E SE FOSSE VERA LA MORTE DI DAVID ROSSI?
di Roberto Fiordi
E se fosse vero quanto ha dichiarato l’interlocutore, Pierluigi Piccini, alla ben nota trasmissione televisiva “Le Iene”, andata in onda nella serata di domenica 8 ottobre 2017, sulla morte di David Rossi? E se fossero vere le gravi accuse che lui stesso ha espresso davanti al giornalista di Mediaset nei confronti dei magistrati di Siena? L’accusatore ha sostenuto che ai festini in villa partecipavano pure i magistrati senesi.
È stato esplicito l’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, dinanzi alle telecamere di Mediaset quando ha dichiarato apertamente che la morte del capo comunicazione di Mps non è avvenuta per suicidio, come invece aveva proclamato la procura di Siena archiviando il caso, ma che si è trattato di un omicidio.
Il corpo del manager della banca fu ritrovato cadavere la sera del 6 marzo 2013 sotto la finestra del suo ufficio, in un vicolo chiuso nel centro storico di Siena e, secondo la prima indagine della procura di Siena, questi si sarebbe appoggiato di schiena alla balaustra della finestra del suo ufficio e si sarebbe lanciato di sotto.
Alla domanda che la Iena, Antonino Monteleone, gli aveva posto: «Ma se uno volesse ipotizzare che quello di David fosse stato il suicidio di un ragazzo che ha vissuto la cresta dell’onda?». Piccini, dinanzi alle telecamere, si era espresso schiettamente: «Tutte cazzate! Lui ha gestito più di 50 milioni di euro in 4 anni… E aveva le porte aperte dappertutto[…] Lui su tante cose era il braccio destro di Giuseppe Mussari (ex Presidente del MPS ed ex Presidente dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana) …».
Le sue dichiarazioni sono state ancora più esplicite quando non sapeva di essere ripreso: «David», ha detto, «fa un errore storico: lui dice che sarebbe andato dai magistrati a raccontare tutto […]» E quindi qualcuno avrebbe voluto far tacere Rossi per l’eternità.
Da quella conversazione ecco saltar fuori, sempre per bocca di Piccini, che un suo amico avvocato di Roma gli avrebbe detto che fra Arezzo e Siena vi è una villa dove illustri personaggi fanno festini e ce ne è un’altra pure al mare, all’interno delle quali girano anche fiumi di cocaina. Fra questi illustri personaggi sembra lasciare intendere che ci siano anche magistrati senesi.
Da tutto questo emergono altri forti dubbi su come sono state condotte le indagini sulla morte dell’ex banchiere, ci sono molti punti che non quadrano: come la posizione del cadavere di Rossi quando è stato rinvenuto che sembra non corrisponde a un lancio volontario. Ci sono inoltre ferite rinvenute sul suo corpo che non possono essere dovute alla caduta, le quali non sono comunque mai state sottoposte all’esame istologico. E altre cose ancora, che lo stesso Antonio Monteleone ha voluto elencare nel suo servizio.
Alla luce di tutto, e in special modo sulle dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco di Siena ed ex banchiere, è lecito che nasca il sospetto sulla condotta da parte della magistratura senese, quando, appunto, pare affiorare l’ipotesi che alcuni componenti della stessa siano complici della vita parallela di cui parlava Piccini. Altresì, fino a quando la giurisprudenza italiana verrà guidata da magistrati che possano indossare la veste di Pubblico Ministero e al contempo quella di Giudice, in Italia non potrà succedere mai che essi stessi si auto-indaghino, o indaghino colleghi che ci hanno lavorato sino al giorno avanti.
Ecco un altro buon motivo per il quale sarebbe opportuno ci fosse la separazione delle cariche dei magistrati.