FRACCHIA CONTRO FANTOZZI, un tormentone quarantenne
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di Roberto Fiordi
La figura del perfetto mediocre degli anni Settanta e Ottanta è designata nei due personaggi capolavoro di Paolo Villaggio: Fracchia e Fantozzi. Due soggetti televisivi e cinematografici, che per circa un trentennio, a partire dal 1975, da quando cioè è uscito il primo film di Fantozzi, sono stati un vero e proprio tormentone televisivo, tanto da affascinare in maniera stratosferica il mondo della comicità, riuscendo a tenere famiglie intere, dai più piccoli ai più grandi, con gli occhi incollati allo schermo per assistere alle loro tragiche disavventure.
Due figure diverse fra loro, ma tipicamente uguali, tanto che possono essere facilmente confuse l’una con l’altra. Entrambi sono vittime di un destino avverso dove però, mentre Fracchia cede passivamente alle angherie della società, Fantozzi, nonostante si tratti di un soggetto tipicamente iellato dove gliene capitano di tutti i colori, prova a reagire alla sua condizione, cercando nella maniera più disperata un riscatto. Ci sono scene di alcuni film in cui questo tanto sospirato riscatto lo trova, ma si tratta solo di palliativi, perché il protagonista finisce anzi col mettersi sempre di più nei guai.
Fracchia è il prototipo di Fantozzi, dove però sarà quest’ultimo a riscuotere più successo del primo, anche per il maggior numero di film girati; e inoltre, nel primo Fantozzi letterario, scritto da Paolo Villaggio nel 1971, Fracchia assume la parte del suo collega buono a nulla, incompetente, pasticcione, l’essere inferiore come lui e l’organizzatore di catastrofi. Nei film, poi, quella parte verrà presa dal ragionier Filini. Fracchia è un single, nevrotico, tipicamente timido e goffo, che si lascia travolgere da ansie legate alla sua insicurezza, soprattutto quando si trovava dinnanzi a certi interlocutori che lo suggestionano al punto di farlo cadere in eccentrici strafalcioni; ed è in quelle occasioni che esce fuori quella sua tipica voce roca e sfiatata, stessa usata anche con Fantozzi, associata alle sue singolari gesta di persona impacciata.
Giandomenico Fracchia esordì negli schermi televisivi nel 1968 al programma Quelli della domenica, dov’era lo stesso conduttore, Paolo Villeggio, che lo interpretava fra i suoi personaggi, presentandolo nelle sue soggettive e comiche caratteristiche. Fu proprio durante uno di questi sketch, che per la prima volta venne nominato Ugo Fantozzi come collega di Giandomenico Fracchia, il quale diverrà poi il cavallo di battaglia di Villaggio.
L’anno successivo il personaggio venne riproposto nella trasmissione E’ domenica, ma senza impegno, in compagnia dell’attore Gianni Agus nel ruolo del direttore severo e nel ruolo di un venditore audace, dove Fracchia è vittima delle loro prepotenze. In questi episodi ecco farsi avanti l’ossessionante poltrona sacco: il tormento di Fracchia. Si tratta di una poltrona in stile anni Settanta fatta a sacco, come dice la parola stessa, su cui lui non riusce a sedersi e si rotola continuamente per terra. Un tormentone che rappresenta la sovranità dei superiori all’interno dell’azienda nei confronti dei dipendenti, protesi a umiliarli e a sottometterli. Sono episodi incentrati su colloqui fra il timoroso e impacciato ragionier Fracchia e l’austero e malvagio direttore megagalattico, dove il primo è completamente incapace di esprimersi, mentre il secondo fa valere la propria autorità e supremazia. Un genere di sketch riproposto in varie trasmissioni, e anche nel primo dei due film con lui come protagonista, Fracchia la belva umana, in cui si ripete la scena della poltrona sacco e dell’impacciato colloquio fra lui e il Dottor Orimbelli. Si ripetono anche locuzioni di tipo: “Com’è umano lei“, “Abbia pietà“, che sono frasi oramai assimilate e usate da chiunque anche nella vita comune tanto da diventate quasi aforismi .
Ragionier Ugo Fantozzi è un personaggio che rappresenta il borghese italiano medio basso, nello sfondo di un’Italia di fine anni Settanta e Ottanta. Abita in un alloggio a medio canone, locato in un quartiere popolare, e per automobile ha la sua fedelissima Bianchina dell’Autobianchi, un’utilitaria che in più occasioni è stata compagna delle sue disavventure. E’ sposato con la signora Pina, una donna insignificante e dall’aspetto non piacevole, che in alcuni film è fedelissima al marito, sottomessa a lui, gelosa della signorina Silvani che rappresenta l’amore incoffessato del ragioniere. Questa è la signora Pina, interpretata dall’attrice Liù Bosisio, che ama e comprende il proprio marito e lo perdona; mentre l’altra signora Pina, quella interpretata da Milena Vukotic, è una moglie più fredda, più egoista, che in un paio d’occasioni lo tradisce anche: con il panettiere Cecco e con il rozzo vagabondo Franchino. Ci sono comunque momenti in cui tira fuori i sentimenti di una moglie innamorata del coniuge, come in Fantozzi in Paradiso, quando scopre che al marito sono rimasti pochi giorni di vita e non solo accetta, ma supplica e addirittura paga l’odiata Signorina Silvani affinché si conceda a lui per farlo felice. C’è sua figlia Mariangela, interpretata dall’attore Plinio Fernando, una ragazza brutta, dall’aspetto scimmiesco, che persino Fantozzi, malgrado ne fosse il padre, ne è cosciente, ma talvolta mente a sé stesso pur di difenderla dagli insulti e dalle prese in giro delle persone.
