RIFIUTI PERICOLOSI IN TOSCANA, COINVOLTA ANCHE UN’AZIENDA DI PRATO
Prato – Le manette sono arrivate anche a Prato nell’indagine che riguarda il traffico di rifiuti pericolosi. A finire nel mirino dell’inchiesta è stato un collaboratore dell’azienda pratese, la Fbn srl, ditta che si occupa dello smaltimento rifiuti.
Secondo le indagini condotte dalla Dda di Firenze e dai carabinieri forestali, che ha portato agli arresti 6 persone coinvolte nell’inchiesta, ogni settimana giungevano nella discarica di Livorno almeno 3 tir carichi di rifiuti tossici partiti appunto dalla Fbn srl.
Le telecamere appositamente piazzate dagli investigatori, rivelano che in molti casi i camion cariche di rifiuti speciali pericolosi venivano inviati nei cortili delle ditte specializzate nello smaltimento rifiuti, da dove però uscivano nel giro di pochissimo tempo, senza che gli fosse stato fatto alcun trattamento.
I rifiuti che erano entrati come tossico-nocivi, ne uscivano, con apposite documentazioni, come rifiuti ordinari per essere quindi stoccati nelle discariche.
«Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano i bambini». Sono le intercettazioni che compaiono nell’inchiesta sul traffico dei rifiuti in Toscana. Parole agghiaccianti dette fra le risate dei presenti. «Non m’importa se i bambini si sentano male. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti».
Sono parole che credo non abbiano bisogno di commenti, perché si commentano da sole. Sono frasi che fanno domandare semmai queste persone avessero un cuore. Se avessero dei figli, cosa penserebbero di mandarli in strutture scolastiche adiacenti a discariche, giacché sono i primi a conoscere il modus operandi di alcune di queste.
Per il procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco il modo di operare è lo stesso, o almeno si avvicina molto, a quello della Camorra nella Terra dei Fuochi, anche se, fino adesso, pare che quest’ultima non abbia nulla a che farci.