Finisce in manette un altro carabiniere per rapina in villa. Avrebbe voluto, forse, anche lui salire la scala sociale

Prato Nel progetto del 54enne brigadiere, Giuliano Rosa, c’era anche un portavalori da rapinare. Una rapina che avrebbe potuto fruttare qualcosa come un milione di euro.

Tutto ha avuto inizio dopo una deludente rapina avvenuta a maggio dell’anno scorso in una villetta a Galaciana, da cui non è stato tratto un incasso quanto lui e i suoi complici avevano sperato. La villetta appartiene a un imprenditore cinese, e la speranza della banda sarebbe stata quella di ricavare dagli ottanta ai cento mila euro, invece si sono dovuti accontentare di undici mila.

La banda di rapinatori era composta dal brigadiere finito in manette, da un suo collega, Ennio Serino di 36 anni, appuntato dei carabinieri, vi erano due venditori di frutta e verdura nella zona del Macrolotto 0, Vincenzo Russo e Giuseppe Zanfardino, rispettivamente di 45 e 41 anni e tre napoletani: Michele Langella Esposito, Antonio D’Avino e Giuseppe Riano di 60, 38 e 33 anni.

I due militari hanno svolto il ruolo di basisti della rapina, i fruttivendoli sono stati coloro che hanno individuato la vittima da colpire, mentre i tre campani quello di esecutori materiali. Quest’ultimi, il giorno del colpo messo a segno, si sono presentati a casa dell’imprenditore con una pettorina dei carabinieri e un finto mandato di perquisizione. Oltre a ciò avevano con sé una pistola, vera o presunta. Il bottino sarebbe dovuto essere ingente e invece è stato assai al di sotto delle loro aspettative e questo non ha potuto che creare malumori fra i componenti della banda. A risanare il malcontento generale, è probabile che sia stato il progetto appianato della rapina al portavalori che avrebbe potuto cambiare la vita a ognuno di loro. Ma le cose non sempre vanno come sperato. 

Con oggi, mercoledì 29 aprile, è salito così a sette il numero degli indagati per il furto in villa. I primi a finire in carcere sono stati gli esecutori materiali; l’appuntato c’era finito a dicembre ed era uscito pochi giorni fa dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e messo ai domiciliari.

Il brigadiere Giuliano Rosa, dopo anni di servizio al nucleo Radiomobile di Prato era stato trasferito da pochi giorni a Firenze, quando si è visto notificare dai colleghi del Nucleo investigativo, l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, firmata dal giudice delle indagini preliminari Francesco Pallini su richiesta dei sostituti Lorenzo Gestri e Massimo Petrocchi con l’accusa di concorso in rapina pluriaggravata. La stessa accusa che gravata sul collega.