Gli episodi nei film di Fantozzi sono accompagnati da un prologo e la voce che narra l’antefatto dell’azione è quella del protagonista stesso che parla in terza persona. I personaggi di questi film hanno tutti caratteristiche molto ben definite: la signorina Silvani, per esempio, non proprio una gran bellezza ma comunque la ragazza dell’azienda, il grande amore segreto di Fantozzi, come già anticipato prima, che si atteggia con i colleghi maschi, in particolar modo con lui pienamente consapevole del suo debole, per ottenere favori. A recitar-ne la parte è sempre stata l’attrice Anna Mazzammauro. C’è poi l’antipatico collega, Geometra Calboni, nella Megaditta ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, che si crede superiore a tutti, atteggiandosi come tale e vantando d’importanti conoscenze; ma anche grande adulatore e leccapiedi con i superiori. Un incallito donnaiolo, con il quale Fantozzi entra continuamente in competizione per mettersi in mostra dinnanzi alla signorina Silvani. C’e il Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam della Megaditta, un essere spietato con i suoi dipendenti e in special modo con lui. Viene rappresentato come un personaggio supremo, misterioso, divino. Poi c’è la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien da Mare, emblema dell’aristocrazia e maggiore azionista della Megaditta. Secondo la Contessa Marta Marzotto, Paolo Villaggio si ispirò a lei quando descrisse il personaggio nei suoi romanzi e nei suoi film. Poi c’è l’affezionatissimo collega e intimo amico di Fantozzi (e anche di Paolo Villaggio nel privato) Ragionier Filini, interpretato da Gigi Reder, che compare in tutte le saghe di Fantozzi. Si presenta al pubblico come un personaggio miope fin quasi a una totale cecità, che porta sul naso occhiali con lenti spessissime. E’ un essere distratto e imbranato, ma tutto sommato ottimista, capace di mettersi a capo del gruppo come vigoroso organizzatore di assurdi svaghi del dopolavoro, riuscendo a coinvolgere tutti i suoi colleghi. Ma le sue iniziative non possono che finire tutte in maniera tragica. L’attore morì a Roma nel 1998 e Paolo Villaggio, dalle righe del Corriere della Sera, disse: << Più comico di me, mai lo sostituirò. >>
L’attore Reder è stato interprete anche nei due film di Fracchia: nel primo, Fracchia la belva umana, ricopriva la parte della madre della Belva, una vecchia siciliana attaccatissima al proprio figlio tanto da infliggergli in bocca schifosissimi baci con risucchio quando a trovarla a casa per il suo compleanno, anziché esserci andato il figlio, cioè la vera Belva Umana, era toccato a Fracchia; mentre nel secondo, Fracchia contro Dracula, vestiva i panni del suo personaggio principale, Filini, con più o meno le stesse caratteristiche originali.
Una gag molto comune nei film sia di Fantozzi sia di Fracchia è il ricorrente uso sgrammaticato e improprio dei congiuntivi. “Venghi“, per esempio, “Mi dii“, “Facci lei“, ed altri ancora.
Fantozzi, nella realtà, nasce da un’esperienza lavorativa del suo autore all’interno dell’azienda siderurgica Italsider come impiegato; e sembra che il cognome Fantozzi appartenesse a un suo collega e compagno di scrivania. Per Villaggio era tipico osservare gli atteggiamenti dei suoi colleghi: ora servili, ora arrivisti, un po’ il quadro generale di quei tempi, e su quella scia ha creato le situazioni e i personaggi che hanno accompagnato il mitico Fantozzi, gonfiando umoristicamente qualsiasi cosa.
Il personaggio Fantozzi è diventato un icona nella vita quotidiana dell’uomo italiano, al punto che il termine “fantozziano” (che vorrebbe dire alla Fantozzi) è divenuto un sostantivo nel vocabolario della nostra lingua per indicare situazioni grottescamente sfortunate, o persone insicure, goffe e servili verso il superiore.
Tutto sommato, anche se sono trascorsi oramai quarant’anni dalla sua nascita, è ancora piacevole per tutta la famiglia passare un’ora e mezzo / due seduti dinnanzi al televisore a guardare uno di questi film.
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