Festa della Liberazione di Montemurlo. Il sindaco Calamai: « La parola Resistenza non conosce tempo né età. La memoria è un esercizio di consapevolezza per i giovani»
Anche quest’anno il Comune di Montemurlo ha celebrato la festa della Liberazione del territorio dal nazi-fascismo. Sono trascorsi 77 anni da quell’ 11 settembre del 1944 che vide tanti montemurlesi, uomini e donne, contadini, operai, uniti nella lotta contro il nazi-fascismo. Episodi di Resistenza che il sindaco Simone Calamai ha fatto rivivere nel suo discorso commemorativo in piazza della Libertà alla presenza delle autorità civili e militari (il tenente Quintino Preite per i Carabinieri di Montemurlo, la comandante della Polizia Municipale Enrica Cappelli, i rappresentanti del distaccamento dei Vigili del Fuoco, la consigliera delegata della Provincia di Prato, Paola Tassi), dell’Anpi, delle associazioni d’arma e di volontariato del territorio. A ricordare quei lontani momenti di lotta e di resistenza di tanti montemurlesi coraggiosi sono stati anche due giovani, Guglielmo Menchetti e Margherita Morucci che hanno letto alcuni brani, tratti dalle memorie di Angiolo Menicacci e dei partigiani Nerucci.
« Questa è la nostra storia ed è per noi un dovere raccontarla e farla conoscere alle nuove generazioni, che ci auguriamo non debbano mai più patire le sofferenze che toccarono ai loro nonni.- ha detto il sindaco Simone Calamai – Oramai viviamo in un mondo dove tutti siamo interconnessi, dove ciò che accade lontano ci riguarda da vicino. Fare oggi memoria, ripercorrere i sentieri della nostra Resistenza non è un semplice “ricordare”, ma bensì è un esercizio di comprensione che ci consente di leggere la nostra realtà, un esercizio rivolto soprattutto ai più giovani. La memoria, la consapevolezza, la conoscenza sono i “vaccini” più efficaci contro la recrudescenza dei nazionalismi, dei nuovi integralismi, di regimi totalitari e liberticidi». Quest’anno la festa della Liberazione di Montemurlo si lega ad un altro 11 settembre, quello del 1973, giorno del golpe in Cile, che portò al potere il dittatore Pinochet, che stasera sarà ricordato attraverso uno spettacolo a cura della Fondazione Cdse e Altroteatro Firenze.«La parola “Resistenza” non conosce tempo e non conosce età: è la parola dei partigiani che combatterono a Javello, è la parola dei dissidenti politici durante la dittatura militare di Pinochet, è oggi la parola delle donne afgane che rivendicano il loro diritto ad esistere, a vivere, a studiare, a lavorare in un Paese che le rispetti come esseri umani», ha continuato il sindaco Calamai, che, infine, ha richiamato l’Europa ad assumere un ruolo di primo piano sugli scenari di politica estera, dall’Afganistan alla gestione dei migranti del Mediterraneo.