DUE LACRIME IN POLITICA
di Roberto Fiordi
Sono trascorsi solo 37 giorni che la politica italiana ha subìto due lutti. Il primo è stato per Gianroberto Casaleggio, che il 12 aprile scorso, all’età di 62 anni ancora da compiere, ci ha lasciati per le conseguenze dovute a un ictus, e il 19 Maggio è toccato a Marco Pannella (all’anagrafe Giacinto), all’età di 86 anni compiuti da appena 17 giorni. A stroncarlo è stato un tumore.
Ma andiamo per ordine e partiamo propria da quest’ultimo, non per motivi preferenziali, bensì perché è stato un uomo che ha fatto più anni di politica e perché era più anziano.
Marco Pannella, è stato un uomo forte e appassionato che ha affrontato la malattia con la stessa fierezza e la stessa determinazione con la quale, per decenni, si è battuto per le cause in cui credeva. Sono queste le affermazioni del presidente del Senato, Piero Grasso , il quale ha anche aggiunto che dobbiamo moltissimo a quest’uomo e che con lui se ne è andato un protagonista assoluto della storia repubblicana. Le stime e gli apprezzamenti sul leader storico dei radicali italiani sono giunti da tutti membri della politica, anche dai suoi avversari. Ciononostante, come ha affermato la Bonino, non ha mai avuto i riconoscimenti che gli sarebbero spettati.
Un uomo onesto e generoso, un leone della democrazia, come lo ha definito il primo Ministro Matteo Renzi, un cavallo di battaglia per i diritti civili. Marco Pannella è stato il difensore degli emarginati, il leader che ha gridato via il nucleare e abolizione della caccia senza limiti. No il finanziamento pubblico ai partiti, se pure tale abrogazione è uscita dalla porta ed è rientrata dalla finestra. Le sue battaglie lo hanno anche visto impegnato per i diritti di libertà personale, politica e sindacale.
Negli anni Settanta, quando ancora il clero aveva il suo potere sulla politica italiana e nelle coscienze popolari, Marco Pannella, pur essendo l’uomo della minoranza, con il suo Partito Radicale ha fatto sentire il suo peso e ha contribuito in modo determinante al cambiamento del Paese. Di fronte alla forza della Chiesa, il suo spessore laicale lo ha spinto a combattere dure battaglie anticlericali, battaglie non violente ma che riuscivano a fare cronaca. Un leone Pacifista per natura faceva la guerra a suon di scioperi che ne contano moltissimi quelli della fame e della sete, arrivando a compromettere persino la propria salute.
Pacifista e antimilitarista, nel 1976 promosse una manifestazione a La Maddalena contro l’insediamento della base militare USA. L’isola venne invasa in quell’occasione da un’ondata di radicali e pacifisti e la manifestazione si tramutò in un assalto da parte delle forze dell’ordine nei riguardi dei dimostranti, dopo che loro avevano costruito un muro simbolico in foratini. Circa trent’anni dopo, 2007, la marina militare statunitense ha lasciato definitivamente l’arcipelago. Sono state molte le manifestazioni simboliche promosse dal leone della democrazia. Il travestimento da Babbo Natale vestito di giallo e la passeggiata per piazza Navona. Il travestimento da clown. L’imbavagliamento durante una tribuna elettorale, lasciando scorrere in assoluto silenzio il tempo che aveva a disposizione per parlare. Non ci dimentichiamo che Pannella ha tenuto comizi in Parlamento lunghi anche di 7/8 ore in piedi dinanzi al microfono per impedire l’approvazione delle leggi liberticide.
Ovviamente ci sono state anche manifestazioni da parte sua antimoraliste per l’opinione pubblica, come quella di presentarsi nudo in conferenza stampa, per esempio, oppure la distribuzione di hashish ai partecipanti di un comizio a Roma a scopo dimostrativo per promuovere la campagna a favore della liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere. Manifestazioni che lo hanno portato all’apice della critica ma che comunque hanno dato modo di parlare di lui e dei suoi ideali. Si è battuto per difendere Enzo Tortora dall’accusa di associazione camorristica e traffico di droga. Un caso divenuto poi di “malagiustizia” in cui le accuse si basavano sulle dichiarazioni di pregiudicati. Durante questo periodo, per volontà dello stesso Pannella che credeva in lui, Tortora fu eletto eurodeputato per il Partito Radicale, di cui divenne anche presidente. La giustizia dette poi ragione a Tortora e di conseguenza pure a Pannella.
