Cristiani ad intermittenza perdono il senso del peccato: l’opinione di Loana sul Congresso delle Famiglie di Verona

Si è fatto un gran parlare, in questo fine settimana, del Congresso delle Famiglie tenutosi a Verona. 
Per un cristiano praticante ci sono dei capisaldi nella fede, inutile girarci intorno. 
Per un cristiano non è contemplato dunque il divorzio, né l’aborto, né l’omosessualità. 
Capisco che siano posizioni oggi considerate estremiste ma se vuoi vivere, tu, cristiano, secondo la Parola di Dio e gli insegnamenti di Gesù, allora non ci sono scorciatoie. O sei dalla parte della Parola di Dio e dei suoi insegnamenti o  non ti si può rilasciare la “patente” di cristiano. Se sposi altri convincimenti, se ti adegui allo stile di vita del mondo sei altro: sarai una brava persona, tollerante verso ogni tipo di diversità e di scelta di vita, sarai politically correct, ma non sei cristiano. I cristiani sono quelli che si conformano al vangelo. Rispettano gli altri ma vivono diversamente, secondo vangelo. Punto. Gli altri sono altre cose. 
O sei cristiano, cattolico, credente o non lo sei. La tiepidezza non è contemplata. 
C’è chi pensa davvero di poter raggirare (con le giustificazioni ad atti ingiustificabili) sia Dio che gli uomini?
Nello stesso vangelo di Matteo (5,13)  si dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”. Nell’apocalisse di Giovanni, poi il Signore rimprovera i cristiani tiepidi della Chiesa di Laodicea e a costoro dice: “Sto per vomitarti dalla mia bocca”. Il Signore rimprovera quella tranquillità “senza consistenza” dei tiepidi. Diceva papa Francesco: “I cristiani tiepidi devono scoprire un’altra ricchezza che non è la ricchezza dell’anima che tu CREDI di avere perché sei buono, fai tutte le cose bene, tutto tranquillo: un’altra è la ricchezza che viene da Dio, quella che porta la croce, quella che sempre porta tempesta, che sempre porta qualche inquietudine nell’anima.” “I tiepidi – continua il Papa – perdono la capacità di contemplazione”. 
Sul divorzio Gesù è pure molto chiaro: Matteo 19-9 “Perciò io vi dico Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra, commette ADULTERIO“. E in Marco 7,20: “Ciò che esce dall’uomo, questo si, contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.
Un peccato assai comune oggi è quello dei  cattolici praticanti divorziati e risposati. Potete piangere anche in cinese e giustificare l’adulterio quanto volete, ma ciò è lontano dall’essere cristiani. È vero che Gesù perdona ma a patto di non peccare più: …”E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. (Gv 8,3). 
Il monito di Gesù alla peccatrice è quello di non continuare a sbagliare il bersaglio nella ricerca di vita e di amore. Ed è il monito rivolto a tutti noi: se hai sposato un divorziato/a stai perseverando nell’adulterio e dunque nel peccato…
Dice il Papa spiegando il sesto comandamento “non commettere adulterio!: “Chi è l’adultero, il lussurioso, l’infedele? E’ una persona immatura, che tiene per sé la propria vita e interpreta le situazioni in base al proprio benessere e al proprio appagamento”
Un altro peccato assai comune tanto che non ci pare nemmeno più peccato è avere lavoratori a nero nella propria azienda. Battetevi il petto quanto volete ma ciò non è cristiano. 
Secondo Bergoglio, è peccato gravissimo usare Dio per coprire l’ingiustizia. Così, se uno va a Messa tutte le domeniche e fa la comunione, gli si può chiedere: “E com’è il tuo rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi loro il salario giusto? Anche versi i contributi per la pensione? Per assicurare la salute?. Quanti, quanti uomini e donne di fede, hanno fede ma dividono le tavole della legge: ‘Sì, sì io faccio questo’ – ‘Ma tu fai elemosina?’ – ‘Sì, sì, sempre io invio un assegno alla Chiesa’ – ”Ah, beh, va bene. Ma alla tua Chiesa, a casa tua, con quelli che dipendono da te – siano i figli, siano i nonni, siano i dipendenti – sei generoso, sei giusto?’. Tu non puoi fare offerte alla Chiesa sulle spalle della ingiustizia che fai con i tuoi dipendenti. Questo è un peccato gravissimo: è usare Dio per coprire l’ingiustizia”.
E ancora: si è cristiani praticanti ma al primo ostacolo si fugge dalla croce qualsiasi essa sia: una malattia, un matrimonio che traballa, la perdita di un lavoro ecc…Fuggire dalla croce non è cristiano e ce lo insegna Gesù con la sua vita e la sua morte. “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24).
