Eleganza, indipendenza ed emancipazione femminile nel segno dell’abito tradizionale cinese A Prato concorrenti da tutta Europa per la finale continentale di ‘Lady Qipao’

Appuntamento a PrismaLab sabato 20 luglio dalle ore 18.30. In passerella il tradizionale abito di seta orientale: in palio due posti per la finale mondiale di Shanghai. “Raccontiamo l’universo femminile in chiave moderna”
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In gergo si chiama ‘Qipao’ e rappresenta l’abito tradizionale cinese. Un simbolo di eleganza senza tempo che a Prato, per la prima volta, sarà protagonista di una manifestazione d’ambito mondiale. In città, dove c’è la principale comunità cinese d’Italia, verrà ospitata infatti la finale europea di ‘Lady Qipao’, contest internazionale giunto alla settima edizione che vedrà sfilare 24 persone provenienti da tutta Italia e tutta Europa, sia cinesi che europee, con in palio la finale mondiale di Shanghai del 7 e 8 settembre.
Il Qipao, fatto di seta e con addobbi eleganti, vuole raccontare anche un’immagine diversa della donna: una storia fatta di indipendenza, emancipazione, forza, intraprendenza, sicurezza, saggezza che va oltre l’aspetto fisico. La giuria, infatti, voterà il connubio fra l’eleganza dell’abito e le doti di stile, grinta e indipendenza rappresentate da colei che lo indossa.
L’appuntamento con il contest è per sabato 20 luglio, negli spazi di Prismalab (via Filzi 39/S), il luogo di innovazione realizzato dal Comune di Prato. L’ingresso, gratuito, degli ospiti è previsto a partire dalle ore 18.30 (i presenti potranno usufruire del servizio bar del Prato Lab). La chiusura degli accessi è fissata per le 20.30 (orario in cui avrà inizio lo show e dal quale non sarà più consentito a nessuno di entrare nella struttura). A seguire saluti istituzionali e sfilata delle concorrenti. Alle 22.30 la cerimonia di premiazione. Due le categorie previste e altrettanti i posti in palio per Shanghai (con viaggio e alloggio completamente spesati): quello per gli europei (prevista la presenza di donne anche russe e francesi, oltre che italiane), e quello per i cinesi (provenienti da tutta Italia). La scelta è ricaduta su Prato anche perché capitale del tessile, dove ben si conosce il valore delle stoffe. E quindi ritenuta luogo ideale per promuovere un evento che racconta l’eccellenza degli abiti tradizionali cinesi. A occuparsi su scala europea della manifestazione è l’associazione Centro Cultura d’Oriente, con sede proprio a Prato.
“I vestiti provengono tutti dalla Cina e poi vengono modellati sulle forme di chi li indosserà – spiega la responsabile europea del festival, Cristina Hua -. In passerella non ci saranno modelle ma persone comuni. Le votazioni infatti non si basano sul fisico, ma sull’eleganza, sul portamento, su come viene indossato il vestito. Si vuole così portare all’attenzione del pubblico un’immagine diversa della donna, emancipata, che niente ha a che fare rispetto ai classici concorsi di bellezza. La scelta di organizzare a Prato la finale europea è stata immediata: abbiano unito la presenza di una comunità radicata sul territorio all’attenzione per il tessile come fonte di innovazione ed eccellenza”.
Lna giuria sarà composta da Luca Piattelli, presidente azionale hair lobby Conflavoro, Fabiana Vannuccini, fashion consultant e docente Polimoda, Cristina Ke, maestra della danza, e dalla stessa Cristina Hua del Centro Cultura d’Oriente. A sostenere l’evento sono stati il Consiglio per la Promozione e lo Sviluppo del Commercio Italo-Cinese, l’Associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia, l’Association of Chinese Young Entrepreneurs in Europe, l’Associazione Wencheng del Centro Italia, Chinese Dragon Boat Club Italy, l’Associazione d’Amicizia dei Cinesi di Prato, e l’Associazione Generale Ruian Italia. Fra gli sponsor troviamo Ottica Sky, Ristorante Element, Zente Art Room, Xiboshi Wedding e Parrucchieri Luca Piattelli. L’evento ha il patrocinio del Consolato Cinese a Firenze.
Durante la manifestazione sarà portata avanti anche una raccolta fondi in favore di Dynamo Camp. “Speriamo che attraverso questo evento – conclude Hua -, più cinesi inizino a prestare attenzione alle opere di beneficenza e a restituire alla società locale. Dando così un contributo al territorio con le nostre forze a disposizione”.