NON BASTA LA SOLIDARIETÀ SUL CASO PIERVINCENZI, CI VUOLE LO STATO

Non è sufficiente la solidarietà dal mondo politico nei confronti del giornalista Rai Daniele Piervincenzi, ci vuole l’intervento delle autorità competenti e della legge a sanare i danni fisici subiti dal giornalista a causa di un’aggressione da parte di Roberto Spada, fratello di Carmine, il boss condannato a 10 anni per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, e titolare della palestra dinanzi alla quale l’inviato del programma Nemo, Rai 2, ha tentato d’intervistarlo.

È accaduto a Ostia che l’emergumeno signore, dalle dimensioni nettamento maggiori rispetto al giornalista che gli stava di fronte, dopo aver regalato alcuni sorrisetti alla telecamera, si è avventato vigliaccamente su di lui colpendolo  prima con una violenta testata sull’ossa nasale, dopodiché, più abile in magia di Giucas Casella, è comparso fra le sue mani un manganello con il quale ha continuato a colpire il giornalista che si stava allontanando col nso rotto e pure il reporter che continuava a riprendere.

Le immagini sono andate in onda nelle televisioni, l’episodio avvenuto non lascia ombra di dubbi, le immagini sono eloquenti, ma nonostante la chiarezza su quanto avvenuto, l’aggressore pare che, per la legge italiana, se la fili liscia e che non vada in carcere. E la risposta alla domanda “perché?” sta che la deniuncia a Spada è partita il giorno successivo all’aggressione  e ciò ha fatto cadere la flagranza. Il reato di cui Spada è accusato è per lesioni e non lesioni aggravate e ciò gli evita l’arresto.

Nelle immagini, però, è chiarissimo che l’uomo girasse armato, e che si fosse trattato di un atto di magia trovo molto difficile da credere, e se dunque nessun buon intenzionato va in giro recando appresso un manganello, è segno che già esisteva nella sua mente l’intenzione di aggredire qualcuno con quell’arnese. E se pure la palestra fosse di sua proprietà resta sempre un esercizio pubblico e in un esercizio pubblico non possiamo andare in giro armati.

Se lo Stato continua a non intervenire dinanzi a tali debolezze legislative possiamo stare certi che l’Italia mai potrà cambiare. E ad averne la meglio non sarà mai chi sta dalla parte del giusto.