L’approccio alla religiosità se non è limpido è fuorviante. Dio chiede sincerità e lealtà nei confronti di tutti. Virtù lontane dai semplici formalismi del non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza..
Essere cristiano oggi, come ieri, va al di là dell’apparenza. Non ci si salva grazie al nostro impegno profuso in messe, pratiche, ritiri spirituali ma ci si salva solo se si cambia il cuore e cambiando il cuore si cambia vita.
E non è vero, come molti sostengono, che nei vangeli non si fa riferimento all’omosessualità come ad un peccato. 
In Matteo 10,15, in Matteo 11, 24 e in Luca 17, 28 si esprime con chiarezza il concetto di sessualità deviata come accezione negativa. Ci sono riferimenti alla distruzione dell’antico testamento di Sodoma e Gomorra, distruzione che sarebbe avvenuta per gli atti impuri e dissoluti commessi dai suoi abitanti. 
Molto nette inoltre  sono le parole di San Paolo sui rapporti omosessuali. A differenza dei Vangeli, Paolo, non si limita a spiegare quali siano le “buone pratiche” sessuali e quali quelle deviate ma c’è un affondo diretto per esempio agli “atti ignominiosi uomini con uomini”. Nella lettera di San Paolo apostolo ai Romani 1, 27 si legge: ” Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi poichè essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato la creatura al posto del creatore che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento. E poichè hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa di una intelligenza depravata sicchè commettono ciò che è indegno.”
E ancora più netta è la posizione di Paolo nella Lettera ai Corinzi 1,9 “O non sapete che gli ingiusti NON erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: nè immorali, nè idolatri, nè adulteri, nè effemminati, nè sodomiti, nè ladri, nè avari, nè ubriaconi, nè maldicenti, nè rapaci, erediteranno il regno di Dio”.
Infine nella lettera a Timoteo 1, 10 rilancia il monito contro i sessualmente deviati: “Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, i fornicatori, ipervertiti, i trafficanti di uomini”.
Pio XII diceva che “il più grande peccato di oggi è che gli uomini hanno perso il senso del peccato”. Lo stesso Papa Francesco cita questa celebre frase del suo predecessore per AMMONIRE quanti per esempio hanno derubricato un peccato grave come l’adulterio, a “problema da risolvere”…Quando viene meno la  presenza di Dio tra gli uomini dice il Papa “si perde il senso del peccato” e così può accadere di far pagare ad altri il prezzo della mediocrità cristiana. Non c’è più timor di Dio. Per questo la preghiera di tutti i giorni a Dio “venga il tuo regno, cresca il tuo regno”, perchè la salvezza non verrà dalle nostre furbizie, dalle nostre astuzie, nè dalla nostra intelligenza nel fare gli affari.
Quindi ecco, si, per chi vuole camminare sulle orme del vangelo è questa la strada da seguire. Non ci sono scorciatoie nè deroghe per nessuno. Questa in sintesi è la famiglia che si è celebrata a verona. Una famiglia cristiana nella quale non sono contemplati l’aborto, il divorzio o le unioni omosessuali. Chi è cristiano non può che adeguarsi al vangelo e il vangelo è l’unica strada percorribile, gli altri, come dicevo sopra, son altra cosa.
Sono convinta che questa nostra epoca sia già post-cristiana. Molti sono cattolici solo per educazione e tradizione, per essere ben accetti in un certo tipo di buona società, per adempiere al minimo sindacale nella pratica del credente (partecipare alla messa, offrire qualche elemosina alla chiesa e poco più).
Per questi cattolici, il cristianesimo, più che una questione di fede, è una identità culturale a cui non vogliono rinunciare.

Tanti sono i preti e i laici che escludono la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.

Ma se si vuole credibilità è necessario offrire modelli credibili. 

La PARVENZA, la facciata di “brava gente” è una cosa. 

E magari si sarà anche indicati come “cristiani perbene”…gente buona….Ma buona da calpestare e buttare via: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”. (Mt 5,13-16).

ESSERE brava gente è tutta un’altra faccenda…

Non si può essere cristiani ad intermittenza. Né il cristianesimo può essere una spilla, un abito, un’etichetta, che si mette o toglie all’occorrenza.