E SE L’ISIS SI FACESSE L’ATOMICA?

di Roberto Fiordi

Immaginare che i terroristi dell’Isis arrivino a fabbricarsi una bomba nucleare potrebbe voler dire avere già dinnanzi agli occhi immagini apocalittiche.

E se ciò dovesse accadere, dove farebbero esplodere questo ordigno? Forse un’altra volta in Belgio? Forse ritornerebbero in Francia? Tenterebbero con gli Stati Uniti? Con l’Inghilterra? La Germania? Ma pure l’Italia è nel mirino attentati, e quindi guardia alta.

È dal Regno Unito che giunge questo preoccupante allarme. Il primo Ministro britannico, David Cameron, ha invitato il Parlamento a prendere quanto prima decisioni sul da farsi rivelando informazioni, fino a quel momento top secret. Ha comunicato che ci sono gruppi dell’Isis e di Al Qaeda che stanno cercando di procurarsi materiale chimico, radiologico e biologico al fine di dotarsi di armi di distruzione di massa.

Eh sì, già al nascere del movimento di Al Qaeda, lo scopo degli islamisti sunniti, era quello di arrivare a fabbricare un certo tipo d’armamento. I loro primi manuali d’addestramento testimoniano infatti che avevano tentato di estrarre materiale radioattivo dai dispositivi di allarme antincendio, senza però avere ottenuto risultati. Oggi però l’Isis è più ricco e meglio organizzato di come era a quei tempi Al Qaeda e ha imposto il controllo in alcuni territori del Medio Oriente, anche se negli ultimi tempi, grazie al contrattacco dei governi siriano e iracheno, il controllo in quei due paesi si è ridimensionato.

La rivista jihadista Badiq parla comunque che l’Isis avrebbe così tante risorse economiche da potersi permettere di comprare dal Pakistan una bomba atomica e farla entrare negli Stati Uniti di contrabbando, al fine di realizzare un attentato ancora più grave di quelli dell’11 settembre 2001 che hanno portato al crollo delle torri gemelle. La conferma giunge anche per bocca del giornalista britannico John Cantlie, che è ostaggio dei jihadisti, il quale afferma che le finanze dello Stato Islamico, ottenute per mezzo anche della corruzione e del traffico d’armi, potrebbero avere la possibilità di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare in qualunque momento.

A questo punto, dopo gli attentati di Bruxelles, anche l’Europa si domanda quanto il Belgio si trovi al sicuro. I rischi a cui potrebbe andare incontro sono quelli di possibili furti di materiale nucleare nelle centrali di DoelTihange e dai loro sette reattori, sapendo che assicurano il 50% del fabbisogno energetico del Paese. Inoltre, scrive Repubblica, che un possibile attentato a una di queste centrali causerebbe una devastante catastrofe senza precedenti per l’intero continente europeo. Ragione per cui è necessario che il Belgio assuma delle misure di sicurezza straordinarie.

In qualche modo fa fede il fatto che in Belgio, a qualche ora dagli attentati  di Zaventem e Maelbeek, le due centrali nucleari sono state fatte sgombrare per ragioni di sicurezza ed sono stati ritirati i cartelli d’ingresso ad almeno 11 addetti.

La tensione resta comunque altissima. La scorsa settimana è stato rinvenuto nel bagno di casa il corpo privo di vita di un tecnico del nucleare, il cui compito era la sicurezza dello stabilimento di Charleroi, dove vengono prodotti elementi radioattivi per uso medico. Le cause del decesso sono da attribuirsi a una morte violenta e anche il suo badge sembrava fosse sparito. Un paio di giorni dopo è giunta la smentita che il movente dell’omicidio fosse stato per mano terrorista.

Tuttavia, nel computer di uno dei kamikaze che si è fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem, gli investigatori hanno visualizzato immagini girate dinnanzi la casa di un dirigente nucleare belga. Immagini che hanno convinto gli inquirenti belgi che si tratti di una probabile cellula terroristica per i piani di protezione della centrale di Tihange.

Che ci fosse in ballo una minaccia nucleare da parte dell’autoproclamatosi Stato Islamico i servizi segreti statunitensi, britannici e israeliani ne sono convinti già da qualche anno. Hanno la certezza che sarebbe sufficiente per loro venire in possesso di uranio arricchito o Cesio 137 per fabbricare la bomba atomica e minacciare tutto il mondo.


1. Immagine fonte Google