Allarme sicurezza nella chirurgia estetica, l’appello dell’Istituto Medico Toscano: “Attenzione alle micro-strutture. Affidatevi alle Case di Cura”
La morte di Margaret Spada, la 22enne deceduta a seguito di un intervento di rinoplastica a Roma, ha acceso i riflettori sulla gestione dei percorsi chirurgici nella chirurgia estetica e più in generale sui livelli di sicurezza delle strutture sanitarie. A intervenire sul tema è l’Istituto Medico Toscano, gruppo con sede a Prato ma di respiro extra-regionale, in grado di garantire decine di migliaia di prestazioni sanitarie ogni anno a cittadini di qualsiasi parte d’Italia, mettendo a disposizione 26 ambulatori, più di 400 apparecchiature elettromedicali e un giro di 140 medici con specializzazioni in ogni settore.
Dopo i fatti di Roma, anche all’Imt sono arrivate le telefonate di pazienti con interventi di chirurgia estetica già programmati, nelle quali si chiedevano rassicurazioni sui livelli di sicurezza delle operazioni. L’attenzione mediatica sul tema, d’altronde, ha creato la necessità in molte persone di una maggiore e più puntuale informazione sull’argomento. Da qui la decisione dell’Istituto Medico Toscano di raccontare con precisione gli standard qualitativi e professionali necessari per affidarsi a strutture competenti.
“La nostra è una Casa di Cura che garantisce adeguatezza e trasparenza a tutti i livelli, con un’attenzione particolare alla sicurezza – spiegano dall’Imt -. Il nostro blocco chirurgico è dotato di tre sale operatorie, tra cui una certificata ISO 5, oltre a posti letto in camere singole per la degenza. Tutti gli ambienti sono equipaggiati con le più moderne strumentazioni per visite ed esami diagnostici. In questo caso, alla luce dei recenti fatti di cronaca riguardanti la sicurezza delle strutture sanitarie, vogliamo comunicare che disponiamo di una sala attrezzata per la terapia sub-intensiva, gestita da specialisti in anestesia e rianimazione. D’altronde siamo perfettamente consapevoli che ogni intervento chirurgico comporta di per sé dei rischi”.
Ricordiamo che l’Imt conta su 50 dipendenti, occupandosi di chirurgia, odontoiatria, radiologia, fisioterapia, analisi del sangue, medicina estetica e rigenerativa, solo per fare alcuni esempi: una serie di specializzazioni che lo rendono di fatto un piccolo ospedale. “Scegliere strutture adeguate e sicure è un aspetto imprescindibile – proseguono dall’Imt -. Bisogna diffidare da personale non specializzato e qualificato, fare attenzione alle strutture sanitarie poste all’interno di condomini, di fatto appartamenti trasformati in piccole sale chirurgiche autorizzate per micro-interventi. La sicurezza ha dei costi non gestibili da tali piccole realtà. Bisogna inoltre accertarsi sempre delle procedure di sicurezza che verranno messe in atto prima, durante e post intervento. Noi garantiamo elevati standard di sicurezza, nel pieno rispetto delle normative vigenti. La nostra struttura e l’equipe di anestesisti-rianimatori sono impegnati quotidianamente per assicurare la massima tutela dei pazienti. Vogliamo ricordare che la scelta del chirurgo è fondamentale: ma è altrettanto importante valutare attentamente la struttura sanitaria in cui si viene operati”.