Al Tribunale di Prato serve maggiore personale. Lo Stato non deve più esitare.

Roberto Risaliti

Secondo quanto appreso dietro lettura, al Tribunale di Prato dovrebbero giungere 44 unità di personale amministrativo, si tratta di una lieta notizia attese da molto tempo, che il Comitato Provinciale Area Pratese si esprime dicendo: ‹‹Che sia davvero la volta buona!››

Naturalmente la quota di 44 unità è quella stabilita dal Ministero e rientra in un piano molto ampio a carattere nazionale, che arriva a coinvolgere 9.700 movimenti di personale nei tribunali.

Il sindacato CGIL pratese, sempre attento ai problemi legati alla notevole e perdurante carenza di personale, come accaduto già in altre occasioni, non ha perso tempo a commentare: ‹‹Difficile che ciò possa accadere. La sede di Prato non è gradita! L’attuale situazione vede il Tribunale di Prato sommerso di lavoro arretrato che comporterebbe – (noi del Comitato aggiungeremmo l’avverbio temporaneamente“) – carichi di lavoro notevoli e quindi, molto probabilmente, solo pochi, o anche nessuno, sarebbe disposto ad accettare la proposta. È palese che sul piatto la scelta sia legata anche ad altre caratteristiche come la vicinanza da casa, come la comodità dei trasporti ed altro ancora, tuttavia la realtà resta comunque quella che la sede di Prato sarebbe gradita a pochi/nessuno.››

Premesso che lo Stato sia in dovere di garantire le migliori condizioni di lavoro ai propri dipendenti e debba rispettare le scelte degli stessi, altrettanto è doverosamente tenuto a garantire pure il funzionamento degli Uffici pubblici, se non altro del tribunale stesso. In caso, tuttavia, che tale Istituzione non fosse in grado di coprire certi essenziali servizi che riguardano in primis anche la tutela del cittadino, dimostrerebbe di non essere all’altezza di soddisfare le più elementari esigenze del fabbisogno che regola i rapporti sociale fra persone stesse e istituzioni. Perciò, quali provvedimenti sarebbe utile che adottasse per sovvenire al problema?

Il consiglio che noi del Comitato Provinciale osiamo lanciare, consiste nell’assunzione a tempo determinato di un’altra fascia di lavoratori per il tempo necessario a smaltire quanto prima l’accumulo di lavoro arretrato che pende sul Tribunale di Prato. Una volta adempiuto tele incarico, i temporanei prestatori d’opera tornerebbero ad occuparsi delle spettanti mansioni lasciate in sospeso.

Teniamo a precisare, noi del Comitato Provinciale Area Pratese, che si tratta semplicemente di considerazioni sorte dal buon senso e non certo da specifiche conoscenze in materia .   

Qualunque possa essere la soluzione per venire a capo del problema, ci auguriamo che tutto si svolga nel migliore dei modi e che il Tribunale in oggetto possa svolgere in piena serenità e diligenza il proprio lavoro a beneficio dell’intera comunità pratese.

Qualora la scelta dovesse limitarsi ad un numero assai ristretto di funzionari disposti ad accettare il suddetto impiego, o anche – peggio che mai – nessuno, lo Stato non dovrebbe più continuare a nascondersi dietro a un dito, bensì incaricarsi d’investire energicamente per assicurare ai circa 300.000 residenti (compresa la popolazione del comune di Calenzano che fa riferimento al medesimo Palazzo di Giustizia) lo svolgimento di un essenziale servizio giuridico, salvo che il lo Stato stesso non intenda abdicare allo spettante ruolo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione che riguarda la vita dell’intera popolazione.

Noi del Comitato, ovviamente, facciamo tifo per il TRIBUNALE DI PRATO, in piedi dal lontano 1968, e vorremmo che continuasse ad essere operativo e magari maggiormente efficiente.