Alluvione 2023, ci sono ancora 60 milioni di ristori a disposizione delle imprese del territorio. Ecco i requisiti tecnici e come superare i vincoli burocratici
I fondi Simest sono destinati alle aziende che hanno almeno una quota del 3% di fatturato legato all’export. Fabbri (LHEVO): “Pratiche senza costi di istruttoria per semplificare la presentazione delle domande da parte degli imprenditori”
Se da un lato sul territorio della provincia di Prato si susseguono consigli comunali straordinari e incontri pubblici sul post alluvione del 2 novembre 2023 e sul rischio idrogeologico, dall’altro c’è un’occasione tutta da sfruttare per le imprese pratesi. Restano infatti ancora disponibili circa 60 dei 100 milioni di euro stanziati dal ministero degli Esteri per aiutare le aziende colpite dall’ondata di acqua e fango dell’autunno 2023. Fondi ‘Simest’ destinati alle ditte che fanno parte della filiera dell’export o che pur non esportando direttamente all’estero abbiano almeno una quota del 3% di fatturato legato all’export.
L’opportunità è ancora maggiore se si pensa che i fondi in questione non sono solo legati ai danni materiali causati dall’alluvione alle aziende, ma sono vincolabili anche alla perdita di fatturato. E ancora. I fondi Simest possono essere attivati anche per le imprese che avevano una polizza assicurativa alluvionale attiva per ottenere il rimborso delle spese sostenute per coprire la franchigia.
Di fatto, quindi, i circa sessanta milioni di euro di ristori ancora disponibili per il post alluvione 2023, potranno essere richiesti da aziende esportatrici dirette o da quelle che partecipano alla filiera dell’export. Un requisito che rende il fondo accessibile a una vasta gamma di imprese, agevolando chi, pur non esportando direttamente, contribuisce all’economia globale.
A spiegare l’importanza di sfruttare questa opportunità per il territorio è Raffaele Fabbri, presidente di LHEVO, una delle società di consulenza più attive in questo campo. LHEVO si distingue per la capacità di rendere semplici le procedure di richiesta di ristoro, spesso complesse, grazie alla sua esperienza e competenza. “Fare tutto da soli spesso porta a scoraggiarsi e a rinunciare alla presentazione della domanda di ristoro – spiega -. La burocrazia, infatti, spesso non facilita le cose agli imprenditori. Qui entriamo in campo noi, portando avanti la pratica per conto delle aziende senza applicare alcun costo per l’istruttoria di richiesta di ristoro. Di fatto offriamo in questo modo un servizio completamente gratuito alle aziende colpite dall’alluvione. La nostra missione è facilitare l’accesso a questi fondi essenziali per la ripresa economica delle imprese”.
Come detto, la procedura di richiesta dei fondi Simest può essere percepita come complicata. Per questo c’è l’opportunità di usufruire del servizio gratuito di società specializzate come LHEVO, attraverso le quali le imprese possono ottenere assistenza qualificata per compilare le domande e raccogliere la documentazione necessaria all’ottenimento del ristoro. Questo sostegno permette di velocizzare il processo e di assicurarsi di non perdere opportunità preziose per la propria impresa.
“Con i fondi Simest ancora disponibili – concludono da LHEVO -, le aziende danneggiate dall’alluvione del 2023 hanno l’opportunità di recuperare le perdite subìte. Il supporto di consulenti come quelli a nostra disposizione si rivela fondamentale per affrontare la burocrazia e ottenere i ristori necessari per la continuità delle attività”. Per informazioni sulla procedura burocratica di richiesta fondi si può scrivere a LHEVO Toscana all’attenzione di Moira Colzi, all’indirizzo mail: mcolzi@Lhevo.com, oppure contattando il 338/9497815.