E cosa ci aspettiamo domani dall’Europa? E cosa sarà l’Europa domani?
È a quanto stiamo assistendo oggi, ovvero a un’Europa che inerme si lascia colonizzare dalle persone e dalle culture islamiche. Stiamo parlando di un continente incapace di reagire a drammatiche situazioni che, con molta probabilità, nei prossimi decenni cancelleranno la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione, il nostro modo di vivere e di vestire; e il nostro alfabeto latino finirà per essere sostituito da quello arabo per arrivare a leggere e scrivere da destra verso sinistra.
È in atto, per chi ancora non lo avesse capito, un sistema di colonizzazione molto efficace: giungere al proprio obiettivo senza dover sollevare polveroni. E tutto fila liscio quando, chi ti sta di fronte, ti srotola anche un tappetino rosso per lasciarti passare.
Anche il nostro Paese si è trovato in questa situazione, al punto di togliere il crocifisso dalle aule delle scuole per rispettare il credo di coloro che abbiamo deciso, o che ci hanno costretti, ad ospitare. Ma, al di là della fede a fini personali, dietro a quel crocifisso ci sta una vera e propria storia. Una storia religiosa, civile e morale. Una storia che ha visto attraversare guerre e che ha contato centinaia di morti. Quindi togliere il crocifisso dalle scuole vorrebbe dire anche piegarsi di fronte ai nuovi arrivati.
Tuttavia il processo d’integrazione è stato facile per gli immigrati, perché siamo stati quasi più noi ad integrarsi a loro che essi con noi.
Da dire che l’invasione in Europa da parte degli islamici è stata facilitata anche da una realtà basata sul fatto che in molti stati europei il costo della manodopera è cresciuto eccessivamente e a ciò è andata ad aggiungersi anche un’altra piaga, ovvero quella che le persone, raggiunta una forma di benessere economico e sociale, non sono più disposte a lavorare durando fatica; e perciò gli immigrati hanno come accolto la richiesta di manodopera a basso costo.
Ma così facendo sono riusciti a diventare i padroni di quella via, di quel del rione, di quella porzione di urbe, importando in essa i loro costumi, le loro usanze, la loro lingua, la loro religione, e addirittura le loro leggi.
È il caso, come riporta “ilgiornale.it“, di Saville Town, un sobborgo inglese dove i cittadini bianchi sono scomparsi per lasciare posto agli islamici. Gente che non parla più inglese ma la lingua di Maometto. Donne che passeggiano con il burqa. E fra i cittadini di questo posto moltissimi vestono con abiti tradizionali islamici. Ed inoltre, come se non bastasse, negli atteggiamenti di questi immigrati si legge il disprezzo che provano nei confronti della donna bianca e della società occidentale.
La colonizzazione da parte di queste persone ha fatto sì che impiantassero negozi, ristoranti ed altri esercizi pubblici secondo i loro costumi, riuscendo a mascherare la loro novità con quella che in molti hanno pensato bene di ritenere modernizzazione.
La colonizzazione degli islamica ha avuto come risultato non solo l’ottenimento di una moschea, ma persino l’attivazione di un tribunale della Sharia, come fossero a casa loro e come se fossero loro a poter governare, anche se in più occasioni tale tribunale è finito sotto accusa a causa delle sentenze discriminatorie emesse ai danni delle donne.
La situazione non sarebbe da prendere sottomano anche perché, se prendessimo in esame il censimento che è stato fatto nel 2011, che ha rivelato un dato a dir poco inquietante, e cioè che in quella frazione ci sono solo 48 persone bianche su 4.033 abitanti, il dato sarebbe allarmante.
Oltre a questo, la notizia che riporta lo stesso giornale, dice anche che molti nativi del luogo sono stati jhadisti andati a combattere nelle file dei terroristi. E da Saville Town si è inoltre mosso Mohammed Sidique Khan, il capo del commando che ha fatto esplodere le bombe nella metropolitana di Londra.
Come se non bastasse, la situazione è preoccupante anche per noi, infatti, stando sempre a quanto riporta ilgiornale.it, pare che una setta dell’islam molto ben radicata in Gran Bretagna, denominata Deobandi, abbia seguaci anche in Italia con i Tabligh Eddawa, ovvero un gruppo islamico che mirerebbe ad avvicinare e a riavvicinare all’Islam più estremo quei fedeli che si sono allontanati dalla loro fede.
Be’ cosa ne sarà di noi? Cosa ne sarà dei nostri posteri se non verranno attuati interventi adeguati? È anche in queste cose che l’Europa dimostra di essere un continente debole. Un continente nato più sulle parole che sui fatti. Più sulla carta che sull’operato comune per il bene dell’occidente.