A Montemurlo il linguaggio dei segni s’insegna alla scuola dell’infanzia
Il Comune ha attivato un progetto che coinvolge due classi dell’infanzia “Ilaria Alpi” di Oste e “Grazia Deledda” di Montemurlo frequentate da due bambini sordi. Gli assessori Fanti e Baiano:« In questo modo facciamo vera integrazione ». Un operatore specializzato terrà nelle classi lezioni-gioco attraverso cui sarà insegnato ai bambini, agli insegnanti e ai genitori il linguaggio dei segni, indispensabile per interagire con i bambini sordi
A Montemurlo la scuola è inclusiva fin dall’infanzia. Partirà a breve il progetto di insegnamento della lingua dei segni in due scuole dell’infanzia del territorio, la “Ilaria Alpi” di Oste e la la “Grazia Deledda” di Montemurlo, frequentate da due bambini sordi. Un progetto voluto e finanziato dal Comune di Montemurlo che vedrà la partecipazione in classe di un educatore sordo e di un comunicatore specializzato, che insegneranno a tutti i bambini e agli insegnati la lingua dei segni (lis) in modo da poter comunicare con facilità con il compagno non udente. Per un bambino sordo utilizzare la lingua dei segni è fondamentale, in quanto può comunicare e ricevere qualsiasi messaggio senza troppa fatica. Per il Comune di Montemurlo, in collaborazione con l’istituto comprensivo “M. Hack”, è stato naturale promuovere un progetto che potesse aiutare a integrare i bambini nel gruppo classe fin dai primi anni di vita. Grazie al progetto “L’integrazione dell’alunno sordo a scuola”, realizzato con il centro “L’Elfo” di Firenze, specializzato in disabilità sensoriali, tutti i bambini avranno l’opportunità di apprendere questo tipo di linguaggio ed abbattere le barriere comunicative. «Questo progetto nasce dal confronto con i genitori di questi due bambini sordi, che frequentano la scuola dell’infanzia. Abbiamo quindi elaborato un’azione inclusiva che consenta di far interagire tutti i bambini con i loro compagni sordi in modo da migliorare la quotidianità all’interno della classe. – spiegano l’assessore alla scuola, Antonella Baiano e il collega alle politiche sociali, Alberto Fanti – Alcune azioni del progetto riguarderanno anche i genitori che saranno formati alle prime azioni di approccio a questa nuova lingua. L’obbiettivo primario del progetto infatti è integrazione e pari opportunità per tutti i bambini». Da innumerevoli fonti arrivano testimonianze di come la scuola, di ogni ordine e grado, si trovi in difficoltà quando deve accogliere un alunno sordo, ponendosi molte domande su come interagire e come educare. A Montemurlo, in questo senso, in questo difficile momento di pandemia, la prima azione svolta per superare le barriere comunicative ha riguardato l’acquisto di mascherine trasparenti per le insegnanti, che permettono ai bambini di leggere le labbra. L’obiettivo di questo progetto è proprio quello di migliorare l’integrazione scolastica e sociale degli alunni sordi, partendo da una meticolosa analisi dalla situazione personale e del contesto familiare di ognuno di loro, intervenendo sempre nel rispetto delle scelte educative già assunte. Imparare una nuova lingua come la Lis porta beneficio a tutti. È stato infatti dimostrato che tale insegnamento favorisca, anche negli udenti, lo sviluppo linguistico e la comprensione della propria lingua, le modalità di espressione visivo – gestuale e potenzi in modo significativo i fattori cognitivi quali l’attenzione, la discriminazione e la memoria visiva, fondamentali nello sviluppo di varie competenze e apprendimenti. « L’integrazione siamo convinti che faccia bene a tutti. – concludono Baiano e Fanti- L’insegnamento della Lis fin dall’infanzia ( il progetto proseguirà anche per i prossimi anni) rappresenta una ricchezza culturale e un bagaglio cognitivo che questi bambini si porteranno dietro per tutta la vita».