CHIANTI BANCA, ACQUE AGITATE: RICORSO DI NOVE SOCI CONTRO IL CDA
di Patrizia Scotto di Santolo
Prato – Acque agitate in Chianti Banca nel giorno in cui (venerdì 15 settembre) il suo Cda doveva scegliere se aderire a Cassa Centrale, come approvato da due assemblee dei soci, il 18 dicembre e 14 maggio, oppure su Iccrea (Roma), per l’arrivo della notizia che su questa scelta alcuni soci avevano impugnato le due delibere assembleari e presentato ricorso al Tribunale di Firenze.
Infatti nel giorno dell’ultima assemblea del 14 maggio, che aveva estromesso l’ex banchiere Bce Lorenzo Bini Smaghi, a cui era subentrato Cristiano Iacopozzi della lista “Fedeltà alla storia e alla cooperazione”, (1.519 voti il 54% del totale, mentre la lista cda del presidente Bini Smaghi registrò 1.178 preferenze) non pochi soci avevano manifestato delle perplessità.
Il punto che aveva come oggetto “l’informativa sulla riforma del Credito Cooperativo. Progetto di costituzione dei gruppi bancari cooperativi. Discussione e deliberazione di adesione al gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca”, era stato discusso e messo a votazione, mentre erano state aperte le urne per votare il rinnovo del Cda, con molti soci, in quel momento, fuori dall’aula.
Anche la stessa Banca in una nota ha confermato “di aver avuto notifica di un ricorso, presentato da nove soci della banca, relativo al terzo punto all’ordine del giorno dell’ultima assemblea che si è svolta il 14 maggio scorso”. “La citazione riguarda l’approvazione delle attività svolte fino alla data del 14 maggio 2017 dal Cda uscente in relazione al progetto di adesione al costituendo gruppo trentino e verte solo ed esclusivamente su questo tema”. ChiantiBanca – conclude la nota – comunica inoltre che non ci sono altri punti in contestazione inerenti la stessa assemblea. L’iniziativa avviata dai nove soci non potrà pertanto avere come conseguenza – per esempio – la convocazione di nuove elezioni o la decadenza degli attuali amministratori”
È vero anche che, se il tribunale dovesse accettare il ricorso, potrebbe decadere l’intero consiglio della Chianti Banca del neo presidente Iacopozzi e dunque molti sono quelli che vedono in questo ricorso una sponda per chi nel Cda dell’Istituto di Credito, vorrebbe dare il via ad un’assemblea straordinaria con cui di fatto i soci non solo sarebbero chiamati a una scelta definitiva tra Cassa Centrale (Trento) e Iccrea (Roma),”fortemente sponsorizzata”, ma ci sarebbe l’intento di creare una nuova associazione per contrastare la lista Iacopozzi. (A meno che, con un colpo di scena, il Presidente Iacopozzi non decida di dimettersi e con lui il consiglio senza aspettare il parere dei giudici del Tribunale di Firenze).
“Non commento – ha detto in una recente intervista il direttore generale della Federazione Toscana delle Bcc – Dico solo che ci sono soci che, evidentemente, hanno sentito l’esigenza di presentare ricorso”. “ChiantiBanca, poi,è una associata della Federazione toscana. E tutti sanno che abbiamo sempre avuto una preferenza per il gruppo unico, che non può che incentrarsi su Iccrea”.
È vero anche che, nel caso in cui la scelta dell’Istituto di Credito di San Casciano dovesse cadere, in tempi relativamente brevi, su Iccrea, la Banca toscana, secondo indiscrezioni, oltre a ripagare il bond da 20 milioni di euro concessole da Cassa Centrale a tassi molto vantaggiosi, dovrebbe anche fare i conti con più di un’azione legale dagli esiti difficilmente prevedibili.
Un guazzabuglio che non piacerebbe alla ” sorveglianza”della Banca d’Italia, che si vedrebbe costretta a un commissariamento della Chianti Banca,con uno spostamento della questione dalla Toscana a Roma,con tutta una serie di conseguenze e dagli equilibri politici, di non poco conto.
fonte Stamp Toscana