Fondamentale garantire i diritti dei lavoratori per tutelare il distretto produttivo sano e la concorrenza leale
Il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai, prende posizione sulle ultime vicende dei lavoratori sfruttati e dice: «Non ci può essere sviluppo se alla base non c’è il rispetto dei diritti dei lavoratori». I gruppi di maggioranza porteranno nel prossimo consiglio comunale un ordine del giorno per esortare il Governo ad applicare con più incisività le norme sulla responsabilità solidale e la legge sullo sfruttamento lavorativo
Il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai, prende posizione sulla questione dei lavoratori che da settimane protestano per il rispetto dei loro diritti: «Non ci può essere vero sviluppo se alla base non c’è il rispetto dei legittimi diritti dei lavoratori. Le istituzioni pubbliche non possono tollerare che sul nostro territorio ci siano degli imprenditori che fanno business sulla pelle dei lavoratori. Si tratta di un danno, non solo per gli operai, ma per tutto il distretto produttivo sano. Un sistema “malato” che va estirpato, perché danneggia le imprese responsabili che stanno sul mercato facendosi concorrenza leale e che ci fa regredire sul tema dei diritti di almeno cent’anni». Il sindaco Calamai ricorda come il “sistema Montemurlo” abbia basato il proprio sviluppo su una formula semplice: aperti e accoglienti con tutti a patto che vengano rispettate le leggi dello Stato italiano e i diritti dei lavoratori. Per questo durante il prossimo consiglio comunale, in agenda entro la fine di luglio, i gruppi di maggioranza presenteranno un ordine del giorno per chiedere azioni più incisive del Governo « di contrasto al fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel distretto tessile locale» anche attraverso una strategia che preveda sul nostro territorio l’applicazione delle norme sulla responsabilità solidale e della legge sullo sfruttamento lavorativo e per l’assunzione di un adeguato numero di ispettori Inps, Ispettorato del lavoro e INAIL. «È necessario applicare le leggi e farlo in maniera incisiva- conclude il sindaco Calamai- Non possiamo tollerare casi come quello della stireria di Oste che – nell’ottobre scorso- impiegava venti operai al nero. Vere e proprie forme di schiavitù che almeno per il momento non riescono a essere combattute attraverso la contestazione del reato di caporalato ma sulle quali non possiamo chiudere gli occhi o girare la testa dall’altra parte».