dell’Italia e degli italiani dal momento che certe persone proliferano molto più di quanto lo facciamo noi?