Le sue battaglie si sono soprattutto indirizzate verso il riconoscimento dei diritti civili e politici, a cominciare dagli anni ’70, dal referendum sul divorzio e sull’aborto e sull’eutanasia. Sono andate avanti nella direzione dell’amnistia e l’indulto per l’emergenza carceri sovraffollate. La sua battaglia si ostinava, come detto prima, nella legalizzazione delle droghe leggere. Sull’abolizione della pena di morte nel mondo. Sui diritti degli omosessuali. Si è occupato della fame nel mondo, inviando una petizione agli Stati Uniti e una al papa. A quest’ultimo in una lettera ha scritto “Ti voglio bene.
Gianroberto Casaleggio, all’età di 61 anni lascia in lutto il Movimento 5 Stelle da lui fondato assieme a Beppe Grillo, e tutto il mondo politico. Un ictus sembra sia stata la causa che martedì 12 aprile 2016 ha portato al decesso la mente del Movimento Pentastellato, dopo un lungo ricovero all’istituto Scientifico Auxologico di Milano per problemi cardiovascolari e neurologici. Nell’aprile 2014 Casaleggio era stato sottoposto a un intervento chirurgico al cervello per un edema. Lottatore di natura, sia nella politica che nella vita, è stato costretto infine a gettare la spugna. Per volontà della famiglia i funerali si sono svolti in forma semplice e modesta, alla basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano, col divieto d’introdurre macchine fotografiche e videocamere a riprendere la funzione.
Durante la cerimonia non sono intercorse frasi ampollose e non hanno preso la parola né Dario Fo e né Beppe Grillo, come era invece previsto.
Fuori dalla chiesa si sono trovate centinaia di persone fra militanti del Movimento 5 Stelle e simpatizzanti a gridare all’unanimità: «Onesta! Onesta!» durante il passaggio del feretro.
Il figlio più grande, Davide, ricorda suo padre come un grande lavoratore, un uomo audace, che non ha mai conosciuto vacanza. Una persona altruista fino in fondo, che sognava di cambiare l’Italia con i pochi mezzi che aveva a disposizione, per la felicità di tutti.
Si diploma come perito informatico e si iscrive alla Facoltà di Fisica, che però abbandona dopo qualche esame. Nonostante ciò la sua genialità informatica lo spinge molto in avanti. Entra in Olivetti come progettista di software, per poi andare a ricoprire il ruolo di amministratore delegato in Webegg, una società sempre legata all’Olivetti, che si occupa di consulenza per il posizionamento delle aziende in rete. E quindi è entrato in Telecom.
Appassionato e genio dell’informatica, Casaleggio s’incontra con Giuseppe Piero Grillo, in arte Beppe Grillo. Siamo nel 2004 e Beppe Grillo è ancora un comico. Casaleggio apre e cura il blog del comico genovese, facendolo diventare fra i più frequentati siti al mondo; portando nel giro di cinque anni la popolarità di Grillo alle stelle. Proprio grazie al comico entra in rapporti con l’ex pm Antonio Di Pietro e cura anche il suo sito, e questo sino al 2010, fino a quando cioè non parte l’avventura politica sua e di Beppe Grillo. Fondano assieme il Movimento 5 Stelle.
Grillo e Casaleggio sono una coppia perfetta: il primo sa comunicare alla luce dei riflettori, degli schermi e dei microfoni, con la sua voce prorompente e decisa, alcune volte anche banale ma mirata, l’altro comunica per mezzo soltanto della tastiera, ma è colui che in realtà tiene il timone del Movimento.
Come lo è stato il Partito Radicale, il Movimento 5 Stelle è un po’ la voce del popolo, e come lo è stato il partito di Marco Pannella, ovvero un partito trasversale, che costruiva alleanze quando con la destra e quando con la sinistra, a seconda di chi rispecchiava le sue idee, quello di Grillo-Casaleggio non è tanto diverso. Non ha uno schieramento definito. Similitudini fra i due partiti si possono riscontrare pure sulla rinuncia di rimborsi spese elettorali, ovvero il finanziamento pubblico ai partiti e altre ancora.
Come lo è stato Pannella per il Partito Radicale, Casaleggio è stato il guru del Movimento 5 Stelle, sapendosi circondare di persone nel pieno delle loro capacità intellettuali e competenze politiche, che oggigiorno, orfane della mente del Partito, pur costrette a sacrificarsi di più, s’impegnano a portare avanti l’eredità scolastica del loro maestro.
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