Arnold Böcklin: L’Isola dei morti
La storia della quarta tela è legata ad un periodo in cui Böcklin aveva problemi economici.Per cercare di intascare qualche soldo riprende il suo migliore lavoro e lo modifica ancora una volta, essendo certo che il pubblico sicuramente lo avrebbe apprezzato. Purtroppo non andò così. Böcklin è riuscì comunque a vendere comunque il suo lavoro che in poco tempo entra a far parte della collezione privata del barone Heinrich Thyssen. Ma durante la seconda guerra mondiale è stato distrutto durante un bombardamento
La storia riguardo l’ Isola dei morti di Arnold Bocklin non finisce qui. C’è una quinta variante della tela realizzata nel 1886, la quale è stata commissionata dal museo di Belle Arti di Lipsia.
Un sacco di artisti l’hanno studiata a fondo ed hanno cercato degli spunti per migliorare il proprio stile. Qualche nome: Giorgio De Chirico, Fabrizio Clerici e Salvador Dalì ed..Hitler. Anche lui non resistì all’atmosfera cupa che si respirava nel quadro di Arnold, ed infatti nel 1933 acquistò la terza versione
C’è una foto d’epoca che ritrae Hitler in compagnia di Molotov (Ministro degli Esteri sovietico) e Ribbentrop (Ministro degli Esteri tedesco) e sulla parete della stanza si vede il lavoro di Böcklin.
E poi c’è la svolta.
Nel 1888, il pittore ha deciso di chiudere questa serie di inquietanti opere dipingendone un’altra intitolata l’Isola dei vivi.
È l’esatto opposto dell’isola dei morti che abbiamo visto finora.
Qui ogni particolare è pieno di vita: c’è la luce, i colori sono vividi ed intensi e l’isola prima popolata soltanto da cipressi, ora è occupata da palme rigogliose ed animali di ogni genere.
Quest’inno alla vita oggi lo possiamo ammirare al Kunstmuseum di Basilea, dove si trova anche la versione originale dell’Isola dei morti.
Analizziamo dunque il quadro.
La protagonista indiscussa della composizione è la misteriosa isola.
Dimentichiamoci le isole circondate da mare cristallino, palme e serenità. Vediamo infatti una scogliera rocciosa che avvolge tutto il pezzo di terra. Delle piccole strutture in pietra simili a dei templi sorgono qua e là, e si scorgono alcune aperture che sicuramente conducono a delle camere con dentro dei sepolcri. Queste misteriose strutture in pietra sono disposte orizzontalmente lungo tutto lo spazio. Poi ci sono gli alti cipressi, alberi tradizionalmente associati alla morte, che invece si “allungano” verticalmente e si trovano proprio al centro dell’isola. Böcklin sa quale sia il ruolo dei cipressi e per questo motivo li rende “padroni” della sua isola: li rende ancora più tetri allungandoli a dismisura e colorandoli con toni molto più scuri del normale. Anche il mare è stato trasformato dalla pesante atmosfera che domina la tela. E’ scuro, immobile, nessuna onda ad incresparlo….tetro… Ci sono poi dei personaggi. Chi siano risulta difficile dirlo dato che sono ritratti entrambi di spalle. Quindi possiamo soltanto avanzare delle ipotesi. Allora, dato che la destinazione è l’isola dei morti, gli unici “visitatori” ammessi a questo luogo soprannaturale sono i defunti. Quindi, l’uomo impegnato a remare potrebbe essere Caronte, il quale (stando a quanto riporta Dante Alighieri nella Divina Commedia) è il leggendario traghettatore di anime nell’oltretomba.
È completamente vestito di bianco, e per questo motivo, potrebbe trattarsi di:
- Una mummia egiziana, la quale è tutta bianca per via delle bende che avvolgono il so corpo
- La personificazione di un’anima, poiché quest’ultima è associata di solito al colore bianco
Davanti a questo misterioso essere c’è una bara avvolta da un altro drappo bianco. Forse nel sepolcro c’è il suo cadavere e l’anima sta raggiungendo l’isola dei morti. Insomma si tratta di un luogo il cui accesso è riservato soltanto a coloro che devono raggiungere l’aldilà.
È un quadro simbolista, quindi non esiste una risposta certa.
Stando alle parole di Böcklin, la tela dovrebbe essere in grado di farci riflettere sulla vita e la morte e dovrebbe suscitare dei stati d’animo relativi a questi concetti. Ognuno potrebbe fornire un’interpretazione diversa della composizione. In fondo è proprio questo il compito di un pittore simbolista.
L’isola è realistica (ovvero che per realizzarla si è ispirato a dettagli presenti nella vita reale), ma analizzando a fondo i dettagli, saltano fuori un sacco di simboli. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il pittore possa essere stato spinto a realizzare una tela del genere per via della morte di 6 dei suoi figli.
Come abbiamo scritto sopra, Böcklin realizza ben 5 versioni della tenebrosa isola. Cosa è cambiato da una rappresentazione all’altra?
Partiamo proprio dalla forma dell’isola: cambia continuamente.
Le rocce si trasformano. A volte sono più alte, altre volte più chiare e spesso cambiano del tutto forma. Variandone continuamente l’aspetto, gli esperti non hanno avuto vita facile cercando di capire a quale isola si fosse ispirato Böcklin durante il lavoro. Ma non è solo la forma a cambiare.
Diamo un’occhiata all’entrata verso cui si dirige la barca di legno.
- Nella prima versione è una semplice grotta scura
- Nella seconda versione c’è una colonna di pietra con sopra la statua di un cane che fa la guardia
- Nella terza versione c’è un piccolo molo in pietra e con due colonne
- Nella quarta versione ci sono due colonne di pietra con sopra due statue di animali
- Nella quinta versione ci sono sempre le due colonne in pietra con sopra due statue di leoni in attesa
E poi c’è dell’altro.
Le strutture in pietra che popolano l’isola sono molto simili in tutte le versioni ma cambiano posto continuamente.
Anche le condizioni climatiche variano.
- Nella prima versione il cielo è buio, ma sembra che ci sia ancora un piccolo sprazzo di sole che mette in luce l’isola (probabilmente è il tramonto)
- Nella seconda versione il cielo è completamente coperto, ma l’isola è avvolta dalla luce del tramonto
- Nella terza versione ci sono molte nuvole grigie ma ci troviamo in pieno giorno, il mare è più limpido e riflette isola ed oggetti
- Nella quarta versione ci sono sempre le nuvole ma si intravede anche una luce forte, quindi potrebbe essere ambientata in pieno giorno; anche qui il mare è limpido
- Nell’ultima versione è giorno ma le nuvole sono quasi del tutto nere: sta per arrivare una tempesta ed il mare è molto scuro
Infine, anche i protagonisti si “trasformano” in ogni opera.
- Nella prima versione c’è il rematore e l’uomo vestito di bianco
- Nella seconda versione il rematore è ritratto in movimento e sulla bara a prua sono stati aggiunti dei festoni
- Nella terza versione la barca è cambiata completamente, così come i vestiti del rematore e l’essere vestito di bianco ha la testa leggermente inclinata
- Nella quarta versione è impossibile dire se i colori siano differenti perché non abbiamo immagini a colori, ma si vede che l’essere vestito di bianco ha le braccia distese, o al massimo ha una specie di dono tra le mani
- Nella quinta versione il rematore è completamente diverso dalle altre tele e l’altro protagonista sembra che si stia inchinando (o stia piangendo) man mano che la barca si avvicina all’entrata dell’isola.